MotoGP. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP di Jerez

MotoGP. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP di Jerez
Giovanni Zamagni
Quali le chiavi del GP? Cosa è successo a Morbidelli? Petrucci avrebbe potuto attaccare Dovizioso?
5 maggio 2019

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP di Jerez

 

Quali sono state le chiavi del GP?

  1. La partenza. Scattando subito al comando, con Morbidelli e Quartararo che hanno subito infilato Dovizioso partito benissimo dalla seconda fila, Marquez non ha avuto alcun problema a impostare e imporre il suo ritmo;
  2. Le qualifiche di Rins. Partendo dalla terza fila, Rins ha dovuto faticare un bel po’ prima di conquistare il secondo posto; fosse riuscito subito a stare dietro a Marquez, avrebbe anche potuto provare a stargli vicino (anche se Marc è sembrato amministrare a piacimento);
  3. I limiti Ducati. La DesmosediciGP è in crescita costante, ma continua a essere in difficoltà in percorrenza di curva. Dovizioso (e Petrucci) recuperavano solo in rettilineo, comunque troppo corto, mentre perdevano in tutti gli altri punti della pista;
  4. Le qualifiche di Rossi. Valentino, a differenza del rivale della Suzuki, non aveva comunque il passo per stare vicino a Marquez, ma scattando almeno dalla terza fila avrebbe potuto giocarsi il podio;
  5. La rottura di Quartararo. Al 14esimo giro, Fabio, mentre era secondo, è stato costretto al ritiro per l’anomalo inconveniente della rottura del rinvio del cambio.

La gara di Rins

Partenza: nono. 1 giro: sesto. 6 giro: quinto. 11esimo giro: quarto. 14esimo giro: secondo.

La gara di Rossi

Partenza: tredicesimo. 1. Giro: 11esimo. 4 giro: decimo. 14esimo giro: nono. 19esimo giro: ottavo. 20esimo giro: sesto.

Cosa è successo a Franco Morbidelli?

Cosa è successo a Franco Morbidelli, ottimo secondo fino al decimo giro, poi terzo fino al 15esimo, ma solo settimo al traguardo?

Morbidelli ha detto di avere avuto un calo clamoroso e improvviso delle gomme e ha dovuto rallentare.

Perché Pol Espargaro, nell’ultimo giro è stato superato da Jorge Lorenzo, in grande difficoltà?

Espargaro ha sbagliato il calcolo dei giri: quando è transitato sul traguardo per l’inizio dell’ultimo giro, pensava che la gara fosse finita e ha chiuso il gas. Quando si è accorto che c’era ancora un giro da effettuare era troppo tardi per recuperare su Lorenzo.

Cosa ha detto Jorge Lorenzo dopo il disastroso 12esimo posto a 18”473 dal compagno di squadra?

«Non ho fiducia, specie in entrata di curva, la moto trasferisce troppo peso sull’anteriore e faccio una gran fatica con le braccia a controllare la moto. Bisogna cambiare qualcosa nell’assetto o nella gestione del freno motore perché perdo troppo in entrata di curva, non solo nei confronti di Marquez, ma anche degli altri piloti Honda. I numeri dicono che sono messo peggio rispetto al primo anno in Ducati: sono piuttosto deluso e preoccupato. Ma non mi arrendo».

Il suo miglior giro è stato il settimo in 1’38”808, il più lento tra i piloti Honda, a 0”757 dal compagno di squadra.

Danilo Petrucci avrebbe potuto attaccare Andrea Dovizioso?

Risponde Petrucci: «Forse nei primi giri ero più veloce, ma passare Dovizioso sarebbe stato poco intelligente, perché lui nel finale è molto più efficace di me e mi ha aiutato a tornare su e a recuperare su Vinales».

Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato)

Marquez 1’38”051 (15); Dovizioso 1’38”068 (24); Vinales 1’38”157 (25); Rins 1’38”197 (7); Quartararo 1’38”277 (11); Crutchlow 1’38”312 (6); Petrucci 1’38”321 (19); Morbidelli 1’38”322 (7); Mir 1’38”362 (16); Rossi 1’38”372 (19);

Le tre più belle frasi del GP

3) Lorenzo: «E’ il momento più duro della mia carriera. Ma sono un campione e ce la farò a uscirne».

2) Dovizioso: «Non sono rassegnato, ma deluso: se fossi rassegnato, non correrei in MotoGP».

1) Paolo Simoncelli: «Si è ripetuto quello che accade 15 anni fa, quando Marco conquistò qui il suo primo podio in 125 e il suo compagno di squadra, Jenkner arrivò secondo. E’ qualcosa di pazzesco, mi fa pensare che Marco da lassù ci sta dando una mano. Sono felicissimo di avere creato una squadra eccezionale: Suzuki e Antonelli non si sopportavano, adesso vanno quasi d’accordo. Dedico questo successo a tutti quelli che ci vogliono bene».