Massimo Clarke: "Le moto storiche a Novegro"

Massimo Clarke: "Le moto storiche a Novegro"
Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
L’ultima edizione della popolare mostra-scambio riservata alle moto storiche e ai ricambi è stata vivace come sempre. Ecco alcune osservazioni sull’evento e qualche “chicca” saporita | M. Clarke
  • Massimo Clarke
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22 novembre 2012


Pure stavolta il tradizionale appuntamento milanese di novembre, importante punto di incontro per gli appassionati, con larga partecipazione straniera, ha avuto un ottimo successo di pubblico. Le tendenze che hanno cominciato a manifestarsi già da qualche anno continuano la loro evoluzione. I pezzi di grande pregio, come i purosangue da competizione e le classiche moto inglesi, sono sempre più rari, anche se alcuni specialisti sono in grado di procurarli e qualcosa di interessante si riesce talvolta a trovare pure sul web. Questo d’altronde è logico: i collezionisti si sono accaparrati da tempo i pezzi migliori, e quelli rimanenti sono quindi sempre meno; le quotazioni però pare che abbiano smesso di salire. Anzi, negli ultimi tempi sembrano essersi abbassate in misura sensibile. Con la crisi economica in atto, questo appare peraltro logico.


Una larga fetta degli appassionati va ai mercatini non tanto per cercare di acquistare delle moto, delle quali vi è ampia scelta, specialmente se non si esce dal campo delle stradali e delle enduro degli anni Sessanta e Settanta, quanto per trovare dei ricambi o le parti occorrenti per l’effettuazione di un restauro. E qui c’è davvero di che sbizzarrirsi, dai carburatori di ogni tipo e misura ai pistoni e agli organi di carrozzeria. E in aggiunta agli specialisti dei settori specifici, ci sono anche quelli delle diverse case. Questo è tradizionalmente un grande punto di forza di Novegro, unitamente alla grande disponibilità di attrezzi di ottimo livello, di strumenti di misura e via dicendo (sotto questo aspetto nessun altro mercatino italiano offre tanto). E poi ci sono i libretti di uso e manutenzione, i manuali di officina, i libri e le riviste. Insomma l’offerta e le possibilità di scelta sono tali che anche chi va semplicemente a curiosare ben difficilmente torna a casa a mani vuote. Si tratta sempre di un appuntamento da non perdere!


Tornando alle moto, molto interessante la piccola mostra a tema allestita nel padiglione centrale. Quest’anno è toccato alle moto costruite in Lombardia, con particolare attenzione a quelle delle case meno note. E così, ecco una serie di pezzi che non si incontrano di frequente, neanche in occasione dei raduni con maggior numero di partecipanti.


La Aldbert era una casa milanese di modeste dimensioni, ma che produceva moto di ottima fattura e dalla estetica molto lineare e moderna in relazione ai tempi. In genere avevano una tipica colorazione verde chiaro. Il modello più famoso di questa azienda, che è stata attiva all’incirca dal 1951 al 1958, è stato il 175 ad aste e bilancieri, ma il 160 SS a due tempi esposto a Novegro è forse ancora più raro. Il motore, dotato di cilindro in ghisa, aveva un alesaggio di 56 mm e una corsa di 62 mm; la trasmissione primaria era a catena e il cambio a quattro marce.

 
Le moto Devil erano fabbricate dalla OCMA (Officine Costruzioni Martinelli) di Fiorano al Serio, alle porte di Bergamo. Il grosso della produzione, che è andata avanti dal 1953 al 1958, era costituito da modelli a due tempi di 125 e di 160 cm3. Si trattava di monocilindrici ben realizzati, ai quali la casa tentò anche di aggiungere una 175 a quattro tempi, caratterizzata da una curiosa distribuzione ad aste incrociate, progettata da William Soncini e rimasta allo stadio di prototipo. Alla manifestazione milanese era presente un esemplare impeccabile della 160 del 1953, dotata di una ciclistica molto evoluta per i tempi. Il motore aveva un alesaggio di 58 mm e una corsa di 60 mm ed erogava circa 8 cavalli a 5400 giri/min. Di questo modello esisteva anche una versione preparata per impiego agonistico che disponeva di 12 CV a 7000 giri/min.

 

 Nella esposizione delle moto lombarde spiccava una bella Mondial 175 monoalbero del 1955, con motore nella versione a "cartella stretta"
Nella esposizione delle moto lombarde spiccava una bella Mondial 175 monoalbero del 1955, con motore nella versione a "cartella stretta"

La Mondial era una casa molto particolare in quanto aveva a Milano gli uffici e il magazzino, più un capannone di stoccaggio e assemblaggio (solo in certi casi), mentre il reparto corse si trovava a Bologna, città nella quale le officine Rocca e Michelini provvedevano anche a costruire i motori di serie, a anche a montare moto complete, per quanto riguarda alcuni modelli. Per completare il quadro, i ciclomotori venivano in genere assemblati a Guardamiglio, vicino a Piacenza.

A Novegro c’era una 175 TV monoalbero. Questa moto era stata progettata a Milano da Piero Prampolini ma veniva costruita a Bologna. Insomma, era in mezzo alle moto di Lombardia, ma avrebbe anche potuto essere piazzata in mezzo alle bolognesi…
L’esemplare esposto era a “cartella stretta”, ossia apparteneva alla prima versione. La 175 monoalbero a cilindro inclinato (da non confondere con quella destinata alle gare stradali, specialmente sulle lunghe distanze, e ai piloti di seconda categoria, che era a cilindro verticale, con comando della distribuzione dal lato opposto) è stata presentata alla fine del 1954. Il motore aveva un alesaggio di 65 mm e una corsa di 52,5 mm ed erogava 10 CV a 6500 giri/min.

 
Passando all’esterno dei padiglioni coperti, impossibile non segnalare almeno una bella e rara Perugina 175 ad aste e bilancieri. L’azienda che produceva le moto con questo marchio era la FOM (Fonderie Officine Menicucci) di Castiglion del lago, vicino a Perugia. La produzione non è mai stata cospicua, ma i modelli erano di sicuro pregio e oggi sono molto ambiti dai collezionisti.

Le moto Perugina venivano costruite dalle fonderie Menicucci. La 175 ad aste e bilancieri è stata la più famosa
Le moto Perugina venivano costruite dalle fonderie Menicucci. La 175 ad aste e bilancieri è stata la più famosa

La 175 è stata pure impiegata nelle gare per piloti juniores e nelle salite, ottenendo anche buoni risultati. L’esemplare in vendita a Novegro era della seconda metà degli anni Cinquanta. Il motore monocilindrico, con distribuzione ad aste e bilancieri, aveva un alesaggio di 59 mm e una corsa di 63 mm. La potenza andava dai nove cavalli della prima versione turistica del 1954 ai 12 (a 7000 giri/min) della TV e della Super Sport del 1956-58.

 
Tra i numerosi modelli degli anni Settanta, era particolarmente significativa la presenza di quelle da regolarità. Pure il cross e il trial erano assai ben rappresentati. L’era delle grosse monocilindriche da enduro stradali è iniziata con la Yamaha XT 500, una moto che ha davvero fatto la storia. Oggi è assai ricercata e trovarne una non è tanto facile. Forse la versione più bella è quella apparsa nel 1981, con serbatoio di colore metallico e non più verniciato in bianco più nero e rosso (la forcella con perno ruota avanzato era già comparsa l’anno precedente). Il motore aveva un alesaggio di 87 mm e una corsa di 84 mm ed erogava 32 cavalli a 6500 giri/min. A Novegro ce ne era un ottimo esemplare in vendita, a un prezzo interessante.