Nico Cereghini: “Anziani alla guida 2”

Nico Cereghini: “Anziani alla guida 2”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Torno sull’argomento per ricapitolare i pareri dei tanti lettori che hanno partecipato al dibattito: se qualcuno volesse ascoltarci, avrebbe qui un quadro completo della situazione
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
14 febbraio 2017

Punti chiave

Ciao a tutti! La mia riflessione sugli anziani al volante, quella di quindici giorni fa (leggi l'articolo), ha raccolto tanti commenti e ne è nata una bella discussione: c’è chi tra voi sostiene che ci sono emergenze più gravi, come la guida col cellulare o il tablet in mano -maledizione!- e l’abuso di alcolici e droghe; altri lanciano allarmi per l’ignoranza delle regole, la crescente mancanza di patente e assicurazione, i furgoni che fumano come il Titanic, i ciclisti che viaggiano appiaiati sulle statali e lo scarso rispetto dei semafori. Tutto vero, dico io, ma questa volta si parlava dei vecchietti e del resto pochi lettori negano il problema; anzi, alcuni lo hanno già affrontato: raccontano di aver convinto personalmente i genitori o i nonni ad abbandonare l’auto perché non più in grado di circolare in sicurezza, magari anche a costo di accompagnarli spesso a fare la spesa. “Non si può mettere sullo stesso piano il disagio e la sicurezza: quest’ultima viene prima di tutto” ha precisato saggiamente un lettore.


E noi? Parlando delle personali difficoltà, qualche vecchio motociclista ammette di esser calato un po’ nella forza e nei riflessi: c’è chi medita di passare a una moto più piccola, chi guida moto inglesi e progetta di fermarsi quando non riuscirà ad avviarle col pedale, chi è caduto da fermo e si preoccupa, chi lo incoraggia, chi mi accusa di generalizzare o di voler appiedare i vecchietti per forza, chi domanda beffardo se sto pensando di passare al Rumi Formichino (uno scooter degli anni Cinquanta). Ma credo che se fosse stato un trentenne, a sollevare l’argomento, lo avreste considerato poco; e poi non voglio obbligare nessuno, tanto è vero che ho giudicato interessante una iniziativa volontaria: quella del governo giapponese, che fa numerosi sconti agli ultra75 che spontaneamente rinunciano alla patente.


Su questa proposta qualcuno applaude e molti scuotono la testa: l’Italia non è il Giappone, i trasporti non sono all’altezza, in provincia è impossibile muoversi senza un mezzo proprio e poi qui l’individualismo è sovrano. Io continuo a pensare che sarebbe comunque un passo avanti se, dove si può, gli anziani fossero incoraggiati a usare i mezzi pubblici e il taxi. Senza alcun obbligo. E a Bolzano e a Merano, lo scopro oggi, le amministrazioni già lo fanno da tempo: sconti sui taxi per anziani e in qualche caso anche corsa pagata. Si vede che ci credono.


Tutti, senza eccezione, concordiamo sulla necessità di inasprire le regole per il rinnovo della patente, a tutte le età e a maggior ragione per gli anziani. Esami veri, test psico-attidudinali, prove pratiche di guida, “anche la notte con la pioggia” chiede un lettore. Magari annualmente e non soltanto ogni due anni. Naturalmente anche così, anche con gli esami più severi e frequenti del mondo, un novantenne avrà maggiori probabilità di distrarsi o avere un malore alla guida; ma qui entriamo nel campo dell’imponderabile, di quel margine di rischio che può risultare accettabile soltanto se le regole esistono, sono serie e vengono fatte rispettare. Invece da noi “conta soltanto il business: Marchionne, le assicurazioni, i carrozzieri, i comuni che fanno cassa con gli autovelox” è il coro dei lamenti. Almeno gli anziani non chattano, sospira un lettore; altri propongono un car pooling specifico o fanno notare che tra pochi anni arriveranno le auto a guida autonoma e il problema sarà superato.


Nel frattempo, possiamo approfittarne e fare gli auguri a un vecchietto che continua a guidare piuttosto bene. Giovedì compie trentotto anni: auguri a Valentino Rossi!

Anziani alla guida
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