MotoGP. Le considerazioni del GP di Valencia

MotoGP. Le considerazioni del GP di Valencia
Giovanni Zamagni
Il successo di Pedrosa è stato significativo, mentre la seconda parte di stagione di Lorenzo non è stata entusiasmante. Stoner chiude la sua carriera con un pò di commozione e per Rossi termina il capitolo Ducati | G. Zamagni, Valencia
10 novembre 2012


VALENCIA – Cos’ha detto il GP di Valencia, ultimo appuntamento stagionale? Ecco qualche spunto.


PEDROSA: IN GRANDE CRESCITA


Il successo di Dani Pedrosa è stato particolarmente significativo, perché è il settimo della stagione: Dani, quindi, è il pilota che ha vinto di più quest’anno, con Jorge Lorenzo fermo a sei e Casey Stoner a cinque.
Nelle prime dieci gare, Dani era salito sul podio una sola volta (al Sachsenring), mentre nelle ultime otto haottenuto sei successi, sull’asciutto e sul bagnato (Indianapolis, Brno, Aragon, Motegi, Malesia, Valencia),con due zeri, uno per colpa sua (Phillip Island) e uno perché abbattuto da Barbera (Misano). Insomma, la suaseconda parte di stagione è stata devastante.


«Ho guidato bene, non ho nulla da rimproverarmi: sono solo stato meno fortunato di Lorenzo» si rammarica il campione della Honda. Non è proprio così, perché non ci si può dimenticare che Jorge era stato tirato giù da Bautista alla prima curva, ma è vero che nella seconda parte di stagione, Dani è stato più incisivo, aggressivo e determinato del rivale: questo Pedrosa ha tutto per puntare al titolo nel 2013 e il successo di Valencia, ottenuto partendo dalla pit lane, è una grande dimostrazione di forza e di freddezza.


LORENZO: UN PO’ IN CALO


Viceversa, la seconda parte di stagione di Lorenzo non è stata così entusiasmante, al di là dell’errore commesso a Valencia. «Ho preso una gran botta, ho avuto fortuna a non farmi male, se non un po’ a un legamento del ginocchio destro. Quanto successo oggi, avvalora maggiormente il titolo conquistato a Phillip Island, perché, come si è visto, se arrivi a giocartelo nell’ultima gara può succedere di tutto. Oggi volevo vincere, ho fatto una scelta rischiosa, ma giusta. All’inizio ho avuto pazienza, c’era solo mezzo metro di asfalto asciutto, ma quando sono andato al comando ho preso un buon vantaggio. Ho rischiato tanto a superare Barbera, che non si spostava e quando ho raggiunto Ellison, ho affrettato i tempi, perché volevo mantenere il vantaggio su Pedrosa. Purtroppo sono uscito dalla linea asciutta e le gomme hanno perso aderenza. Dani è stato intelligente, bravo a velocemente lo svantaggio iniziale». Nelle condizioni di domenica era facilissimo sbagliare e la caduta non cambia il giudizio sulla sua stagione: semplicemente straordinaria. In questo momento, però, l’accoppiata Pedrosa-Honda è più forte.


STONER: CHE PECCATO


Casey Stoner ha chiuso la sua carriera con un podio, l’89esimo della carriera, apparentemente senza grande emozione, ma, in realtà, nel giro conclusivo si è commosso. Così come quando all’arrivo in sala stampa è stato omaggiato da una “standing ovation”, con tutti i presenti in piedi a battere le mani. «Il giro d’onore è stato abbastanza difficile – ammette -, ho cercato di assorbire ogni momento, volevo gustarmi le ultime sensazioni. Avrei voluto finire il campionato lottando per il mondiale, ma non è stato possibile, ma dopo l’incidente di Indianapolis sono riuscito comunque a essere veloce, vincendo anche a Phillip Island in una giornata indimenticabile». La MotoGP, quindi, perde un talento straordinario, il pilota più veloce dell’era moderna, con l’unico limite, a volte, di voler esagerare: a Indy si è fatto male cadendo al quarto giro in qualifica, mentre stava dominando con parecchi decimi di vantaggio sul secondo. Ma anche questo fa di Stoner un pilota unico e inimitabile.


DOVIZIOSO: BRAVO, MA…


Andrea Dovizioso ha chiuso al sesto posto un fine settimana non troppo esaltante. «Io e Rossi siamo quelli che abbiamo fatto la tattica peggiore! Non pensavo che si potesse partire con le slick, ma i fatti mi hanno smentito. Poi, avrei dovuto tornare prima ai box e quando ho cambiato moto mi si è anche spenta la moto. In ogni caso, è stata una buona stagione, con risultati importanti con una moto satellite, con il rammarico di quanto successo in Malesia: se non fosse piovuto, mi sarei giocato la vittoria con Lorenzo e Pedrosa».Dovi ha ragione, ma nelle ultime gare il suo rendimento è stato un po’ al di sotto delle aspettative. Adesso loaspetta una avventura difficilissima, con una squadra e una moto da ricostruire. «So quello che mi aspetta, ma il nostro è un progetto lungo due anni», continua a ripetere Andrea, buon quarto in classifica generale.

 

ROSSI-DUCATI: FINALMENTE E’ FINITA


Dopo due anni di sofferenza, è finalmente finito il rapporto Rossi-Ducati: può essere positivo per entrambi. «Ho salutato tutti, perché in questi due anni sono stato veramente bene in Ducati, con persone davvero straordinarie: purtroppo sono mancati i risultati. In questi due anni, il ricordo più bello è il secondo posto di Misano, mentre quelli brutti sono così tanti che faccio fatica a indicarne uno solo… Martedì proverò la Yamaha: sono curioso di vedere il mio livello». (A causa del maltempo, la Yamaha ha deciso di fermarsi a Valencia solo martedì mattina; poi, nel pomeriggio, si trasferirà ad Aragon, dove rimarrà fino a giovedì). L’avventura con la Ducati si è conclusa esattamente come era iniziata con i test di fine 2010: un disastro assoluto.