Rossi punta al podio fin dal Qatar

Rossi punta al podio fin dal Qatar
Giovanni Zamagni
Lo sguardo è determinato, la faccia serena: insomma, il solito Valentino Rossi. Anzi, per meglio dire: il solito Valentino Rossi in sella alla Yamaha | G. Zamagni, Losail
3 aprile 2013

Punti chiave


LOSAIL – Lo sguardo è determinato, la faccia serena: insomma, il solito Valentino Rossi. Anzi, per meglio dire: il solito Valentino Rossi in sella alla Yamaha, perché negli ultimi due anni, con la Ducati, quell’espressione la si è vista in pochissime occasioni – forse a Le Mans e a Misano 2012 -, per non dire mai. Adesso, dopo un inverno di lavoro e adattamento, Valentino si sente pronto per l’ennesima sfida della sua carriera: provare a battere piloti molto più giovani di lui e, soprattutto, il campione del mondo a parità di moto.

«Sono contento delle prestazioni invernali: sono andato abbastanza forte a Sepang e a Jerez, meno bene in Texas. E’ comunque troppo presto per fare delle valutazioni, bisogna aspettare le gare (almeno cinque, secondo Jorge Lorenzo, NDA). Sono abbastanza veloce, ma il livello è altissimo: i tre piloti ufficiali (Pedrosa, Lorenzo, Marquez, NDA) sono velocissimi in tutte le condizioni».


Che effetto fa tornare sulla Yamaha in Qatar?
«Sono naturalmente un po’ teso, perché è la prima gara, ma molto felice, ho una grande carica, soprattutto dopo quanto fatto nei test: so di poter fare bene. Qui corriamo dal 2004: l’inizio era stato abbastanza shoccante, perché mi avevano fatto partire ultimo, in gara ero caduto e quasi perdevo il mondiale… Poi, negli anni successivi, è sempre stata una pista piuttosto buona per me (ha vinto nel 2005, 2006 e 2010, quindi nell’ultima stagione con la Yamaha, NDA): posso essere competitivo. E’ un tracciato dove, solitamente, la Honda va molto forte, ma l’anno scorso vinse comunque Lorenzo con la M1: più o meno, quindi, dovremmo essere lì».


Nel 2004, ci fu la famosa “maledizione” a Gibernau: puoi raccontare i retroscena?
«Quella volta l’avevano fatta veramente sporca Gibernau e Juan (Jimenez, NDA), adesso capo meccanico di Hayden. Ce l’avevano quasi fatta e, in più, io mi ero anche fatto male, mi ero bucato un dito. Così la sera a cena, con Brivio e Uccio, ho chiesto: quante gare ha vinto quest’anno Gibernau? Quattro? Bene, ho detto, adesso non ne vince più. Io, però, mi riferivo a quella stagione, invece non ne ha più conquistate nella sua carriera: forse ho un po’ esagerato…».


Dal punto di vista agonistico, i due anni in Ducati sono stati come non correre?
«No, sono stati meglio: se non avessi corso per due anni, sarebbe stato molto più difficile prendere il ritmo. E quando soffri, un po’ ti tempri, diventi sotto qualche punto di vista più forte, perché hai provato il peggio, anche per tanto tempo consecutivo. Insomma, può anche essere stato utile, anche se, naturalmente, sarebbe stato meglio fare bene».

 

Adesso hai perfettamente in mano la M1?
«No, non sono ancora al 100%, non sfrutta al massimo i suoi punti di forza, anche se, rispetto al 2010, sono messo molto meglio fisicamente: allora veramente soffrivo per la spalla, mentre oggi sto bene. Sarebbe bellissimo riuscire a salire sul podio in questo GP: sulla carta, le prime due gare saranno un po’ più difficili, quindi bisognerà lavorare bene, cercare di prendere più punti possibili, per arrivare in Europa lì vicino e vedere se ce la possiamo giocare. Mi piacerebbe fare un campionato comunque in crescita, ho ancora margine di miglioramento e Lorenzo, al momento, è più veloce di me: ce n’è di lavoro da fare».

 
Ad Austin avevi detto che eri il quarto dei “quattro”: lo pensi ancora dopo Jerez?
«Si è visto che cambia pista per pista: a volte posso essere più competitivo e lavorare nelle altre. Comunque vedo ancora Pedrosa e Lorenzo favoriti, un gradino sopra di me».


Come valore complessivo dei tuoi avversari, è il mondiale più difficile che ti appresti ad affrontare?
«Il livello è altissimo. Purtroppo non c’è Stoner, ma Marquez l’ha rimpiazzato benissimo e ci metterà poco a essere competitivo. Negli ultimi Stoner, Lorenzo e Pedrosa sono andati veramente molto forte: è difficile».


In una intervista, Biaggi ha detto che sei un “mago” ad aver trovato la Yamaha dopo due anni così con la Ducati; che ne pensi?
«Questa è una domanda per farmi fare polemica…».


No, figurati…
«Me l’hanno detto, ma io non so cosa vuol dire. Secondo voi cosa vuol dire?».


Lui dice che è una considerazione positiva: dopo due anni così difficili, solo un mago poteva trovare una moto competitiva…
«A me non sembra così positiva… Secondo me a Biaggi dispiace che io sono sulla Yamaha ufficiale!» (ride, NDA).