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Il mondo motociclistico assiste a un paradosso tecnologico: il cinese Zongshen, attraverso il marchio Cyclone, lancia finalmente sul mercato la RA1000, la versione di serie del concept RA9. Il modello è una naked aggressiva, motorizzata da una versione rivista del motore V-twin Aprilia Shiver 900, con cilindrata portata a 996 cc e una potenza di circa 106 CV.
Eppure, a quattro anni esatti dalla sua prima presentazione, la RA1000 si trova a confrontarsi con una realtà cambiata. Quella che nel 2021 sembrava l'avanguardia assoluta della produzione cinese, oggi rischia l'obsolescenza immediata.
Mentre Cyclone ritardava il lancio, i concorrenti (CFMoto, Kove e ZXMoto) hanno compiuto un vero e proprio salto evolutivo, inondando il mercato di moto più potenti, dal design più esotico e con un ritmo di aggiornamento inarrestabile.
Nonostante la sua solida base tecnica e un look che evoca la Ducati Diavel (grazie al forcellone monobraccio e al pneumatico posteriore da 240 mm), la RA1000, con i suoi 225 kg a secco, si trova ora a lottare con aziende che, nel frattempo, hanno già ridefinito il concetto di maxi sportiva asiatica.
La Cyclone RA1000 è la prova della grande ambizione di Zongshen, che pure vanta un legame storico con Piaggio. Ma il suo debutto tardivo evidenzia come, nell'attuale panorama cinese, l'innovazione non sia più una questione di anni, bensì di mesi. La RA1000 arriva finalmente, ma la corsa per la leadership è già in pieno svolgimento.