È morto Emanuele Sabatino, Emamotorsport

Ci sono notizie che non vorresti scrivere mai, anche quando ci hai fatto l’abitudine alle cose brutte da raccontare. E allora, magari, provi a dirti che su un sito che parla di moto non ha senso raccontare l’uscita di scena di Emanuele Sabatino. Chi era? Emamotorsport, meccanico, youtuber e  da qualche tempo anche personaggio televisivo.

Però non è vero che non ha senso scriverlo. Quel ragazzo aveva la passione vera che gli viveva dentro gli occhi e quella sappiamo riconoscerla, anche quando va su quattro ruote piuttosto che su due. Preparatissimo e allo stesso tempo semplice, competente ma pur sempre ironico, con un sorriso e un entusiasmo che erano diventati anche l’ingrediente in più dei suo successo.

Come meccanico prima e, poi, come divulgatore di un amore grande: quello per i motori. Un genuino, insomma, che aveva saputo entrare nel cuore di tanti e anche nostro. Ecco perché  quando la notizia della scomparsa di Emamotorsport ha cominciato a fare il solito giro che fanno le brutte notizie, la reazione di tutti è stata quella dell’incredulità: è una fake news. L’abbiamo scritto tutti nella chat di redazione anche solo per cercare di convincercene. E’ stato il commento che abbiamo tenuto anche quando piano piano tutto ci lasciava intendere che purtroppo era tutto vero, fino alla certezza definitiva e al silenzio che ha preceduto la decisione di raccontare l’accaduto attraverso un ricordo che fosse nostro e distante da un “pezzo di cronaca”.

Il nostro è solo un “ciao”, con dentro anche un po’ di gratitudine per aver raccontato la passione in maniera sana, senza eccessi, senza manie da eroi moderni del gas aperto e senza effetti speciali. Solo con la competenza, le mani sapienti e per nulla intimorite dall’idea di sporcarsi d’olio e di grasso, anche dopo che era arrivato il successo. Riparando motori e, insieme, dimostrando che  la passione raccontata con il sorriso, la competenza che non viene fatta pesare e si trasforma in condivisione, può vincere ancora anche su quei social che ormai sono solo un ricettacolo di veleno e acrimonie.