Rossi: “Figo, una bella soddisfazione”

Rossi: “Figo, una bella soddisfazione”
Giovanni Zamagni
Un’altra bellissima gara di Valentino, che con il secondo posto conquista anche la vetta del campionato. «Torno in testa al mondiale dopo lo sciagurato finale del 2015: sono solo tre GP, ma per me è una piccola rivincita». Sulla penalizzazione: «Non la discuto, ma Zarco è stato troppo aggressivo»
24 aprile 2017

AUSTIN – E’ andata come aveva previsto: per salire sul podio, ha dovuto giocarsela con Dani Pedrosa e, perlomeno in parte, con Johann Zarco. Quello che non aveva preventivato era la caduta di Maverick Viñales; così, in un colpo solo, Rossi si è trovato a lottare per il secondo posto anziché per il terzo, e ha conquistato la vetta del campionato. Come dire: un altro GP straordinario.


«E’ stata una gara complicata: rispetto alle Honda perdevo in alcuni punti, ma ero molto forte in altri. Márquez aveva del margine da amministrare e sapevo che con non potevo tenere il suo passo, ma con Pedrosa me la sono giocata: anche lui era al limite con le gomme, l’ho attaccato e ho preso un po’ di margine».


Adesso ti trovi meglio con la M1 2017?

«Sia io sia il team ci abbiamo messo un po’ per capirla, ma ha un grande potenziale. La 2016 è più facile, è più efficace con le gomme nuove, ma questa è sicuramente più competitiva nel finale di gara, come si è visto in Argentina, dove avevo passato Crutchlow, e qui con Pedrosa. C’è ancora margine, è sicuramente un’ottima moto».


Cosa è accaduto con Zarco?

«Sinceramente io non potevo fare altro rispetto a quello che ho fatto. Ma non discuto la penalizzazione e la decisione della Race Direction, quanto il comportamento di Zarco: lui è velocissimo, ha un grande potenziale, ma questa non è la Moto2. Bisogna superare in un’altra maniera, deve stare più calmo».


Il team non ti ha segnalato la penalizzazione di tre decimi: è stato giusto?

«Direi di sì. Hanno aspettato di vedere come sarebbe andata con Pedrosa, e quando hanno visto che dopo averlo superato ho subito guadagnato più dei tre decimi che mi erano stati inflitti, hanno pensato di non dirmi niente per non fare confusione. E’ stato giusto così».


Sei in testa al campionato: l’obiettivo è vincere il titolo?

«Da sempre, da quando ho iniziato a correre, mi sono sempre posto come primo traguardo quello di vincere delle gare ed è così anche nel 2017. So benissimo che battere Viñales e Márquez sarà difficilissimo, ma godiamoci questo momento».


Ma se quest’inverno ti avessero dettoche dopo tre gare saresti stato in testa al mondiale, cosa avresti pensato?

«Non ci avrei creduto. Anche se devo dire che in Qatar, nonostante partissi decimo, ero ottimista: non so perché, forse ero talmente disperato… Comunque no, non me lo aspettavo: sono molto contento, è un grande risultato, anche se sono solo tre GP e non vuol dire tanto. Sarà difficile rimanere in questa posizione, perché Márquez e Viñales sono veramente fortissimi: però è figo, una bella soddisfazione. Torno in testa al mondiale dopo lo sciagurato finale del 2015: è una piccola rivincita, è come chiudere un periodo brutto. Ho 23 punti più del 2016, stiamo lavorando bene, c’è una bella atmosfera. E’ il mio miglior risultato ad Austin e, soprattutto, sono stato lì, non troppo lontano da Márquez: mi sono divertito».


L’anno scorso qui compromettesti la stagione con la caduta, oggi con il secondo posto sei in testa al mondiale: mi sembra un dato significativo. Cosa ne pensi?

«Nel 2016 ci sono stati un paio di momenti cruciali e il GP delle Americhe era stato uno di quelli, assieme al Mugello: questa volta ho fatto una bella gara, bisogna continuare così».


La rivalità tra Márquez e Viñales potrebbe giocare a tuo favore?

«Tra di loro c’è una grande competizione: è una grande motivazione per loro, ma è anche più difficile da gestire. Temo, però, che non pensino solo a loro due, un occhio a me lo danno…».


Credi che Viñales, dopo la caduta, si sia risvegliato da un sogno?

«No, non credo. Quello che ha fatto fino ad ora rimane molto buono, aveva fatto tutto alla perfezione. In questa gara poteva dare fastidio a Márquez: rimane fortissimo. La realtà è che con tutte queste buche, con queste gomme, è un attimo cadere. Maverick rimane uno dei grandi favoriti del mondiale».


Chi è più difficile da battere: Marquez con la Honda o Vinales con la Yamaha?

«Chi lo sa, siamo lì».


Torniamo un attimo all’episodio con Zarco.

«Avevo due possibilità: o andavo dritto, o cadevamo entrambi. Da questo punto di vista non è giusto, ma è vero che ho preso un vantaggio, valutato in tre decimi. Al di là di questo, lì Zarco non ci stava, è entrato clamorosamente in ritardo e se io non rialzo la moto cadiamo sicuro. Deve stare più attento: un conto è essere aggressivo, un altro entrare così tanto dopo, quando uno ormai è già dentro alla curva, devi sapere che l’altro c’è. Lui mi senta molto forte: la Moto2 è una battaglia all’ultimo sangue, ma in MotoGP bisogna stare un po’ più attenti».


E adesso si va in Europa.

«Non vedo l’ora! Arrivano circuiti come Jerez, Le Mans, Barcellona, Mugello, Assen… Tutte grandi piste, dove in passato ho ottenuto grandi vittorie e c’è una bella atmosfera. Dobbiamo continuare a fare bene».


Un commento su Morbidelli?

«Fantastico, quasi commovente: sono fiero di lui e della sua superiorità. Deve continuare così».


E su Fenati?

«Sono molto contento per lui. A parte quello che è successo l’anno scorso, avevamo e abbiamo un buon rapporto: oggi è stato bravissimo, tanto di cappello».