MotoGP 2016. Rossi: "Stretta di mano con Marc, era la cosa giusta"

MotoGP 2016. Rossi: "Stretta di mano con Marc, era la cosa giusta"
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Dopo una notte di pensieri sull'onda della morte di Salom e alla fine di una gara impeccabile Rossi stringe la mano a Marquez. "Lorenzo? E' un po' diverso"
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5 giugno 2016

«Sono partito male ma avevo un buon passo - commenta Rossi in conferenza stampa -. Quando sono arrivato in testa ho provato a spingere per staccare gli altri, ma questa strategia ha funzionato con tutti tranne che con Marquez che mi ha seguito. E’ stato difficile, ma mi sentivo bene e la moto era perfetta quindi sono riuscito a rimanere davanti. Alla fine mi è piaciuta la battaglia: quando Marc mi ha sorpassato ho visto che anche lui era in difficoltà con le gomme e allora ho provato a spingere al massimo e son riuscito a prendere un piccolo gap per l’ultimo giro. Credo sia stato il miglior modo per ricordare Salom e un piccolo omaggio per lui e la sua famiglia. Non è nulla di importante ma è l’unica cosa che noi piloti possiamo fare».

 

Un w-e difficile sotto tanti punti di vista.

«Sì, tornare in pista e trovare la giusta concentrazione è difficile e il cambiamento di tracciato ci ha fatto un po’ soffrire ieri, ma oggi siamo migliorati e siamo riusciti a far lavorare le gomme dure e abbiamo fatto una buona gara».

 

A fine gara hai stretto la mano a Marquez.

«Sì, quando capitano queste cose (la morte di Salom, NDR) tutto il resto non ha molta importanza. Questa notte ho pensato molto, e sono arrivato alla conclusione che facciamo uno sport dove dobbiamo essere tranquilli e concentrati, perché è una cosa bellissima ma nello stesso tempo pericolosa, quindi era semplicemente la cosa giusta da fare».

 

Questo potrà aiutare a migliorare la vostra relazione?

«Sì».
 

Dopo il riavvicinamento con Marquez pensi che ci sarà un riavvicinamento anche con Lorenzo?

«Buona domanda (ride). La situazione con Lorenzo è un po’ diversa. All’inizio della stagione non pensavo che non ci saremmo parlati, ma da quando sono tornato in Yamaha sono stato sempre io ad andare da lui a a salutarlo e a chiedergli come va e ho pensato che invece quest’anno ho aspettato che venisse lui, ma non è mai successo».

 

A un certo punto hai pensato di accontentarti del 2° posto?

«Quando ho visto “Lorenzo Out” ho pensato che caso mai fosse Marc ad avere vantaggio dall’arrivare anche 2° perché ormai è in testa al mondiale.  La mia situazione è diversa: io devo recuperare più punti e ho due piloti davanti a me. Poi in quei momenti devi valutare come ti senti, che feeling hai con la moto e se sei in grado di vincere».
 

Ieri alcuni piloti hanno detto che è necessario che tu ritorni nella Saferty Commission per la tua esperienza, ritornerai?

«Io non ero d’accordo nel modificare la curva 9 poi sono andato a visionare la curva e la via di fuga è davvero piccola e le condizioni di sicurezza sono simili alla curva 12 quindi alla fine penso che… Io preferisco il tracciato classico, ma se per ragioni di sicurezza bisogna modificare anche la curva 9 va bene, perché bisogna fare tutto ciò che serve per aumentare la sicurezza».

 

Credi che questo sia il miglior momento della tua carriera?

«Credo che l’importante sia essere consistenti e veloci alle due della domenica pomeriggio. Questo è quello che ho pensato per tutta la mia carriera. L’anno scorso ho lottato per il campionato fino all’ultima gara ma in alcune gare non ero veloce come Lorenzo e Marquez. Quest’anno invece sembra che io sia più forte nonostante abbia meno punti. E’ un buon momento e la Yamaha è molto competitiva. Mi piacciono le Michelin perché sono le gomme con le quali sono cresciuto come pilota. Il campionato quest’anno ad ogni gara diventa più aperto difficile da interpretare e interessante. Sono allo stesso livello di Marquez e Lorenzo, ma allo stesso tempo anche Pedrosa, Vinales e Iannone sono molto forti. Diventa molto importante dal tracciato sul quale si corre».
 

