Cambiamenti agli alti vertici di Yamaha in Giappone

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Il Presidente Kajikawa, probabilmente a causa della durissima crisi economica, lascia il ruolo di leader al suo vice, Togami
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30 ottobre 2009


Dopo una riunione del consiglio direttivo di Yamaha Moto Co, Ltd, tenutasi al quartier generale di Iwata lo scorso 26 ottobre, è stato deciso un importante cambiamento al top della piramide manageriale della Casa giapponese.
Che, lo ricordiamo, quest'anno a livello sportivo internazionale ha letteralmente sbaragliato il campo, conquistando il titolo mondiale piloti e marche in MotoGP (Rossi), il suo primo titolo piloti in Superbike (Spies), quello in Supersport (Crutchlow), e, non ultimo, il Mondiale MX1 col grande Cairoli. 

Kajikawa invertirà quindi i suoi ruoli con quelli del suo attuale vice, Tsuneji Togami, andando ad occupare le funzioni di Vicepresidente e Direttore a partire dal 1° novembre

Senza contare il prestigioso titolo AMA Supercross (equivalente ad un Mondiale, per il mercato USA), dove il mitico Bubba Stewart ha sbaragliato gli avversari. A quanto pare, però, la stramaledetta crisi internazionale non guarda in faccia nessuno, e tutti questi prestigiosi traguardi sportivi non sono stati sufficienti a far desistere il signor Takashi Kajikawa dal rassegnare le dimissioni dalle cariche di Presidente, CEO e Direttore Generale di Yamaha, sentendosi probabilmente responsabile del calo di vendite in corso quest'anno.
Kajikawa invertirà quindi i suoi ruoli con quelli del suo attuale vice, Tsuneji Togami, andando ad occupare le funzioni di Vicepresidente e Direttore a partire dal 1° novembre. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche di vari esponenti politici , nazionali e non, sulla presunta prossima fine dell'attuale stato di profonda crisi, la situazione dei mercati motociclistici in generale non sembra quindi intravvedere affatto la fine del tunnel, quantomeno non senza pesanti tagli ai costi generali delle varie aziende (vedi anche l'assenza di Honda e della stessa Yamaha dal prossimo Eicma milanese), che ovviamente comprendono anche dolorosi sacrifici a livello occupazionale.
Proprio riguardo a Yamaha, ne è un fresco esempio la dichiarazione di chiusura della fabbrica italiana di Gerno di Lesmo, vicino a Monza, con il sacrificio di 66 posti di lavoro a tutti i livelli. Ma ultimamente abbiamo parlato anche di chiusura della Buell e vendita di MV Agusta da parte di Harley-Davidson, di messa in liquidazione della Moto Morini (anche se il successivo comunicato ufficiale sembrava rassicurante in merito, e oltretutto circolano le foto di un nuovo modello in fase di test), della situazione di instabilità in cui sembra costantemente trovarsi la Moto Guzzi, seppur smentita, anche in questo caso, dai vertici Piaggio. Anche dal Veneto, patria storica dell'abbigliamento per motociclisti, iniziano ad arrivare voci inquietanti, che ovviamente speriamo non si traducano in realtà.


 

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