Nuovo modello (in India) per la Bajaj Pulsar 200. Andrebbe bene anche da noi?

Nuovo modello (in India) per la Bajaj Pulsar 200. Andrebbe bene anche da noi?
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
L'annuncio di un modello 2014 per la Casa indiana, comproprietaria di KTM, ci fa da spunto per qualche riflessione sul nostro mercato
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
18 novembre 2013

Il mercato indiano non conosce sosta nella sua espansione: Bajaj, il più grande costruttore indiano nonché possessore del 49,8 del pacchetto azionario di KTM, ha aggiornato dopo un anno e mezzo uno dei suoi modelli più recenti, il Pulsar 200NS. Nuove colorazioni, diverse verniciature per alcuni dettagli nonché qualche rifinitura di dettaglio. Esattamente come accadeva per la maggior parte dei modelli giapponesi prima della crisi economica mondiale: ogni due anni (o giù di lì) un leggero restyling e limature di dettagli - a meno che non ci fossero situazioni da sistemare - e ogni quattro l'arrivo di un modello completamente nuovo.

 

Il modello in questione è una piccola naked sportiva non troppo diversa nella sostanza dalla KTM Duke di analoga cilindrata, per restare in casa con i paragoni anche se in una delle colorazioni che vi proponiamo è ben visibile il logo Kawasaki, con cui la Casa indiana lavora da tempo realizzando diversi modelli di piccola cilindrata.

Quello che fa un po' specie è che fino a qualche anno fa un modello del genere sarebbe stato guardato con un misto di simpatia e snobismo dai mercati occidentali mentre ora, con disponibilità economiche nettamente inferiori, è molto probabile che una proposta del genere non stonerebbe - anzi, attirerebbe diversi curiosi - in uno stand dell'EICMA.

 

Qualche tempo fa diversi analisti, parlando del mercato motociclistico, prevedevano un aumento della vendita di modelli di alta gamma sui mercati come quello indiano, forte di una classe media sempre più consistente. Il fenomeno tarda però a verificarsi a causa della mancanza di infrastrutture e di una situazione tutto sommato paragonabile a quella del nostro secondo dopoguerra, dove il ceto sociale medio puntava appena possibile alla quattro ruote. E' curioso invece notare come la situazione economica europea faccia si che diversi modelli evidentemente pensati per il genere di mercati (e le strade) indiane inizino a venire accolti con occhi diversi anche da parte nostra... 

 

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