EICMA 2013. Despres: "Punto a eguagliare Peterhansel"

Piero Batini
  • di Piero Batini
Il campione dei Rally Cyril Despres è stato ospite nel nostro stand a EICMA 2013 dove ci ha parlato della sua preparazione, del suo nuovo team e dei suoi obiettivi per il futuro
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
14 novembre 2013

 


Il campione dei Rally Cyril Despres, ex KTM ora in Yamaha, è uno dei più forti piloti di Rally di tutti i tempi. Con un palmarès incredibile (5 Dakar, 2 Rally di Tunisia, 2 Rally del Marocco e 2 Sardegna Rally Race) si appresta ad eguagliare quest'anno il record di Peterhansel di sei vittorie alla Dakar. Cyril è stato ospite nel nostro stand a EICMA 2013 dove ci ha parlato della sua preparazione, del suo nuovo team, dei suoi obiettivi per il futuro e ovviamente ci ha regalato la sua visione della Dakar e del suo spirito più autentico.


Per prima cosa parliamo del passaggio da KTM a Yamaha, una delle notizie di cui si è più parlato quest'anno nel mondo dei Rally.

«Quest'anno il mercato team-piloti sembrava un po' come il gioco delle sedie. Tutti i piloti però ora sono sistemati e per quanto mi riguarda sono molto contento del mio nuovo team, lo Yamaha Factory Team. Credo che tutti noi avremo una Dakar interessante».


E per te sarà una doppia sfida.
«Sicuramente Yamaha è stata uno delle protagoniste della Dakar in passato, fino allo stop di Peterhansel nel 1998. Ora ha tutta l'intenzione di ritornare a vincere e questa è una grande sfida per me. Ho sempre pensato che nelle specialità off-road, in particolare nei rally, il pilota abbia una grande importanza per riuscire a vincere, e credo che tra un paio di mesi avrò la risposta, cioè se avrò o meno l’opportunità di vincere un'altra Dakar. Ma non è solo questione di marca della moto o di team, molto dipende dal pilota e tutti insieme cercheremo la risposta».


Quest'anno hai corso meno gare, stai preparandoti allo stesso modo alla Dakar o c'è qualche differenza rispetto al solito?
«E' stato un anno diverso dagli altri, con molti cambiamenti e molti test. Ho dovuto conoscere meglio, oltre che la moto, anche le persone con cui lavorerò, ma la mia preparazione fisica è la stessa e anche il mio preparatore argentino rimane lo stesso, e quello che lui dice sempre è: “L'allenamento deve essere più difficile che la gara”. Sono molto concentrato sulla preparazione fisica e mi alleno, mi alleno, mi alleno... e mi piace farlo».


Molte scelte fatte quest'anno ti hanno portato a delle novità, ma hai anche cercato di tenere al tuo fianco le persone di esperienza che ti hanno accompagnato fin qui.
«Al mio arrivo in Yamaha France mi sono sentito onorato di entrare a far parte di una serie di campioni Yamaha che hanno fatto la storia di questo sport. Appena arrivato ho subito cercato di costruire un team di persone di grande esperienza, con alcuni elementi che furono a fianco di Stephane Peterhansel: un gruppo piccolo ma molto efficiente».


Hai anche già scelto il tuo nuovo compagno, un giovane pilota sconosciuto ai più.
«Si, si chiama Michael Metzge, e sarà una grande sfida anche per lui. Abbiamo un ottimo mezzo e un team che ci supporta nel migliore dei modi. Penso che sia interessante anche per me, pilota quasi anziano, poter insegnare a un giovane francese qualche cosa sui rally e sulla Dakar. Confido molto in lui, sarà sicuramente uno dei grandi del futuro».


Parliamo del tuo mezzo. La moto giusta per la Dakar, la più veloce e performante, forse anche, e principalmente, la più affidabile….
«Sicuramente, la YZF è ben nota per la sua potenza, ma è anche per la sua affidabilità. La cosa più importante nella Dakar è poter correre ogni giorno al massimo fino all'ultimo giorno. Nella prossima edizione in particolare non ci sarà nemmeno una tappa in cui sarà concesso perdere un minuto per prendersi cura della moto, in caso di problemi meccanici. E credo che Yamaha sia la moto ideale sotto questo punto di vista».


Come sarà secondo te la prossima Dakar?
«Da quello che ho sentito sarà un'edizione molto emozionante, con molti piloti forti. Sto aspettando che venga presentata nei dettagli, specialmente per quanto riguarda i chilometraggi delle tappe sui diversi terreni. Scommetto che sarà una Dakar difficile, si parla di quattro giorni senza assistenza tecnica e di due tappe marathon in notturna. Ci saranno tappe che andranno oltre i 4.000 metri di altitudine. Sembra spaventoso ma queste sono le sfide che mi piacciono. Sono sempre più convinto che in queste sfide sia davvero solo il migliore a vincere. Per questo mi sto preparando a essere assolutamente al top quando ci schiereremo sulla linea di partenza di Rosario, il 5 gennaio prossimo».


Hai un importante record di vittorie, il tuo obiettivo è diventare il migliore in assoluto?
«Nessuno può insidiare il palmarès di “Mr. Dakar” Peterhansel, che ha vinto titoli un po’ dappertutto, sia in moto che in auto. Ma eguagliare il suo record di 6 vittorie nella Dakar sarebbe divertente».

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