Spunti, considerazioni, domande dopo il GP delle Americhe

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP delle Americhe
Giovanni Zamagni
Marquez non ha più il margine dell’anno scorso? Quanto è stata determinante la scelta della gomma per i piloti? Per Marquez è più pericoloso in ottica campionato, Rossi o Dovizioso?
13 aprile 2015

Marc Marquez ha vinto con “solo” 2”354 di vantaggio: è giusto dire che non ha più il margine dell’anno scorso da amministrare?

“Ni”: sì e no. Intanto va detto che negli ultimi due giri, ovviamente, Marquez ha vistosamente rallentato, girando in 2’05”894 e in 2’06”196, perdendo più di 1”5. Il distacco reale, quindi, sarebbero più i 4”087 del 19esimo giro. E anche in prova Marc ha dimostrato di averne un bel po’ più degli altri, con quel giro da qualifica da pelle d’oca. E’ vero, però, che Rossi e la Yamaha si sono avvicinati oltre, naturalmente, alla Ducati, soprattutto con Dovizioso, ma anche con Iannone. Insomma, Marc sembra sempre avanti, ma non così tanto come nel 2014.

 

Marquez e Rossi avevano la dura, Dovizioso la media, così come Lorenzo: la scelta della gomma anteriore è stata effettivamente determinante?

No, perlomeno secondo il direttore generale di Ducati Gigi Dall’Igna. «Secondo noi, secondo i nostri calcoli, non era la gomma a fare la differenza, piuttosto lo stile di guida». Poi, naturalmente, dipende anche dalla moto: la Yamaha, effettivamente, ad Austin mette più in crisi l’anteriore».


Lorenzo, quindi, avrebbe dovuto scegliere la dura come Rossi?

Sì, secondo Valentino: «Io con la media non avrei fatto più di cinque giri». Ma il pilota spagnolo difende la sua scelta. «Alla fine, la mia gomma ha lavorato meglio di quella di Rossi: credo di aver fatto la giusta valutazione. Piuttosto, per farla durare di più, abbiamo fatto una modifica importante all’assetto, che ha funzionato, ma ci ha fatto perdere in trazione in tante curve. Sabato, nelle libere, avevo provato la “34” (quella più dura, NDA), ma non mi dava feeling. Ripeto, non è stato quello a fare la differenza: ha influito molto di più la bronchite che mi ha costretto a prendere gli antibiotici». A proposito di questo, va detto che Lorenzo ha cercato di “nascondere” il problema alla squadra, non svelando la “malattia”: ma venerdì, dopo il secondo turno, ha dovuto arrendersi all’evidenza, mettendo al corrente la Yamaha.

 

Perché Andrea Iannone è arrivato quinto a 7”584 da Marquez?

Risponde Iannone. «Per il contatto al primo giro tra Espargaro e Redding (centrato dal pilota spagnolo, NDA) ho perso 3”212 al primo giro e per recuperarli ho stressato troppo la gomma anteriore. Era un rischio che dovevo correre, era giusto provarci. Il problema vero sono state le qualifiche: nella MotoGP di oggi non puoi partire dalla terza fila (settimo tempo, NDA) se vuoi salire sul podio».

 

Marquez è terzo in classifica dietro a due italiani: chi considera più pericoloso per il titolo? Rossi o Dovizioso?

Risponde Marquez: «Ho grande rispetto per Dovizioso, sta andando forte, gli sono stato dietro per un po’ di giri e ho visto che ha un buon potenziale. Ma Rossi ha più esperienza, è più abituato a lottare per il campionato: credo sia lui il principale avversario, senza dimenticarsi di Lorenzo».
 


Cosa è successo a Marco Melandri, ritiratosi all’undicesimo giro mentre si trovava in 20esima e ultima posizione?

Problemi al cambio.

 

Cosa si sa del motore di Marquez che ha fatto accendere il led di allarme durante le qualifiche?

Marquez ha detto di non poter rispondere a questa domanda; il quattro cilindri, comunque, è stato mandato in Giappone per ulteriori accertamenti (non può però, per regolamento, essere “aperto) e ad Austin l’HRC ha punzonato il terzo motore per Marc.

 

Giri veloci in gara.

Iannone 2’04”251 (al 4° giro); Dovizioso 2’04”323 (2); A. Espargaro 2’04”535 (2); Rossi 2’04”543 (2); Marquez 2’04”563 (6); Smith 2’04”583 (2); Lorenzo 2’04”753 (4); Crutchlow 2’05”133 (2); Petrucci 2’05”512 (2); Bradl 2’06”070 (3).