MotoGP, Motegi 2015. Rossi: “Non bisogna pensare che Lorenzo è infortunato”

MotoGP, Motegi 2015. Rossi: “Non bisogna pensare che Lorenzo è infortunato”
Giovanni Zamagni
Lorenzo ha una lesione alla spalla sinistra, Marquez un metacarpo sinistro fratturato, ma Valentino non vuole commettere l’errore di giudicare in difficoltà i suoi avversari. “Nessuno può sapere adesso le condizioni di Jorge, nemmeno lui: meglio correre considerando che sia al 100%”
8 ottobre 2015

MOTEGI – L’occasione sembrerebbe ghiotta: Jorge Lorenzo ha una lesione di primo grado al tendine della spalla sinistra, Marc Marquez si è rotto un metacarpo della mano sinistra. Ma Valentino Rossi non si fida.

«L’errore che si può fare psicologicamente è pensare: “si è fatto male alla spalla”, quindi lo frego facile. Ma è un’arma a doppio taglio, che ti si può ritorcere contro, perché magari lui è infortunato, ma riesce ad andare forte e a metterti in difficoltà. A quel punto, lui si carica, diventa più forte, pensa “riesco ad andare come lui con la spalla infortunata”, mentre tu soffri la situazione e dici: “non riesco a fregarlo nemmeno se sta male”. Inoltre, Lorenzo e Marquez, oltre che molto veloci, sono anche due piloti tosti: quindi bisogna pensare che siano entrambi al 100% e cercare di arrivare davanti soprattutto a Jorge. Ma è molto difficile, perché lui qui va veramente forte: penso sia una delle sue piste favorite. Io qui ho fatto tanti podi, ma ho vinto solo due volte: non è un tracciato dove di solito faccio faville, ma nel 2014 avevo disputato una buona gara».

 

Lorenzo, ormai è evidente, è fenomenale nei primi due giri: come lo si ferma?

«E’ un aspetto su cui si può lavorare: io sono migliorato tanto, ma lui è veramente un grandissimo talento appena entrato in pista. E’ incredibile, anche alla mattina al primo giro».

 

Questione di fiducia?

«Credo più di talento. Lorenzo delle volte riesce a fare il suo giro migliore appena uscito dai box, anche nei turni di prove. E’ una cosa molto particolare, non soltanto nei miei confronti, ma anche rispetto agli altri piloti. Lui si prepara sempre molto bene, parte sempre in prima fila: è difficile batterlo, bisogna cercare di migliorare».

 

A proposito di preparazione: un GP extraeuropeo si prepara in maniera differente rispetto ad uno europeo?

«Ci sono i pro e i contro. A favore: per il jet leg, vai a letto a presto la sera perché sei stanco e ti alzi al mattino che sei già in forma, mentre in Europa faccio più fatica, perché mi addormento più tardi, quando mi sveglio al mattino sono rincoglionito. Poi le gare fuori Europa sono più facili perché c’è meno gente nel paddock, meno tifosi che ti chiedono il pass… Si cerca sempre di fare le stesse cose».

 

Le previsioni danno pioggia per domenica…

«Anche il mio team mi ha detto di questa possibilità: io, come tutti, preferisco però una gara sull’asciutto, perché sull’acqua non puoi mai sapere se sarai competitivo o no».

 

E’ la prima di tre gare consecutive: si corre diversamente?

«No: quando sei sulla moto non pensi a tenerti del margine, ma solo ad andare più forte possibile. L’aspetto positivo è che si correre su tre belle piste: questo aiuta di sicuro».