Massimo Clarke racconta la mostra scambio di Reggio Emilia

Massimo Clarke racconta la mostra scambio di Reggio Emilia
Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
Quello organizzato dal CAMER (Circolo Reggiano Auto Moto d’Epoca) è da anni il mercatino di primavera, con il quale si inaugura la stagione degli eventi relativi alle moto storiche | M. Clarke
  • Massimo Clarke
  • di Massimo Clarke
30 marzo 2011


Si tratta di un appuntamento importante anche a livello internazionale, come dimostrato dalla partecipazione di numerosi espositori stranieri. Ai “soliti” inglesi e tedeschi da qualche tempo a questa parte si aggiungono infatti anche alcuni francesi e perfino qualcuno che proviene dai paesi dell’est. Lo scorso anno si potevano acquistare a un prezzo molto interessante un paio di Jawa, mentre stavolta c’era, ad esempio, una bella Danuvia 125, moto pressoché sconosciuta da noi, ma abbastanza popolare, negli anni Cinquanta e Sessanta, in nazioni come l’Ungheria e la Yugoslavia.

Per gli appassionati in cerca di moto significative il mercatino di Reggio assume una particolare importanza in quanto gli espositori sono in buona parte diversi da quelli che erano presenti a Novegro poco più di un mese prima. Si trovano quindi esemplari differenti e anche le quotazioni non sono sempre analoghe. Per inciso, questa estesa e variegata manifestazione oramai fa fatica ad essere ospitata nei pur vasti spazi della Fiera, al punto che non poche interessanti moto erano esposte lungo le strade di accesso,al di fuori degli spiazzi recintati e dei padiglioni.
Anche questo importante evento ha confermato le tendenze apparse già da tempo, con graduale diminuzione della offerta di moto degli anni Cinquanta, almeno relativamente a certi modelli di particolare interesse e pregio, accompagnata da un certo aumento della disponibilità di modelli dei decenni successivi. A cercar bene, comunque, il materiale interessante non manca mai. E non mancano neppure le repliche, come pure la possibilità di trasformare una umile motoretta destinata (a suo tempo) all’impiego di tutti i giorni in una purosangue da corsa, o quasi, grazie alla eccezionale disponibilità di pezzi speciali, in tutto eguali a quelli dell’epoca dal punto di vista estetico e addirittura superiori, in molti casi, sotto l’aspetto tecnico.

Tra le moto stradali di maggior pregio avvistate a Reggio, vanno segnalate alcune splendide tedesche, come una impeccabile Zundapp K 800 a quattro cilindri degli anni Trenta e una bellissima e altamente desiderabile BMW R 69 S degli anni Sessanta, che alcuni ritengono la migliore bicilindrica mai prodotta dalla Casa bavarese. Purtroppo le quotazioni sono elevate, in questi casi, ma si tratta di modelli che hanno fatto la storia (e che in futuro diventerà sempre più difficile trovare…). Per quanto riguarda le italiane degli anni Cinquanta, con un poco di pazienza un Mondial interessante si può ancora trovare. E infatti a Reggio c’era un 200 telescopico conservato che meritava davvero una particolare attenzione. Notevole la presenza delle Rumi e delle MotoBi bicilindriche a due tempi e significativa anche quella di una rara Benelli Leonessa. Una bellissima Motom 98, capolavoro a suo tempo incompreso dell’ing. Remor, è stata venduta a un appassionato spagnolo. Niente male anche un Delfino, con raffreddamento forzato, della stessa Casa milanese, e decisamente saporite (e rare) una Iso 200 e una Capriolo Cento50 bicilindrica boxer. Insomma, non si può dire che i pezzi significativi mancassero…
Passando a mezzi prodotti in tempi più recenti, vanno segnalate alcune belle giapponesi dei primi anni Settanta, come una Yamaha XS 650 bicilindrica (poco capita da noi, ma assai popolare all’estero) e una impeccabile Honda CB 750 Four, oltre a due splendide Ducati 450 Desmo seconda versione e a un paio di appetitose Aermacchi 350. E poi, tanto fuoristrada anni Settanta-Ottanta e tantissimi ciclomotori, molti dei quali tutt’altro che banali, da alcuni eccellenti Itom a una nutrita serie di immancabili Corsarini. E, naturalmente, un gran numero di motori sciolti.

Queste sono solo alcune note estremamente sintetiche, che possono servire solo a dare un’idea. Per parlare in maniera adeguata di ciò che era esposto non basterebbe uno spazio venti volte maggiore. Il miglior consiglio per tutti gli appassionati è sempre quello di andare di persona ai mercatini, anche se c’è il rischio che ciò possa dare dipendenza…