Nico Cereghini: "Che direbbe il grande Soichiro?"

Nico Cereghini: "Che direbbe il grande Soichiro?"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Il mitico fondatore della Honda sapeva riconoscere i suoi errori. Qui invece si fa finta di credere che Marquez sia sincero. Ma tre indizi fanno una prova, e Valencia ha confermato la malafede del 93
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
10 novembre 2015

Ciao a tutti! Chi poteva ancora avere dei dubbi sulle reali intenzioni di Marquez è stato servito. Allo sputtanamento non c’è limite, avevo detto dopo la gara di Sepang, e infatti Marc ha dato un calcio probabilmente definitivo alla sua dignità e a quella del nostro sport. Perché ne sono così sicuro? Perché tre indizi fanno una prova, e se in Australia ci poteva essere ancora qualche dubbio e in Malesia si è visto un corpo a corpo spropositato nei tempi e nei modi (finito male con colpa di Rossi), a Valencia si è toccato il fondo. Eh sì, perché il 93 ha rinunciato a una assai probabile vittoria, negli ultimi venti giri è stato più veloce di Lorenzo ben tredici volte, eppure non ha tentato un attacco che fosse uno. Nemmeno un’affiancatina in impostazione di curva, niente di niente. Composto e rispettoso del battistrada come non si era visto mai, è tornato aggressivo soltanto con il suo stesso compagno di squadra, quando Dani Pedrosa ha provato a passare per andare a vincere la corsa. E tutto questo perché? L’unica risposta possibile: per far dispetto a Valentino.


La mia domanda invece è questa: cosa ne dice la Honda al di là delle dichiarazioni di prammatica? In questa fase mi pare giusto che Nakamoto e Suppo perseguano l’obiettivo di difendere il loro pilota, e quando respingono le tesi di Rossi io posso anche pensare che siano sinceri. Perché partono dal presupposto che Marc sia un ragazzo onesto, e finiscono inevitabilmente per leggere gli eventi con una sola prospettiva. Livio Suppo in particolare mi ha chiamato diverse volte di questi tempi, si dice convinto che Valentino condizioni tutta la stampa nazionale, e gli rispondo che va bene lo posso anche capire, ma cosa penserà davvero il bravo team principal quando leggerà sulla pagina Facebook di HRC le feroci critiche che arrivano da tutte le parti del mondo, Giappone compreso? Qualche dubbio gli nascerà pure.
 

Bisogna anche tener conto che i Giapponesi sono un popolo molto speciale. Onore e rispetto sono i valori in cui credono fermamente, al punto di essersi spinti fino alle estreme conseguenze quando la Storia lo ha richiesto. Come dice l’ingegnere Giulio Bernardelle, che li conosce bene perché ha lavorato tanti anni con loro, i nipponici sono tanto onesti nell’animo da rifiutare del tutto l’idea che un loro collaboratore sia scorretto. Quando succede, quando un dipendente viene colto con le mani nel sacco, allora solo il rito del harakiri può risolvere l’insopportabile tradimento. Ebbene adesso non vogliono credere alla malafede di Marc Marquez, ma con il tempo potrebbero arrivarci anche loro: qualche dirigente vorrà vedere le telemetrie (quelle vere), noterà qualche parzializzazione di troppo con il gas a moto dritta, scoprirà che sono un po’ troppe numerose le frenate anticipate, e qualche dubbio comincerà a serpeggiare tra le file.


Lì si porrà una questione di principio, perché onore e rispetto sono alla base anche della filosofia del mitico fondatore Soichiro Honda, con il quale non si scherza anche se è defunto. Lui sapeva riconoscere i suoi errori, anzi diceva: “il successo è per il 99 per 100 fallimento” E sono davvero curioso di vedere come andrà a finire, perché a un pilota di talento come Marc è impossibile rinunciare, ma nemmeno lo si può giustificare sempre.