Trial, GP Italia. Grattarola vince il Mondiale!

Andrea Buschi
Matteo (team Sembenini/Montesa) si laurea campione nella categoria cadetta. Ancora Bou in TrialGP.
18 settembre 2018

Quello svoltosi ieri all’Off Road Park di Pietramurata (Trento) è stato sicuramente un evento speciale per molte ragioni: una su tutte, l’avere finalmente un Campione del Mondo Trial Italiano!

Alla sua seconda organizzazione mondiale, la Trentini Family ha regalato ai numerosi appassionati giunti da tutta Italia uno spettacolo veramente unico, in una cornice senza eguali.

La macchina organizzativa messa in opera non ha sbagliato niente, dalle zone molto spettacolari con un taglio decisamente indooristico, alla spettacolare manche di qualifica serale perfettamente illuminata da giochi di luce molto suggestivi, senza parlare poi dei servizi adeguati e curati per pubblico e addetti ai lavori.

Questo magnifico evento ha celebrato le vittorie di Campionato nelle tre classi 125, Trial2 e TrialGP, rispettivamente dell’inglese Billy Green su Betamotor, del nostro Matteo Grattarola su Montesa e del catalano, già iridato con una gara d’anticipo, Toni Bou su Honda.

Dei tre campioni, solo il giovane Billy Green ha mancato la vittoria sullo spettacolare percorso di Pietramurata: dopo un primo giro compiuto al netto di errori, Billy è precipitato in terza posizione nel finale grazie a tre pesanti fiaschi accusati, forse per un calo di tensione; di questo hanno naturalmente beneficiato i due inseguitori di giornata, lo spagnolo Riobo, su TRRS, e l’italiano Rabino su Beta, che pur realizzando lo stesso punteggio finale si classificano alla conta degli zeri. Un plauso particolare, quindi, va al giovane torinese, che ben allenato da Daniele Maurino e supportato dal Progetto Talenti Azzurri FMI, coglie questo suo primo podio mondiale. Una piccola nota negativa di questo evento riguarda la mancanza di nostre wild card invitate a correre questa interessante categoria di esordio mondiale.

È stata invece la categoria Trial2 quella che ha regalato per noi italiani le emozioni maggiori: Matteo Grattarola si presentava a Pietramurata con un gap di 5 punti in campionato da colmare sul rivale inglese Toby Martin, anche lui su Montesa, per raggiungere un agognato titolo mondiale, coronamento di una stagione e di una carriera già ricca di successi.

Ecco quindi Matteo partire davanti a tutti, aggredire con una grinta incredibile tutte le quindici zone del primo giro macinando zeri su zeri e concedendosi un solo piede alla zona 4, tutto questo mentre il rivale Martin partiva malissimo, accusando due pesantissimi fiaschi alla zona uno e due, oltre a due "piedi alla tre, totalizzando dodici penalità che gli assicuravano la seconda posizione provvisoria, utile comunque ad essere virtualmente campione. Dietro a Martin stazionavano minacciosi lo spagnolo Marcelì, su Montesa, ed il redivivo Luca Petrella su TRRS, staccati di tre sole penalità, mentre gli altri viaggiavano staccati oltre le venti penalità totali.

Dopo il consueto riordino di 30 minuti tra un giro e l’altro, è di nuovo Grattarola a partire per primo ed imporre un ritmo altissimo, arrivando a zero alla difficile zona nove dove si concede il secondo ed ultimo "piede" della giornata: il suo compito è terminato, la gara non è solo vinta, ma dominata, e la palla passa quindi al giovane Martin, che può ancora essere artefice del proprio destino: purtroppo però, per l’inglese è la precisissima zona uno a fare la differenza in negativo, il che gli costa ancora un 5, mentre per lo spagnolo Marcelì è un bellissimo zero…Inizia l’inferno: i due battagliano fino alla fine pareggiando il conto di 9 penalità, mentre un Luca Petrella in grande spolvero si chiama fuori per un 5 talmente banale che non si può nemmeno raccontare.

Arriva Martin, al quale oramai non resta che sperare nel miracolo visto l’incedere sicuro del rivale spagnolo: e qui accade un episodio che purtroppo segnerà per sempre questa gara.

Zona quindici, l’ultima, molti tifosi italiani sono assiepati ad attendere l’arrivo di Marcelì, che concludendo la gara in seconda posizione consegnerebbe il titolo al nostro Teomat; più in disparte, gli uomini del Team di Martin ed alcuni altri inglesi presenti sono ad aspettare il miracolo, quel cinque che riporterebbe Toby in paradiso. Marcelì parte, supera la prima roccia, scende e dinamicamente si rimette in traiettoria per superare la seconda pietra, sale con un contro-rimbalzo, il Giudice di zona non perfettamente posizionato vede un 5 per spostamento del paletto fischiando istantaneamente, mentre lo spagnolo conclude la zona a zero penalità: è un boato di fischi e schiamazzi, mentre lo speaker grida al complotto. L’assistente del pilota catalano si affretta a chiedere spiegazioni sulla presunta infrazione, ma nulla: il Marshall non molla... Intervengono Race Director e Section Advisor, che compresa la gravità della situazione chiedono conto anche all’assistente del Giudice di zona, più vicino al sasso incriminato, se effettivamente c’è stato lo spostamento del paletto visto dal capo zona, e qui c’è il colpo di scena: il giudizio dopo il consulto cambia, e a Marcelì viene assegnato lo zero che toglie il titolo a Martin e lo consegna a Grattarola! E' ovviamente festa da una parte e musi lunghi dall’altra, poiché anche dopo la riunione di giuria il risultato non cambia e Matteo è finalmente campione.

