DopoGP con Nico e Zam: il GP di Thailandia 2018

Gran duello tra Marquez e Dovizioso e impresa del pilota Honda, risorgono le Yamaha con Vinales sul podio e Rossi quarto. Caldo, gomme dure e solita fisionomia della gara, lenta fino ai giri finali. Cinque italiani sui due podi in Moto2 e Moto3
9 ottobre 2018

Punti chiave

Tanti sorpassi (leggi la cronaca della gara), e il numero acrobatico di Marquez sul Dovi alla curva 5 è da antologia, poi il pilota Ducati tenta un attacco disperato ma infruttuoso all’ultima curva. Vinales è vicinissimo ma resta a guardare, però tre Yamaha nei primi cinque posti (Zarco quinto) sorprendono tutti. L’ingegner Bernardelle sostiene che a gomme non usurate, nella prima parte della gara, la M1 è probabilmente la miglior moto sulle piste misto/veloci, specie se può impiegare la dura davanti; poi quando calano i pneumatici, e il posteriore in particolare, l’accelerazione peggiora. La Yamaha è la più “Bridgestone oriented”.


Cosa è successo sulla moto di Lorenzo (le dichiarazioni di Lorenzo), intraversata di colpo nelle FP3? Il pilota Ducati non riporta fratture nel durissimo high side, deve disertare la gara ma in Giappone dovrebbe rientrare. La Ducati comunque continua a crescere, la Honda mantiene un vantaggio di agilità, ottima anche la Suzuki con Rins (che chiude a 3”) ma non con Iannone che sbaglia la partenza. Poco brillanti anche Aprilia e KTM nonostante il ritmo della gara sia stato blando. I fratelli Espargaro sono sopravvalutati?


Dei sei posti disponibili sui podi della Moto2 e della Moto3, ben cinque sono stati occupati dagli italiani: Bagnaia e Marini fanno doppietta nella 600, e prima di loro Diggia, Dalla Porta e Foggia monopolizzano la Moto3. Però Bezzecchi è buttato già da una manovra esagerata di Bastianini, e Martin si avvantaggia nettamente in classifica.

 

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