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MARC MARQUEZ VOTO 9,5
Un contatto con Iannone nelle FP2 quanto meno sospetto, un’altra caduta, la nona stagionale, nelle FP4, ma per tutto il resto è stato perfetto: una pole straordinaria, una gara delle sue, condotta con intelligenza all’inizio, senza calcoli alla fine. Così siamo a quota 12 successi, come Mick Doohan nel 1997. Allora, si diceva che Mick non avesse avversari: probabilmente non era vero, ma certamente Marc ha battuto almeno tre piloti fenomenali come Rossi, Lorenzo e Pedrosa. Ben tornato sul gradino più alto del podio.
VALENTINO ROSSI 9,5
In prova sembrava in difficoltà, con anche una caduta nell’ultimo turno di prove libere. Ma in gara è tornato il Valentino Rossi di Misano e di Phillip Island: stessa determinazione, stessa velocità, stessa voglia di vincere. A differenza di allora, non è riuscito a trionfare, ma vederlo lottare a 35 anni con un ragazzino di 21, ribattere colpo su colpo a ogni attacco, per nulla annebbiato dagli oltre 50 °C sull’asfalto ti fa pensare che non sia umano. Fenomeno.
JORGE LORENZO 6
Ha deluso, senza scusanti. «Non mi sono preparato bene» ha detto a fine gara, stravolto dalla fatica, annientato dal caldo allucinante. Non c’è niente da fare, non è il pilota straordinario del 2013, quello capace di imprese fuori dal comune. Quest’anno, solo a Motegi ha fatto il “Lorenzo” e, non a caso, ha vinto. Ma il nono podio consecutivo lascia, ancora una volta, piuttosto perplessi. Sia chiaro: per un altro pilota, un terzo posto così sarebbe da festeggiare con lo champagne, ma lui non è uno qualunque, ma un campione straordinario. Che però si deve ritrovare.
STEFAN BRADL 6
Miglior risultato stagionale, quarto come ad Austin e ad Aragon, ma non si può certo dire che abbia entusiasmato. Ormai si è capito che non è un fenomeno, ma ci si aspetta sempre qualcosa di più. Intristito.
BRADLEY SMITH 6
Se la gioca con Bradl, ma non riesce a superarlo. La posizione non è male, il distacco, però, troppo elevato: è vero che là davanti hanno una fretta pazzesca, ma 22”283 in 20 giri sono comunque troppi. Questo, al momento, è il suo livello.
POL ESPARGARO 8
Una caduta rovinosa nelle FP3 lo aveva costretto a saltare FP4 e qualifiche, con dolori da tutte le parti e il secondo metatarso del piede sinistro rotto. Sembrava non dovesse partire, invece ha disputato una gara coraggiosa. Encomiabile.
YONNY HERNANDEZ 7
Cresce gara dopo gara, diventa sempre più veloce e consistente: sembrava una scelta azzardata, invece il team Pramac ha fatto bene a investire sul colombiano.
ANDREA DOVIZIOSO 7
Un’altra ottima gara del Dovi, tornato sui suoi livelli dopo il “disastro” australiano. Poi, purtroppo, la pompa della benzina l’ha tradito, ma il suo dovere l’ha fatto alla grande.
DANI PEDROSA 4
Non gliene va bene una: se guida prudente all’inizio, finisce poi staccato, se forza, come ha fatto domenica, cade, non una, ma due volte. Ma non si dica che è scarso: nel 2012, a parità di moto, era stato capace di battere un certo Casey Stoner. Giusto per puntualizzare.
CAL CRUTCHLOW 6
Prima che la sua Ducati si ammutolisse, non stava facendo male: è sicuramente in crescita rispetto al disastroso inizio di stagione.
ALVARO BAUTISTA 5
E’ caduto senza colpe, tirato giù da Aleix Espargaro (voto 4), ma era comunque destinato a un’altra gara da comprimario.
HONDA RC213V VOTO 9
Siamo alle solite: se si guarda il risultato degli altri piloti, allora il voto sarebbe decisamente più basso. Ma avere Marc Marquez è un merito, non una colpa: rimane la moto migliore e, giustamente, la Honda ha vinto il mondiale costruttori.
YAMAHA M1 8,5
La differenza, se c’è, ormai è minima, anche se i suoi piloti – Rossi in particolare – faticano di più a trovare la messa a punto vincente. Rispetto alla Honda paga qualcosa a gomme finite, ma il livello è altissimo.
DUCATI GP14 5
Le prestazioni sono state più che discrete: fin che ha potuto, Dovizioso ha girato con un ottimo passo. Ma due problemi tecnici in una sola gara sono troppi.