La turbolenta vita di Hector Barbera: nuova indagine della magistratura, cosa è successo e i precedenti

La turbolenta vita di Hector Barbera: nuova indagine della magistratura, cosa è successo e i precedenti
Il pilota spagnolo è indagato per aver acquistato un furgone con dei documenti di pagamento che sarebbero falsi. In passato ha avuto altri problemi con la giustizia
7 febbraio 2023

Dopo aver corso per due anni nel MotoAmerica Hector Barbera cambia campionato e nel 2023 torna nel British Superbike con TAG Racing Honda. Compirà 37 anni a novembre.

La sua carriera da motociclista è di alto livello: vicecampione del mondo in 125 e 250, dieci vittorie e 32 podi in 267 gare. Fuori dalla pista invece ha avuto diversi problemi con la giustizia e adesso è nuovamente indagato dalla magistratura.

Vediamo cosa è successo: nel 2014 si è trasferito ad Andorra con un permesso di soggiorno inizialmente valido per cinque anni. Non l’ha esteso ma sembra che Barberá abbia continuato ad abitare ad Andorra perché nel 2020 ha acquistato un furgone in un concessionario di auto usate.

A quanto è emerso non l’avrebbe pagato. Barbera avrebbe infatti presentato una ricevuta di trasferimento per la somma di 13.500 euro che poi si è rivelata falsa dopo un controllo della polizia. Al momento è indagato e vale la presunzione di innocenza fino alla sentenza del tribunale.

I problemi precedenti

In precedenza il pilota ha avuto problemi con la polizia e la magistratura. Nel 2019, mentre correva il Mondiale Supersport con la Yamaha del team Toth, è stato accusato dal team di aver rubato dai box una Yamaha R6. Il caso non è mai stato risolto.

Nel 2018 è stato licenziato dal team di Sito Pons in Moto2 perché la polizia spagnola lo sorprese a guidare un’auto con un tasso alcolemico superiore al consentito.

Nel 2014 Barberá era stato sorpreso dalla polizia alla guida di una Maserati senza patente (la sua era stata revocata).

Nel 2013 è stato condannato a sei mesi di carcere per violenza domestica contro la sua ragazza, ma la pena è stata successivamente commutata in sospensione condizionale della pena.

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