Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Era prevista pioggia, ma le FP1 si sono disputate con la pista asciutta, mentre nelle FP2 si è girato (poco) con le gomme da bagnato con l’asfalto appena umido, per un turno assolutamente insignificante.
La prima verifica, purtroppo, ha dato esito negativo: Lorenzo ha fatto un solo giro, è rientrato ai box e ha detto ai suoi tecnici che non ce la faceva a guidare. Lo aveva anticipato alla vigilia: la frattura al polso sinistro, conseguenza della terribile caduta nelle FP2 a Buriram per inconveniente tecnico, non gli permette di guidare e Jorge è costretto a saltare anche il GP del Giappone, dopo aver già perso quello in Thailandia. Come anticipato ieri, non verrà sostituito: la Ducati, ufficialmente, dice che non era previsto un piano “B”, perché si era sicuri che Jorge non avrebbe avuto problemi, ma Michele Pirro non è in Giappone perché impegnato a provare la DesmosediciGP 2019 a Valencia.
DOVIZIOSO VELOCISSIMO
La seconda verifica era la competitività della Ducati su questa pista: questa volta, l’esito è positivo. Andrea Dovizioso è stato costantemente davanti, chiudendo poi al primo posto con il tempo di 1’45”358, dopo aver montato le gomme nuove nel finale, come hanno fatto tutti i suoi rivali, Marc Marquez compreso. Proprio per le previsioni di pioggia e per non correre il rischio di rimanere fuori dai dieci, Marquez nel finale delle FP1 ha cambiato strategia, conquistano il quarto tempo a 0”140 dal rivale della Ducati. Andrea e Marc, in definitiva, hanno iniziato come ci si aspettava: in grande forma l’italiano, leggermente più in difficoltà lo spagnolo, comunque sempre competitivo. La Honda, comunque, sembra funzionare bene, come conferma il secondo posto di Cal Crutchlow (a 0”105).
YAMAHA ANCORA DAVANTI
La terza verifica era sulla competitività della Yamaha: qui il verdetto è nuovamente positivo, ma con qualche dubbio. Il terzo tempo di Johann Zarco (a 0”125), il quinto di Maverick Vinales (a 02282), il nono di Valentino Rossi (a 0”971) sembrano dire che la M1 può fare bene anche qui. Si è però andati ancora piano e quindi bisogna verificare la competitività quando si andrà più forte; inoltre, le prestazioni di Zarco – che non ha gli aggiornamenti che hanno i piloti ufficiali da un paio di gare – sembrano dire che la competitività non è dovuta alle migliorie apportate, ma più al grip della pista e a come qui la M1 fa lavorare le gomme Michelin.
SUZUKI UN PO’ LONTANA, BENE L’APRILIA
Le FP1 hanno fatto vedere una Suzuki veloce, ma forse leggermente meno delle aspettative, con Andrea Iannone staccato di 672 millesimi: a Motegi ha debuttato una nuova carenatura e il collaudatore sta portando in pista il primo prototipo del motore 2019. Bene l’Aprilia, con Aleix Espargaro al momento nei dieci: alla vigilia, Espargaro era convinto di poter fare bene su questa pista e l’inizio è stato promettente.
PEDROSA NELLE FP2
Le FP2 sono state inutili, perché si è girato con le gomme “rain” e la pista umida, mai bagnata, prima che qualche pilota montasse le slick nel finale. Sono scesi in pista solo 18 piloti, con Dovizioso e Marquez, tra gli altri, rimasti ai box. Il più veloce è stato Dani Pedrosa, davanti a Scott Redding e Danilo Petrucci, solo 17esimo nelle prime libere.