Talento sprecato

Talento sprecato
Giovanni Zamagni
Ci sono piloti che hanno vinto molto e altri troppo poco pur essendo dei grandi talenti. Campioni che, sulla carta, avrebbero potuto conquistare più ori e qualche titolo in più | G. Zamagni
21 gennaio 2011


KEVIN SCHWANTZ
Il simbolo di questa categoria di fenomeni mancati, perlomeno nei risultati, è sicuramente Kevin Schwantz, considerato da molti uno dei piloti più forti e spettacolari di sempre. Nato a Paige (Texas, Stati Uniti) il 19 giugno 1964, Kevin ha corso nel motomondiale dall'86 al '95, quando in una commovente conferenza stampa al Mugello annunciò il ritiro, a causa dei problemi allo scafoide sinistro. Molti piloti di oggi, tra i quali Valentino Rossi e Andrea Dovizioso, sono cresciuti nel mito di Schwantz e delle sue imprese in sella alla Suzuki, Casa alla quale è sempre stato fedele. Forse è anche per questo che Kevin ha conquistato "solo" un titolo mondiale (1993) e 25 successi, per un totale di 51 podi, tutti in 500. Numeri che, per la verità, farebbero la felicità di tantissimi protagonisti, ma che stanno un po' stretti al grande Schwantz, penalizzato anche da troppe cadute, oltre che da una moto meno competitiva delle altre.


TETSUYA HARADA
Altro caso clamoroso è quello di Tetsuya Harada, probabilmente il pilota giapponese più forte che abbia mai corso nel motomondiale. Con una Yamaha TSR 250 decisamente inferiore a Honda e Aprilia, Harada è riuscito a conquistare il titolo iridato nel 1993, battendo all'ultima gara Loris Capirossi, il pilota che nel 1998 si riprese la rivincita in Argentina, sempre all'ultimo GP. Un sorpasso che ancora oggi fa discutere gli appassionati, con Loris che non aveva avuto nessun timore a speronare e buttare fuori pista il compagno di squadra, finito a terra quando aveva ormai il campionato in tasca. Nella sua carriera, Tetsuya, nato a Chiba il 14 giugno 1970, è salito complessivamente 55 volte sul podio, grazie a 17 vittorie (tutte in 250), 26 secondi posti e 12 terzi posti (2 in 500), ma avrebbe meritato di conquistare un titolo della 250 in più, quello appunto del 1998, e almeno un successo nella mezzo litro, categoria nella quale ha corso con l'Aprilia bicilidrica e con la Honda quattro cilindri nel 2002, quando però era ormai a fine carriera e nell'anno del debutto della MotoGP.
 

Luca Cadalora
Luca Cadalora

LUCA CADALORA
Ha vinto tre mondiali, uno in 125 e due in 250, ma nel curriculum di Luca Cadalora manca un titolo, quello della 500, il più prestigioso. Nato a Modena il 17 maggio 1963, dotato di talento straordinario, Luca è tra i pochi piloti al mondo ad aver conquistato almeno un GP in 125, 250 e 500. Nel dettaglio: 4 in 125, 22 in 250 e 8 in 500, per un totale di 72 podi, 29 pole position, 30 giri veloci in gara. Anche nel suo caso, quindi, i numeri dicono che la carriera di Cadalora è stata comunque di altissimo livello, ma chi, come me, ha avuto la fortuna di vederlo guidare, sa che l'iride 500 era ampiamente alla sua portata. Ripercorrendo quegli anni, Luca si rammarica soprattutto per non avere avuto gomme Dunlop all'altezza delle Michelin, mentre nel 1996, quando senza sponsor corse con la Honda del team Kanemoto, vincendo al debutto in Malesia, secondo Cadalora dava troppo fastidio che una squadra privata battesse quella ufficiale. Secondo Wayne Rainey, suo compagno di squadra alla Yamaha, il modenese non era invece capace di guidare "al di sopra dei problemi": fatto sta, che uno dei più forti piloti italiani di tutti i tempi non è riuscito ad affermarsi nella classe regina.


