Dakar 2016. Helder Rodrigues torna in Yamaha

Dakar 2016. Helder Rodrigues torna in Yamaha
Piero Batini
  • di Piero Batini
Altro tassello dell’effetto domino post-Dakar che va al suo posto, e altra voce che diventa notizia ufficiale. Il Portoghese, Campione del Mondo Cross-Country Rally nel 2011, torna con Yamaha, questa volta –France
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
16 aprile 2015

Giù un altro “soldato”. Dopo Laia Sanz, che ha lasciato il Team HRC Honda per passare tra le file di KTM, quando vieni a sapere che il Pilota ha partecipato con una Yamaha, una settimana fa, ad una gara di casa, capisci che è la volta di Helder Rodrigues. Un altro “soldato”, un altro pilota che segue la Sanz (e in un certo senso anche Sam Sunderland), prende la stessa porta per uscire ma, in questo caso, ne attraversa un’altra in entrata. È la porta di Yamaha France, la squadra ufficiale della marca dei tre diapason per i Rally-Raid. La stessa che, all’indomani della “diserzione” di Cyril Despres, è corsa ai ripari allestendo una nuova moto e facendo correre, quest’anno alla Dakar, Alessandro Botturi, Olivier Pain e Michael Matge.


Con Yamaha Helder Rodrigues, trentasettenne di Lisbona, ha già una lunga tradizione e una storia gloriosa. Nel 2011 è diventato Campione del Mondo, e nello stesso anno e in quello successivo è salito sul podio finale della Dakar. Suona un po’ singolare e stridente, oggi, la sua storia successiva. Il portoghese è stato, infatti, il primo Pilota “reclutato” dal Team HRC per il grande rientro alla Dakar di tre anni fa, la notizia fece ufficiosamente il “boom” durante l’edizione del Sardegna Rally Race Mondiale, e non è un mistero che Rodrigues sia stato una pedina importante per lo sviluppo della CRF450 Rally giunta oggi al terzo stadio evolutivo. È un po’ meno noto, forse, il fatto che durante la scorsa stagione Helder aveva corso quasi sempre nell’ombra, sacrificando più volte il risultato sull’altare dei test in corsa necessari per lo sviluppo della moto.


La grande esperienza di Rodrigues come collaudatore, oltre che come pilota di punta, è d’altra parte una buona indicazione sulla volontà di Yamaha di tornare ai vertici della specialità, avvalendosi quindi dell’importante contributo di esperienza del portoghese per lo sviluppo della moto che, a dire il vero, quest’anno ha prestato il fianco a non poche critiche.


La sensazione, scivolando verso il commento e le ipotesi, è che il Team Honda HRC abbia deciso di puntare esclusivamente e incondizionatamente su Joan Barreda, e di conseguenza sui “servizi” del suo storico compagno di squadra, Paulo Gonçalves. Niente da eccepire. Questa, tuttavia, è una politica discutibile, che finisce per sacrificare la “panchina”, una entità non secondaria in ottica Dakar, per numero, motivazione e continuità di presenza dei Piloti. Anche KTM ha una squadra evidentemente Coma-centrica, ma il catalano ha già dimostrato ampiamente di meritare un simile trattamento privilegiato che diventa, nel caso specifico, anche tatticamente conveniente e prezioso. Anche le “fughe” di Laia Sanz e di Helder Rodrigues si spiegherebbero meglio nell’ottica di un atteggiamento così intransigente da parte della “dirigenza” del Team HRC.


Non è finita, naturalmente, Honda correrà ai ripari, si è parlato dell’inserimento nella squadra dello spagnolo Gerald Farres, Pilota gentile e bravo, ma soprattutto disponibile a svolgere diligentemente un compito di “back Up”, e di altri nomi. Tra pochi giorni un ulteriore perfezionamento della “mappa” degli spostamenti.


Con l’arrivo di Rodrigues, la squadra Yamaha per la Dakar si fa ancora più forte e, di certo, un punto fermo dello scenario futuro della Dakar. Scenario, non dimentichiamolo, che include anche e soprattutto Alessandro Botturi. Del suo ruolo definitivo parleremo a giorni.

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