Al Wheels and Waves sulla Harley-Davidson Road King

Un viaggio che da Milano porta all'Oceano Atlantico alla ricerca delle onde, dello spirito del Surf e delle moto Special
18 dicembre 2014

Il nome Southsiders MC può suonare ancora poco familiare, ma gli amanti delle Special e del Surf sapranno sicuramente che si tratta del gruppo di amici dietro al Wheels and Waves, il festival/raduno, che celebra proprio lo stile di vita dietro a questo connubio. D’altronde lo dice il nome stesso: “ruote e onde”. La location quindi non può che essere sull’Oceano, precisamente a Biarritz, la capitale europea del Surf nel Sud della Francia occidentale, proprio al confine con la Spagna. Noi di Moto.it ci siamo andati (leggi l'articolo) e siamo arrivati fino alla cittadina francese a bordo di una Harley-Davidson Road King.


Siamo partiti nel pomeriggio di mercoledì undici giugno, lasciandoci alle spalle una Milano insolitamente rovente per l’estate trascorsa. Direzione Francia. Imbocchiamo così l’A7 per Genova e poi l’autostrada dei fiori fino a Ventimiglia. La nostra prima tappa è Juan Le Pins, cittadina della Costa Azzurra, dove ci fermiamo per la notte. Sveglia presto e via verso Biarritz. Purtroppo le tempistiche non ci permettono di ammirare i campi di lavanda in fiore della Provenza né i cavalli bianchi caratteristici della Camargue. Il nostro viaggio prosegue dritto verso l’altra parte della Francia. Il caldo è insostenibile, l’abbigliamento e i tir non aiutano e ci fermiamo spesso per dissetarci, incontrando numerosi motociclisti ugualmente provati dalle temperature.
 

La situazione finalmente cambia quando raggiungiamo Tolosa, essendo più vicini ai Pirenei. Da qui, seguiamo per Tarbes e Lourdes. L’aria di montagna mescolata con quella dell’oceano rendono la parte finale del viaggio decisamente piacevole. Cominciamo a vedere anche motociclisti a bordo di Special. Biarritz non è lontana.


Arriviamo a destinazione nel pomeriggio di giovedì. Il nostro albergo è una fattoria ristrutturata, la Ferme de Biarritz, e si trova in prossimità della Citè de l’Ocean e du Surf, dove c’è il modernissimo museo del Surf, progettato da Steven Holl. Soprattutto c’è la spettacolare spiaggia di Ilbarritz con scogli, faraglioni, onde e… surfisti.
 


Una cosa che notiamo subito è che le giornate sono molto più lunghe e abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una serie di tramonti, di quelli che ti fanno pensare ai vari motivi per cui vale la pena continuare a vivere a Milano. La Road King si è finora rivelata un’ottima compagna di viaggio senza dare segni del minimo cedimento, senza contare che ha permesso di viaggiare in due carichi e comodi.


Nella serata di giovedì, il festival è entrato nel suo vivo con la mostra “Art Ride” al Garage Foch, dove si potevano ammirare foto, quadri e moto trasformate in veri oggetti d’arte.
 


Un aspetto fondamentale della filosofia che caratterizza il Wheels and Waves è il viaggio e i Southsiders hanno studiato degli itinerari appositamente per l’occasione, munendo i presenti di una mappa con i tour e i diversi chilometraggi. E così, già nella giornata di venerdì, siamo andati tutti in Spagna per assistere all’evento più importante: la Punk’s Peak Race, in cima al monte Jeizkibel, a 450 m di altezza sopra il mare. Nonostante la strada non proprio entusiasmante, il panorama che troviamo all’arrivo è mozzafiato. Riusciamo a vedere quella che dovrebbe essere la città di Irun e l’oceano Atlantico. La quiete della montagna viene così spezzata dal susseguirsi di moto, anche se i cavalli e le mucche al pascolo non ne hanno risentito particolarmente.