Tu hai un rapporto magico con Barcellona, nel 2009 battevi Lorenzo in una delle gare più importanti della tua carriera e oggi hai fatto la stessa cosa con Marquez.

«Sì, sono riuscito a sbloccare il primo dieci perché non ho mai vinto da nessuna parte 10 volte. Mi pesava tanto non avere vinto nel 2009 e dopo la scorsa gara del Mugello ero molto triste perché mi ero preparato bene per fare una gran gara davanti a tutti i tifosi. L’unica cosa che dovevo fare qui era vincere».


Finalmente hai sbloccato questo numero 10.

«Sì, è un po' come nei videogames quando sblocchi il livello 10. Sembrava un po' una maledizione, per il mondiale dell’anno scorso che poteva essere il decimo e la decima vittoria del Mugello che poteva essere quella di una settimana fa».


Da metà gara, la tua gomma davanti era molto rovinata, eppure sei stato molto preciso nel buttarti dentro al penultimo giro, alla curva 3 hai fatto un capolavoro perché sei andato dentro velocissimo. Quando è cosi rovinata, cosa senti?

«L’ho intravista la gomma ed era consumata. Ieri era rovinata, strappata e quando si strappa succede che quando appoggi la moto sembra che pesi tanto, che cada giù. Oggi ho fatto più fatica con quella dietro e ho visto che anche Marquez stava soffrendo».

 

Si può dire che nella giornata di gara più triste degli ultimi 5 anni, tu sei riuscito a sciorinare uno dei migliori gran premi che tu abbia mai corso?

«Me l’ha già detto qualcuno, è stata una domenica perfetta. Già da stamattina siamo riusciti a migliorare molto la moto e il primo tempo nel warm-up mi ha dato molta tranquillità. Sapevo di non partire troppo indietro, sentivo di essere forte. L’unica cosa che mi preoccupava erano le gomme dure ma sapevo che più di 50 gradi potevano andare bene quindi sono partito convinto ed è stata una bella gara. La lotta con Marquez la metterei pari a quella con Lorenzo nel 2009».

 

Quando ti ha passato mancano 3 giri alla fine e sembrava ne avesse di più, poi invece cosa è successo?

«Ho cercato di spingere al massimo per tutta la gara, e poi ad un certo punto mi è venuto sopra e non potevo fare nulla. Quel giro dietro di lui è stato molto importante perché ho capito che anche lui era in difficoltà. In alcuni punti ero più veloce, ho cercato di essere più forte e sono arrivato all’ultimo giro nell’ultima parte in vantaggio. Fortunatamente è andata cosi, altrimenti sapevo che avrebbe provato a sorpassarmi e poteva succudere di tutto».


Venerdì eri preoccupato ed è bastata una gara per riaprire il mondiale che sembrava segnato.

«Sono molto contento, dopo la gara del Mugello ero molto triste però sapevo che questo è un campionato diverso dall’anno scorso dove c’era una grandissima costanza di rendimento per tutti e ci si giocava punto a punto. Qui le gomme, l’elettronica ma anche altri problemi come il mio motore, Iannone oggi che prende Lorenzo, ci sono tanti up and down. È bello cosi, è molto interessante, lo dico dal mio punto di vista perché sembravo fuori dai giochi e invece sono sempre più vicino ai due primi in classifica».


Quando sei vicino a Marquez, pensi al passato o pensi solo a vincere?

«Mah guarda, devi cercare di toglierti dalla testa queste cose anche perché poi diventa pericoloso e soprattutto ti fa perdere la concentrazione. Diventa Marquez col casco, è un po' come quando giochi alla Play Station, il pilota che stacca forte, difficile da fregare, cerchi di fare una scheda tecnica e comunque lasci da parte i problemi del passato».


Te lo aspettavi un duello con Marquez?

«No, ma quest’anno abbiamo già lottato. In Qatar e in Argentina mi ha fregato ma il tempo mette a posto tutte le questioni. E poi l’ho fregato delle volte anch’io come a Jerez. Ma oggi è stato bello, mi ha ricordato Assen l’anno scorso. Comunque battere Marquez è sempre una bella soddisfazione perché è uno dei più forti».

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