Euro 0, Motociclisti in piazza

Nel novembre del 2006 centinaia di motociclisti scesero in piazza contro i blocchi. Ci sono tornati il 6 ottobre 2007. Queste la ragioni
8 ottobre 2007

Come il 25 novembre dello scorso anno, oltre 200 motociclisti sono scesi in piazza a Milano sabato 6 ottobre. Appuntamento davanti al Pirellone, sede della Giunta Regionale della Lombardia, per far sentire la propria voce e per protestare contro una serie di provvedimenti di forte impatto mediatico, ma incapaci di dare una risposta seria ed efficace alle questioni aperte di mobilità urbana e di inquinamento dell’aria.

Questi i temi all’ordine del giorno: blocchi del traffico, limitazioni, ticket e aumento delle tasse. Sgomberiamo il campo dai dubbi. Al momento i motocicli Euro 0 a 4 tempi non corrono pericoli. Resta da vedere cosa accadrà a motocicli e ciclomotori 2 tempi Euro 0; il rischio che i blocchi li coinvolgano è concreto. Va anche detto che il numero di questi mezzi in circolazione è sempre più ridotto (mezzi immatricolati sino al 16/06/1999).

Inqualificabile sarebbe invece la decisione di bloccare i veicoli a benzina Euro 0, rei – secondo i politici – di insozzare l’aria che respiriamo. Falso. Gli unici inquinanti oltre i livelli di pericolo fissati dall’Unione Europea sono le polveri sottili (PM 10). E a produrle sono i veicoli a gasolio in primis, seguiti dal riscaldamento civile. L’ARPA fissa in solo l’1,2% la quantità di PM10 generata dai veicoli a 2 ruote.
Un dato risibile, se si considerano i benefici enormi che questi veicoli portano alla fluidità del traffico e alla fame cronica di parcheggi. Il fatto che la manifestazione abbia avuto luogo in Lombardia non tragga in inganno. La sua eco ha raggiunto gli altri capoluoghi italiani, che si apprestano ad affrontare gli stessi, spinosi temi in vista della stagione invernale (guarda caso l’inquinamento supera i livelli di attenzione quando si accendono i riscaldamenti delle case). Motocivismo, Amici Euro 0 e SOS Traffico Milano hanno organizzato l’incontro e guidato il corteo (autorizzato dalla Questura) lungo le vie cittadine.

Il serpentone di motociclette ha passato in rassegna le sedi di Regione, Provincia e Comune. Un gesto simbolico, ma decisivo se si vuole che le ragioni degli utenti a 2 ruote vengano ascoltate. Il primo scopo è stato raggiunto: grazie a un articolo apparso su Repubblica, Formigoni ha saputo del corteo e ha invitato i rappresentanti di Motocivismo, Andrea Trentini e Andrea Zino, a un incontro con l’Assessore alla Sicurezza Massimo Ponzoni.

Si è discusso dei ticket di ingresso nelle città, del dilagare dei parcheggi a pagamento (le così dette strisce blu) e delle limitazioni alla circolazione dei veicoli. Sono state criticate le “domeniche a piedi”: ottime per i titoli di testa dei Tg, inutili per la salute pubblica. Il dialogo col Palazzo ha coinvolto anche il problema della sicurezza. Dai guard rail senza protezioni, all’asfalto fatiscente, il lavoro da fare è immane.
 
A rischio non sono tanto i ragazzini con lo scooter o gli smanettoni bardati di tutto punto, bensì l’esercito di lavoratori di 30/40 anni che ha scelto la moto e lo scooter come mezzo di trasporto urbano (dati Istat). Ponzoni, per conto della Regione, ha risposto positivamente. A breve verrà organizzato un tavolo di discussione con Province e Comuni per dare una risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini. Vedremo quali provvedimenti faranno seguito alle dichiarazioni di intenti.
 

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