Casco con navigatore integrato: sarà il futuro?

Carlo Baldi
Il team di LiveMap sta cercando di finanziare un progetto per un casco munito di navigatore satellitare che si rifà ai caschi iper tecnologici già in uso ai piloti dei jet militari. Pura fantasia o sarà questo il casco del futuro?
24 giugno 2013


 
Il team di LiveMap, start up russa, è al lavoro per ottenere i finanziamenti che gli consentirebbero di realizzare un progetto che ha come scopo lo studio e la realizzazione di un casco protettivo per motociclisti tecnologicamente avanzato, che possa contenere non solo un sistema di navigazione satellitare GPS, ma che sia in grado anche di supportare il motociclista che necessiti di aiuto.
Rifacendosi ai caschi già in uso ai piloti degli aerei militari, il casco in questione sarebbe dotato di un sistema di navigazione a controllo vocale e proietterebbe sulla parte interna della visiera la mappa con l’itinerario da seguire. Il tutto sarebbe alimentato da due batterie da 3000 mAh e disporrebbe di un microfono per il controllo vocale e di una bussola digitale che rileverebbe la posizione del motociclista. Nel caso che lo stesso avesse bisogno di aiuto, il casco lancerebbe un segnale alle autorità locali, alle quali il sistema si collegherebbe in automatico.

Questo studio ha già ottenuto il sostegno finanziario del Dipartimento di Scienze dell’Università di Mosca, ma i suoi ideatori sono alla ricerca di ulteriori finanziatori e chiunque voglia dare una mano a questo team, può inviare una quota minima di 100 dollari a sostegno del progetto. LiveMap prevede di distribuire il casco nel mese di agosto 2014, con un prezzo di 1.500 dollari americani per chi lo acquisterà entro giugno. Il prezzo salirà poi a 2.000 dollari per gli ordini successivi.
Riteniamo che il progetto sia ovviamente molto interessante e potrebbe essere d’aiuto ai motociclisti. A nostro parere però i caschi protettivi per motociclisti, così come vengono ideati e realizzati attualmente, non sono pronti ad accogliere questa tecnologia e questi dispositivi. I caschi attuali infatti hanno un ingombro ed un volume importante, che purtroppo non si può ridurre se non a discapito della sicurezza.
Inserendo quindi presumibilmente tra la calotta in polistirolo e quella esterna batterie e dispositivi vari, si aumenterebbe notevolmente il volume del casco, che diventerebbe pesante e scomodo, visto che diminuirebbe l’aerodinamicità. Più che uno studio per inserire navigatori satellitari o allarmi collegati alla Polizia stradale, sarebbe utile un progetto per la ricerca di un materiale da utilizzare al posto dell’attuale polistirolo.

Se si potesse usare un materiale alternativo al polistirolo con uno spessore minore e magari con la possibilità di memoria (vale a dire che una volta assorbito l’urto la calotta interna tornerebbe alle condizioni originali e quindi pronta ad assorbire un eventuale secondo urto) i nostri caschi non solo sarebbero più sicuri, ma le dimensioni di ingombro diminuirebbero notevolmente. A quel punto sarebbero consentito l’utilizzo di apparecchi legati alla navigazione e alla sicurezza, magari ancora più evoluti rispetto a quelli che il team LiveMap intende utilizzare sul loro avveniristico casco. Pensiamo per esempio a quanto potrebbe essere utile un rilevatore di ostacoli simile a quello che alcune autovetture già utilizzano in caso di nebbia o di scarsa visibilità.

C’è chi sostiene che questo nuovo materiale che potrebbe sostituirebbe il polistirolo sia stato già realizzato e sia a conoscenza di alcuni tra i migliori produttori di caschi. Però ovviamente il suo utilizzo aumenterebbe di molto il prezzo dei caschi e per questo, almeno per ora, si preferisca continuare a utilizzare il polistirolo, che ha un costo molto inferiore. Chissà se i motociclisti sarebbero disposti a spendere molto di più di quanto non facciano attualmente per un casco che li potrebbe proteggere molto meglio?
 

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