La giornata di sabato è stata dedicata alla gita fuori porta. Si potevano scegliere due itinerari, entrambi tra i Pirenei: uno da 120 km con un tratto lungo la costa e uno da 250 km interamente nell’entroterra. Noi abbiamo scelto quello breve e per la prima parte. con l’aiuto della cartina, è andato tutto bene. Abbiamo attraversato alcuni paesini di campagna tipici della zona come Sare e St Peè, ma poi man mano che ci addentravamo nei Pirenei le indicazioni stradali erano sempre meno chiare. Anche il tragitto evidenziato non ci è stato di grande aiuto e così appena giunti su una superstrada, abbiamo deciso di andare a San Sebastian, famosa città del nord della Spagna. Come ogni città iberica, è ricca di vita, i locali sono pieni e la gente mangia a tarde ore. Lo stile architettonico è simile a quello di Biarritz, solo più in grande.
 


Riprendiamo la strada maestra e ci rechiamo verso le stradine di montagna che pensavamo di aver fatto all’andata, ovviamente sbagliando. Mentre sostavamo vicino a un ruscello, cercando di capire dove dovevamo andare, è passato un susseguirsi continuo di moto, rassicurandoci che eravamo sulla strada giusta. Li abbiamo quindi seguiti e insieme a loro ci siamo fermati ad un piccolo passo, dove tutti hanno parcheggiato per riposarsi e fare due chiacchiere. Si riparte comunque velocemente, ripassando per Sare e a Saint Pèe e poi di nuovo a Biarritz al Villaggio del Faro.
 

Per un festival così non poteva essere scelta effettivamente una meta più azzeccata di questa città, che ha accolto e vissuto con entusiasmo il weekend. Con una certa nostalgia, la domenica partiamo per Milano, sentendo già la mancanza di quei meravigliosi tramonti e della spensieratezza vissuta.
 


A bordo della Road King riattraversiamo la Francia. Spezziamo il viaggio, fermandoci a Narbonne, città apparentemente piena di turisti ma in realtà deserta. Il giorno dopo, stanchi dell’autostrada, usciamo a Salon de Provence, dove ha vissuto ed è morto Nostradamus. Ci godiamo così il paesaggio della Provenza con i suoi viali e suoi paesini tipici. Arrivati ad Arles rientriamo in autostrada, facendo comunque prima un giro della città, famosa per l’arena romana in cui organizzano le corride senza uccidere i tori e dove ha trascorso parte della sua vita Vincent Van Gogh, che qui ha realizzato numerose opere famose come la camera da letto e il ponte. Vicino a Marsiglia cominciamo a vedere cartelli con la I di Italia, non manca molto al confine. Prima però ci concediamo una sosta a Montecarlo. L’intento sarebbe stato quello di ripercorrere il tracciato di Formula 1, ma ci siamo accontentati di passare lungo il famoso tunnel.


A questo punto ci dirigiamo verso l’Italia e il tragitto per l’autostrada ci permette di avere una bellissima veduta del golfo, con quel paesaggio che è tipico anche della Liguria. Se la brezza marina ci aveva accolto all’andata, l’afa milanese ci ha dato il bentornato.
 


LA ROAD KING

Ma com’è andata la Road King? Come accennato prima, si è comportata bene. È il mezzo ideale per viaggiare in autostrada, macina, infatti, chilometri su chilometri senza problemi e anche per le strade secondarie, come quelle di montagna che abbiamo percorso, si è rivelata affidabile e confortevole. I consumi si sono mantenuti sui 17,56 km /l. La sua grandezza, inoltre, permette di far stare sempre comodi sia pilota che passeggero e questa è la sensazione che ci ha dato dopo averla usata intensamente per cinque giorni, percorrendo più di duemila chilometri. Bisogna quindi dire che è stata veramente un’ottima compagna di viaggio.

 

Giulia Guastoni