DAIJIRO KATO
Dopo aver vinto alla grande il titolo 250 nel 2001, in una stagione nella quale era salito ben 11 volte sul gradino più alto del podio, Daijiro Kato sembrava destinato a un radioso futuro anche in MotoGP, dove ha corso nel 2002, chiudendo il campionato al settimo posto, con due podi (due secondi posti) all'attivo. Nel 2003 puntava a diventare uno dei grandissimi della classe regina, ma Daijiro ha purtroppo perso la vita a soli 24 anni in un terribile incidente nella prima gara a Suzuka. Talento straordinario, persona affabile e squisita, Kato sarebbe sicuramente stato uno dei protagonisti assoluti della MotoGP.


DORIANO ROMBONI
Nato a Lerici l'8 dicembre 1968, Doriano Romboni è stato un eccellente pilota della 125 e della 250 nei primi anni Novanta, conquistando però solo sei GP, 4 in 250 e 2 in 125. Molto veloce, dotato di grande talento, Romboni ha sprecato la sua occasione nel 1993, quando dopo due successi consecutivi in Austria e Germania, si fece male in Olanda, vedendo di fatto svanire la possibilità di conquistare il titolo con la Honda. Dopo di allora, Doriano è sempre stato vicino ai migliori, ma comunque al di sotto delle sue possibilità. In tutto, Romboni è salito 22 volte sul podio, tra cui un terzo posto in 500 con l'Aprilia, primo podio della Casa di Noale nella massima cilindrata.
 

Loris Reggiani
Loris Reggiani

 LORIS REGGIANI
Tre vittorie in 125, cinque in 250, secondo in classifica generale nel mondiale 125 nel 1981 e secondo nel 1992 in 250, alle spalle di Luca Cadalora, Loris Reggiani, classe 1959, è certamente uno dei piloti che avrebbe potuto conquistare almeno un titolo. Incidenti, alcune scelte sbagliate, poca convinzione hanno impedito a Loris di ottenere grandissimi risultati, nonostante capacità assolute. Nel 1992 l'accoppiata Reggiani-Aprilia sembrava la più competitiva, ma non bastarono dieci podi consecutivi per centrare il massimo obiettivo.


MARCO MELANDRI
Chi ha lavorato con lui, dice che Marco Melandri, nato a Ravenna il 7 agosto 1982, è dotato di un talento straordinario, addirittura superiore a quello di Valentino Rossi. Ma infortuni e fragilità psicologica hanno impedito a Melandri di trionfare come avrebbe potuto e così Marco si deve accontentare di 22 successi - 7 in 125, 10 in 250 e 5 in MotoGP -, 62 podi e un solo titolo, nel 2002 in 250. All'appello manca sicuramente il mondiale 125, perso nel 1999 per un solo punto contro Emilio Alzamora, mentre in MotoGP Melandri si è veramente espresso ad alti livelli solo nel 2005, quando ha conquistato il secondo posto con la Honda satellite del team Gresini. Dopo 13 anni lascia il motomondiale per approdare in SBK: riuscirà finalmente ad essere un vincente?


TAKUMA AOKI
Altro pilota giapponese di talento straordinario, fermato purtroppo da un terribile incidente: dall'inverno del 1998, Takuma Aoki è costretto a muoversi su una sedia a rotelle, a causa di una caduta, durante test privati, a Motegi. Per lui solo 4 podi, tutti in 500 e una carriera interrotta, di fatto, ancora prima di incominciare.


TROY BAYLISS
Per quello che ha fatto e vinto in SBK, ci si aspettava molto di più di da Troy Bayliss, che in tre anni di MotoGP, due con la Ducati e uno con la Honda, ha raccolto poco e sempre meno del suo compagno di squadra. Poi, nell'unica apparizione nel 2006, a Valencia, ha trionfato alla grande, anche se in modo un po' casuale, confermando tutto il suo valore: peccato che non sia riuscito a esprimerlo al meglio anche nella categoria più difficile del motociclismo.

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