L'Anas responsabile per i guard rail killer

L'Anas responsabile per i guard rail killer
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La Suprema Corte ha stabilito che la responsabilità della sicurezza delle strade ricade sull'ente proprietario e non più su chi le ha in "custodia". Un passo avanti per nuovi progetti?
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23 marzo 2011

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E' una sentenza della Suprema Corte a rimettere in discussione le responsabilità della sicurezza delle strade. In particolare, in caso d'incidente sarà l'ente proprietario della strada ad essere responsabile per i danni provocati dal guard rail. A stabilirlo è la sentenza 6537/2011 della Corte di cassazione che pone fine al ricorso dei parenti di un motociclista rimasto ucciso dopo essere finito contro un guard rail. Nei primi due gradi di giudizio la richiesta di risarcimento era stata respinta. Ora la terza sezione civile della Cassazione ha ribaltato i due precedenti verdetti accogliendo i motivi di ricorso proposti dai parenti.

Questa sentenza s'inserisce nel filone aperto nel 2008 che trasferisce idealmente la responsabilità dal "custode" della strada a l'ente proprietario. In altre parole si presuppone che l'Anas sia in grado di esercitare  «(sulle strade ndr) un potere di sorveglianza, modificarne lo stato e di escludere che altri vi apportino modifiche». La responsabilità scatta quando si accerta che il danno è dovuto a un'anomalia della strada o degli «strumenti di protezione della stessa». In sintesi: la responsabilità ricade sugli «enti pubblici proprietari di strade aperte al pubblico transito, in riferimento alle situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura o alle pertinenze della strada, indipendentemente dalla sua estensione».

Un bel cambio di prospettiva che speriamo porti - ora che di mezzo oltre alla responsabilità morale c'è anche quella penale ed economica - a rapportarsi in modo differente alla sicurezza stradale fin dal modo in cui vengono concepite e progettate le protezioni.