Dovizioso: "Io e Ducati ci troviamo in una situazione simile: possiamo fare di più"

Giovanni Zamagni
Andrea Dovizioso, neo-pilota Ducati racconta delle sue scelte professionali, e di come firmare con la Casa di Borgo Panigale sia la più difficile della sua vita | G. Zamagni
21 gennaio 2013

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In un'interessante intervista realizzata per Griglia di Partenza, il nostro Giovanni Zamagni "interroga" il neo-pilota Ducati Andrea Dovizioso sulle scelte della sua carriera, tra rimpianti e rimorsi.

Parliamo di scelte. Scelte di vita. Questa che hai fatto (correre con la Ducati) è sicuramente importante. E’ anche la più difficile della tua vita sportiva?

«Penso proprio di sì. Io e Ducati ci troviamo in una situazione simile. Negli ultimi anni non ha fatto i risultati che si aspettava, soprattutto con i piloti che ha scelto. Io negli ultimi due anni ho fatto i miei migliori risultati, ma credo di poter fare di più, e voglio fare di più. Quindi insieme credo che riusciremo a migliorare… con calma. Perché la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Abbiamo un progetto di due anni deciso insieme, perché in queste situazioni ci vuole calma. Soprattutto dopo l’esperienza degli ultimi due anni Ducati-Valentino».


Torniamo indietro all’inizio della tua carriera quando hai scelto tra Motocross e Velocità. E’ stata una scelta giusta?
«Penso di sì, perché tra i tre sport (il terzo era il calcio, nda) che praticavo era quello che mi veniva meglio, però devo ammettere che amo alla follia il mondo del Motocross, ma non so se sarei stato così veloce. Quando riesco a fare una giornata di cross con i miei amici piloti ed ex-piloti è una delle giornate più belle».


Quindi un piccolo rimpianto c’è?
«Eh… uno piccolino c’è. Piccolo piccolo. Però la vita dei crossisti è massacrante!».

 

Con i rimpianti non si va da nessuna parte. Dire: “se avessi fatto questa o quella scelta la mia carriera sarebbe stata diversa” secondo me è immaturo

Nel 2005 avevi la possibilità di correre in 250 con Aprilia, invece hai deciso di rimanere in Honda. Scelta giusta?
«Non potrò mai avere la risposta se ho fatto la scelta giusta. Con i rimpianti non si va da nessuna parte. Dire: “se avessi fatto questa o quella scelta la mia carriera sarebbe stata diversa” secondo me è immaturo, però mi sarebbe piaciuto vedere cosa avrei saputo fare in Aprilia, anche perché avrei preso il posto di Lorenzo. E Aprilia nel 2006 ha fatto un grosso step».

 
Nel 2008 sei passato in MotoGP e l’hai fatto con una squadra satellite. Scelta giusta?
«Scelta giustissima, anche perché non cerano particolari alternative. Anche se la moto non era abbastanza competitiva per fare dei podi era una buona moto. E poi ci vuole esperienza».


Fine 2010 hai fatto una specie di braccio di ferro con HRC. Loro ti avevano proposto di andare al Team Gresini invece tu hai voluto rimanere nel team HRC. Scelta giusta?
«Sì. E’ stato l’anno migliore, ho fatto terzo in campionato e soprattutto ho fatto un grosso step in avanti. Riuscire a fare secondo-terzo in campionato… la differenza in termini di numeri è piccola, ma è un grosso cambiamento reale in pista».


Questo non ha compromesso un po’ il tuo rapporto con HRC?
«No, perché loro avevano già in mente altri piloti».


Fine 2011 hai scelto di andare alla Yamaha del team satellite. Scelta giusta?
«Giustissima! E’ stato un anno di conferma mia personale, di cui io non avevo molto bisogno ma che serviva a tutte le persone del paddock per dimostrare che con una moto diversa dalla Honda potevo fare bene, addirittura con una moto satellite. Ho fatto una bellissima stagione».