Inutile dire che una così bella gara sarà ricordata a lungo anche per questo spiacevole fatto, che oltre ad esporre un'intera nazione trialistica ai soliti beceri luoghi comuni, macchia l’ineccepibile carriera di un Giudice di zona dalla specchiata onestà, reo di aver ammesso e corretto l’errore di giudizio nel momento e nel luogo sbagliato. Peccato.

Da segnalare infine la splendida gara di Luca Petrella: finalmente in grado di esprimere il suo grande potenziale su zone decisamente piccanti, coglie un bellissimo quarto posto a sole due lunghezze dal podio; bene anche Petrangeli, che chiude decimo ma decisamente vicino ai primi. Sottotono il giovane Gandola, che non riesce ad esprimere il suo miglior Trial, così come Matteo Poli, che senza Minder incorre in una brutta caduta che lo condiziona per tutta la gara.

Chiusa questa pagina per noi molto importante, perché un Campione del Mondo Italiano è sempre un valore aggiunto al movimento, passiamo alla TrialGP, che ha regalato un vero e proprio spettacolo con un continuo avvicendarsi in testa alla classifica di Bou, Raga e Fajardo, almeno fino a quando il dodici volte campione ha deciso nel secondo giro di cambiare marcia e staccare definitivamente gli avversari.

Sono stati proprio Raga, su TRRS, e Fajardo su Gas Gas, a controllarsi per poter conquistare il prestigioso posto di vicecampione del mondo, andato poi a quest’ultimo con grande merito dopo anni di affannosi tentativi.

Il resto del mondo è stato regolato dal sempreverde Cabestany su Beta, quarto, e dal giovane Busto su Gas Gas, che giungendo quinto perde una posizione in campionato mentre il Tarragonese ne riguadagna due.

Chiudono i primi dieci il simpaticissimo Fujinami su Honda, l’inglese Dabill su Beta, Gelabert su Sherco, Casales su Vertigo e Price su Gas Gas giunti nell’ordine tutti con una gara abbastanza incolore.

Il Campionato 2018 va in archivio portandosi con sé gioie e dolori, oltre alle immancabili discussioni sulla necessità di cambiare qualcosa per ridare linfa a una disciplina palesemente in crisi di numeri; tutto questo in attesa di riprendere i giochi con gli appuntamenti invernali di X-Trial.

Radio Paddock

Presenti in gara ben due piloti giapponesi Yamaha, supportati dal servizio assistenza del Team Lacroce coordinato dal dinamico Roberto Bianchi presente anche come importatore Vertigo. Poco fortunata la gara conclusa anzitempo alla prima zona con un volo pauroso del giovane Isuoka, mentre incolore la prestazione del quarantenne Kuroyama, specie in configurazione Trial delle Nazioni che si terrà la prossima settimana in Repubblica Ceka.

Sempre in tema Yamaha pare che voglia portare al mondiale ed all’italiano un giovane pilota, staremo a vedere!

Bella iniziativa della FMI che ha messo a disposizione i suoi tecnici per far provare le minimoto offerte da Vertigo, Gas Gas, Oset EM e Beta. Sono stati cinquanta i partecipanti alla scuola.

Sul difficile percorso trentino nella classe Trial2 sono emersi in modo molto evidente tutti i limiti dei motori 250 2t rispetto al 300 quattro tempi. La guida attuale fatta di energetici stacchi garantiti dalla grande coppia ed inerzia dei motori vede purtroppo il due tempi 250 decisamente in difficoltà rispetto al grosso 4t testimonianza viene dalla classifica finale Trial2 che vede tre Montesa ai primi tre posti.

Notizie rassicuranti giungono dalla Spagna circa il cambio di regolamento verso il no-stop, si sono fatte molte prove diverse con sofisticata strumentazione satellitare per verificare l’oggettività nell’applicazione della regola, ma nessun risultato è giunto a sostegno di questo regolamento, quindi con buona pace dei piloti spagnoli e forse anche quelli degli altri paesi, nel 2019 non si cambierà.

Pare certa l’ennesima stagione mondiale del simpatico Fujigas il quale da noi sentito ha candidamente confermato d’essere ancora motivato ed in forma per ripartire il prossimo anno in TrialGP.

Stoico il nostro Matteo Poli, il quale per ordini di scuderia corre senza assistente su di un percorso che domenica l’ha ripagato con una forte contusione a spalla e collo. Chapeau a Matteo che si è prestato a questo gioco al massacro in nome del no-stop…incredibile!

Michaud, è parso sempre più ingessato e costretto dai limiti che la FIM ha generato regalando uno spazio eccessivo all’asfissiante presenza del Promoter. Entrambi dovranno confrontarsi a breve con la nuova presidenza e vedremo se saranno fuochi d’artificio o meno.

Bellissima la scena vista in zona 12 dove nella difficile risalita di tronchi Matteo Poli senza assistente, viene preso da Grattarola, Petrella e Petrangeli che gli evitano una pericolosa caduta, un bel gesto figlio di una coesione nata in tanti anni di Maglia Azzurra FMI. Bravi ragazzi!

Per gli amanti delle statistiche occorre segnalare che Busto a parte con i suoi 20 anni i primi sei classificati di TrialGP sono tutti abbondantemente sopra i 30, che il Trial sia diventato uno Sport per vecchi?

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