Ride in USA. Il BMW MOA Rally 2015, un successo?

Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
Anche l’edizione 2015 del BMW MOA Rally si è conclusa. A mio modesto parere mi è sembrato una delle più riuscite degli ultimi anni, ma ho letto diversi commenti online di gente che la pensa in modo diametralmente opposto
  • Pietro Ambrosioni
  • di Pietro Ambrosioni
29 luglio 2015


I numeri parlano di più di 6.000 presenze a Billings, in Montana, facendo eccezione alla regola che le edizioni nel Midwest o sulla Costa Ovest hanno generalmente meno successo di quelle che si tengono sula Costa Est. Ho visto e parlato con molti motociclisti entusiasti dell’evento e della piccola città che lo ha ospitato, e la maggior parte di loro non vede l’ora di mettersi in viaggio per la prossima edizione, che si terrà nel 2016 a Hamburg, nello stato di New York a poche miglia da Buffalo.

Billings mi è piaciuta molto: una città minuscola che serve soprattutto come crocevia per i camion e i treni che attraversano il grande West, e come hub di partenza per i turisti che vogliono visitare il parco di Yellowstone. Buon cibo (soprattutto la bistecca di bisonte, se vi piace il genere…), gente cordiale e un centro città pittoresco quanto basta per ricordarmi dove ho scattato le foto quando tra qualche mese le ritroverò sul mio telefonino.

La sera del venerdì c’è pure stato un concerto gratis per strada, che ha attirato una marea di hippie locali e vari personaggi che tuttora non saprei se descrivere come “particolari” o semplicemente come “barboni”. Ma il divertimento non ne ha risentito più di tanto, bastava essere veloci a sgusciare via quando l’ubriaco di torno provava ad abbracciarti preso da un improvviso amore per i motociclisti.


La fiera in sé è stata interessante, con il padiglione degli espositori che ha raggiunto un livello di professionalità per nulla tipico di questi eventi. Curioso notare che tra i quasi 80 stand ben 17 proponevano viaggi organizzati in praticamente ogni angolo del pianeta (ma non c’era nessun operatore italiano…).

Mi ha deluso invece il padiglione delle moto storiche, che normalmente è sempre stato uno dei fiori all’occhiello del BMW MOA: una decina di moto in tutto, sparse in un locale buio e anche un po’ sfigato… In questa edizione la grande distanza da ogni “forma di vita civilizzata” ha giocato un ruolo fondamentale. Se da un lato le demo ride e i giri organizzati hanno toccato zone bellissime ed incontaminate, dall’altro molti degli espositori di moto classiche non se la sono sentita di guidare mille o duemila miglia per trasportare i loro gioielli fino al cuore del Montana. Peccato.

Ma, come dicevo, non tutto è stato perfetto. Il secondo giorno, quando la maggior parte dei partecipanti ha piantato la tenda per la notte presso il centro esposizioni, è mancata a lungo l’acqua e i pochi bagni a disposizione sono andati subito in crisi. Una zona speciale dell’area campeggio era dedicata ai visitatori con esigenze mediche, ma non si sono registrate emergenze perché le temperature sono sempre state ottime, sotto i 30 gradi di giorno e attorno ai 20 gradi di notte.
 


Ho però letto numerose lamentele riguardo alle condizioni igieniche dell’area campeggio, riguardo ai ristoranti e alberghi che hanno (prevedibilmente) raddoppiato i prezzi per spremere al massimo i benestanti proprietari delle moto tedesche e anche riguardo al trattamento ricevuto da una frangia della popolazione.

Pare che nella notte di sabato diversi harleysti locali abbiano smotazzato attorno al campeggio fino all’alba, facendo rombare i loro motori e gridando insulti ai “vecchietti che comprano moto straniere”. Alla “bonaria” sfilata pare non abbiano partecipato solo le moto ma anche diversi pick-up smarmittati e addirittura un paio di camion con le trombe a tutto spiano.
Sul gruppo Facebook del MOA c’è chi giura che non rimetterà mai più piede a Billings…