Hideyuki Miyakawa: se n’è andato un giapponese che amava l’Italia

Hideyuki Miyakawa: se n’è andato un giapponese che amava l’Italia
È scomparso all’età di 88 anni dopo una vita avventurosa. Arrivò nel ’60 in sella a una moto, sposò una ragazza italiana, ebbe sette figli, creò a Suvereto una azienda agricola speciale. Fu tra gli artefici del successo di Suzuki in Italia e socio di Giugiaro
3 dicembre 2025

Anche la Suzuki Italia lo ricorda con gratitudine e ammirazione: Hideyuki Miyakawa è stato un imprenditore visionario, un grande appassionato di motori e uno straordinario uomo di avventura. E’ morto nei giorni scorsi, nella notte tra sabato e domenica, dopo una lunga battaglia contro il Parkinson, circondato dalla sua numerosa famiglia. Lo abbiamo conosciuto nei primi anni Settanta: era carismatico e appassionato.

La sua storia è un romanzo. Originario della cittadina di Maebashi, un centinaio di km a nord di Tokio, Hideyuki arrivò in Italia in sella a una Yamaguchi 125: un lungo viaggio senza fretta, in compagnia di un amico, attraverso l’India, il Pakistan, l’Iran e mezza Europa. Uno degli obiettivi era seguire le Olimpiadi di Roma e lavorò come reporter di una rivista giapponese; ma era anche un grande appassionato di auto, andò a Torino per il salone e lì incontrò Marisa Bassano, una studentessa che stava organizzando un viaggio di studio di un anno nel Paese del Sol Levante. Si conobbero, si innamorarono, lei partì e lui la raggiunse, si sposarono nel ’62 e si stabilirono a Torino.

Miyakawa era molto intelligente ed era un vulcano. Su incarico del Governo nipponico divenne il referente delle industrie dei due Paesi, introdusse molti marchi giapponesi in Italia, conobbe Giorgetto Giugiaro e divenne socio della Italdesign. E della Saiad, primo importatore ufficiale della Suzuki da noi, con i fratelli torinesi Bassano e Maurizio Zanetti, storico direttore commerciale, impostarono un gran lavoro puntando anche sulle corse.

Non per caso il team Gallina ebbe con Suzuki in Giappone un rapporto previlegiato: gli interventi di Miyakawa furono determinanti anche per ottenere da Hamamatsu tempi e condizioni vantaggiose. Il dirigente giapponese veniva alle corse, era curioso e cordiale, fu grazie a lui che ricevemmo tra i primi due GP: le TR bicilindriche a liquido nell’estate del 1975 e poi le RG quattro cilindri nel gennaio del ’76. Una per Gallina, una per i fratelli Sacchi di Milano.

Forse qualcuno di voi lo vide allora in televisione, con la moglie e una miriade di figli. Non ricordo che programma fosse, so che si parlava di adozioni e tra naturali e adottivi la coppia era arrivata a sette figli tra ragazzi e ragazze. Il maggiore, Mario, è oggi noto nel mondo delle sponsorizzazioni sportive, specie motoristiche, e nella veste di opinionista Sky, il secondo è Zenjiro, regista. Impegnati nel sociale, Marisa e Hideyuki (convertito al cattolicesimo) hanno avuto nel tempo ben quindici nipoti e tra le loro iniziative più belle c’è la Bulichella, l’azienda agricola.

E’ vicina a Suvereto: trentacinque ettari, vino, olio e cereali senza l’uso di concimi chimici, biologica da quando nacque nel 1983. Un modello di condivisione e impegno sociale, tutta loro dal 2000. Purtroppo Marisa è mancata nel 2003, con il suo nome c’è la Onlus “Un sorriso per tutti”. A dirigere l’azienda è la seconda e terza generazione della famiglia: Maria Shizuko, figlia di Hideyuki, e Nicolò, il nipote, sono gli attuali amministratori.

A tutta la sua numerosa famiglia arrivi il nostro abbraccio più affettuoso: Hideyuki Miyakawa è stato una bellissima persona.

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