Moto Euro 0 e limitazioni al traffico

La Legge regionale della Lombardia sulla qualità dell'aria aveva il nobile intento di salvaguardare la salute pubblica. Ma finiva col salassare grottescamente i motociclisti.
11 settembre 2007
Poche storie, la prima cosa che ci interessa sapere è: possiamo girare ancora con le nostre moto Euro 0, a 2 e 4 tempi? La risposta al momento è sì. In zona Cesarini le moto a 4 tempi e quelle storiche sono state esonerate dai blocchi alla circolazione. Anche i pochi 2 tempi pre Euro 1 sono stati graziati dal ricorso del Governo centrale. La Legge n.24/2006 voluta da Formigoni, Governatore della Lombardia, le ha però provate tutte per lasciarci a piedi. Non è passata: prima è incappata nelle forche caudine degli utenti, direttamente colpiti dal dispositivo normativo, poi è stata la levata di scudi del Governo centrale a porre un alt alle restrizioni volute dalla giunta lombarda. La legge regionale veniva tacciata infatti di toccare materie soggette alla competenza esclusiva del legislatore nazionale, l'unico legittimato a promulgare leggi che limitino in via definitiva la circolazione di determinate categorie di veicoli. Ecco spiegato il ricorso alla Corte Costituzionale che ha di fatto impedito l'emanazione dei provvedimenti attuativi. Ma vediamo cos'è successo di preciso. Con questa legge la giunta regionale puntava alla messa al bando delle moto e dei ciclomotori con ciclo a 2 tempi pre euro 1 a partire dal 1° Luglio 2007. Il testo originario era ben più restrittivo: vietava la circolazione di tutte le moto euro 0 a partire dal 1° Ottobre dello stesso anno, senza alcuna distinzione legata al tipo di alimentazione (2 o 4 tempi). Moto con meno di 10 anni erano pertanto destinate a un'ingloriosa rottamazione, o a fare la felicità di qualche commerciante estero. Successivamente veniva inserito nella legge un emendamento essenziale: veicoli d'epoca, ciclomotori e motocicli a 4 tempi erano esonerati dai blocchi totali e parziali del traffico indetti dalla Regione nei giorni feriali. Onore al merito dell'associazione Motocivismo: se si è arrivati alla revisione della legge, lo dobbiamo in gran parte a loro. Hanno saputo portare - civilmente - i motociclisti in piazza a protestare (memorabile la manifestazione del 25/11/2006 davanti al Pirellone) e hanno instaurato un dialogo costruttivo coi rappresentanti del palazzo. Un dialogo che ha preso le distanze dai toni demagogici dei politici, per far leva sui dati inconfutabili forniti dall'A.R.P.A. Lombardia, che imputa ai veicoli a 2 ruote solo l'1,2% del totale di pm10 generato dal traffico veicolare. Un dato che si commenta da solo. Restava aperta la questione relativa a motocicli e ciclomotori a 2 tempi: il ricorso del Governo di Roma ha evitato che venissero messi definitivamente alla gogna. Probabilmente i veicoli a 2 tempi ricadranno nelle limitazioni al traffico, di carattere straordinario e con fasce orarie prestabilite, fissate dalla Regione nel periodo invernale. Le moto a 4 tempi sono però salve. Rimane l'amaro in bocca per il clima di incertezza e di pressappochismo che ha danneggiato negli ultimi 2 anni il mercato dell'usato e, di rimando, del nuovo. Tanti appassionati, proprietari di mezzi Euro 0 in perfetta efficienza, hanno subito un forte deprezzamento del loro mezzo di trasporto. Senza che questo fosse nemmeno giustificato da un effettivo e rilevante impatto ambientale delle emissioni inquinanti. Altro tasto dolente, che richiede un intervento urgente del Parlamento, è la mancanza di uniformità a livello nazionale delle normative in tema di limitazioni al traffico dei veicoli inquinanti. Della serie: quello che è cattivo a Milano, va bene a Trieste. Volete un esempio? L'assessore alla mobilità di Genova (una delle città italiane col maggior numero di moto e scooter per 1000 abitanti) si appresta a emanare un provvedimento che bloccherà la circolazione dei motocicli pre euro 1 dalle 8 alle 19. Il risultato prevedibile sarà una città ancora più congestionata. E inquinata, con buona pace dei benpensanti. Andrea Perfetti

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