Le moto, i piloti e il ritorno al passato, una giornata immersi nella Dakar al Museo Fisogni

Le moto, i piloti e il ritorno al passato, una giornata immersi nella Dakar al Museo Fisogni
Umberto Mongiardini
Un confronto tra generazioni di piloti, tra Africa e Sud America
26 febbraio 2018

Nella splendida cornice del Museo Fisogni di Tradate, in provincia di Varese, si è tenuta una manifestazione intitolata “Le moto, i piloti e il ritorno al passato”, una full immersion all’interno della gara di rally più celebre del mondo, la Dakar.

L’ambientazione della manifestazione non è stata un luogo qualsiasi, bensì il Museo Fisogni, che ospita la più completa raccolta di distributori di benzina al mondo, perfettamente conservati, e nato dalla passione di Guido Fisogni. Appena entrati all’interno di un antico casale perfettamente ristrutturato, spiccavano allineate svariate moto da rally. La prima persona che abbiamo incontrato è stato Marco Iavarone, uno tra gli organizzatori assieme a Only Helmet, Museo Fisogni ed Off Road Passion, e grandissimo appassionato di Dakar che, oltre ad avere coinvolto alcune “vecchie glorie” alla partecipazione all'evento, ha arricchito la giornata portando alcune delle sue moto, tra le quali c’è la Honda Africa Twin Marathon, l’originale, quella che nel 1989 ha corso la Parigi Dakar. Le altre moto presenti comprendevano la Yamaha Super Ténéré in versione Dakariana, così come una Gilera RC 600 replica della moto che fu usata per correre la Dakar nel 1990 (con Medardo e Mandelli) e tante altre moto sensazionali.

L’atmosfera che si è respirata era di festa, con appassionati che, oltre ad avere avuto l'opportunità di conoscere i propri idoli, quali Ciro De Petri, Luciano Carchieri, Roberto Mandelli, Ermanno Bonacini, Beppe Macchion, Diocleziano Toia, Fausto Vignola e Maurizio Gerini, hanno anche potuto sentirli dibattere riguardo i cambiamenti della competizione.

Le nuove generazioni di piloti, quelle che attualmente corrono in Sud America, per intenderci, hanno a lungo discusso, riguardo tecnologia, tipologia di moto e percorsi, con le “vecchie glorie” che correvano in Africa, quando si utilizzava ancora la bussola e il GPS era ancora pressoché sconosciuto.

Certo, far concordare le due diverse generazioni su quali moto siano più difficili da condurre e su quali fossero i percorsi più ardui non è stato semplice, ma il tutto si è concluso con una foto di gruppo e con la consapevolezza che, nonostante i tempi e le tecnologie siano cambiate, la Dakar rimane un’avventura estrema, ambita da tanti e portata a termine da pochissimi.

Una volta finito il confronto generazionale, siamo stati accompagnati da Guido Fisogni tra le varie sale del suo museo. La sua passione è nata negli anni ‘60, quando costruiva e ristrutturava stazioni di servizio in Italia e in Europa e trovò una pompa di benzina abbandonata. Da lì iniziò la sua collezione, che da allora è arrivata a raggiungere ben 5.000 pezzi, tra pompe di benzina, insegne pubblicitarie, latte e altri pezzi di antiquariato industriale.

Grazie alla sua sterminata collezione, il Museo Fisogni è entrato di diritto all’interno del Guinness dei Primati: vale davvero la pena visitarlo!

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