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Sembrava la giornata di Maverick Vinales, partito (male) dalla pole position, ma capace di recuperare dalla sesta posizione e di portarsi al comando al decimo giro.
Con un passo velocissimo, si poteva ipotizzare anche una fuga del pilota Yamaha, ma Marc Marquez non era d’accordo e ha usato la sua tattica di quando non riesce a scappare: incollato al codone di chi gli sta davanti, sempre a un massimo di un paio di decimi di distanza.
Vinales e Marquez non si amano (eufemismo), in ballo c’era molto di più della singola vittoria. Vinales, come ha fatto in passato Quartararo, è stato sempre davanti a dettare il ritmo: è chiaro, a questo punto, che con la Yamaha bisogna fare così, non c’è alternativa.
Poi, all’inizio dell’ultimo giro, Marquez ha sverniciato in rettilineo il rivale, ha chiuso tutte le porte, è rimasto davanti. Per Vinales, un’unica, ultima possibilità: la curva dieci, il tornante da prima marcia in discesa.
Marquez è stato stretto, Vinales lo ha affiancato all’esterno, perdendo però il controllo della M1 in frenata (sono sicuro che l’ingegner Giulio Bernardelle dirà a causa delle gomme…) e finendo a terra nella sabbia. Unica consolazione, senza conseguenze fisiche.
Per Marquez, quindi, successo in solitario, ma dopo una sfida intensa con Vinales, che qui, ricordiamolo, aveva vinto nel 2018.
A completare il podio un convincente Cal Crutchlow, sempre velocissimo in Australia: nel 2018 si era fatto malissimo a Phillip Island, quest’anno conquista un secondo posto che gli dà morale e fiducia. E’ vero che la caduta di Vinales lo ha favorito, ma lui qui guida bene e dimostra che la Honda RC213V 2019 qualche qualità ce l’ha, non è poi così male.
Al terzo posto un bravissimo Jack Miller, che nell’ultimo giro ha vinto una bella sfida in casa con Pecco Bagnaia, quarto e davvero bravo: dopo tanti GP difficili, Pecco ha dimostrato di non essere stato scelto per caso dalla Ducati, confermando qualità di guida e ottima tenuta generale. Bravo Pecco, il suo più grande merito è di averci creduto sempre, di non aver mollato nei tanti momenti difficili di questa stagione.
Solo settimo, invece, Andrea Dovizioso, che fino al penultimo giro era in quarta posizione. Poi, probabilmente un errore (non si è visto in televisione) gli ha fatto perdere il primato in Casa Ducati, per un risultato deludente, considerando quello che è la terza Ducati al traguardo, con Danilo Petrucci caduto al primo giro, in un incidente che ha coinvolto anche Fabio Quartararo, largo davanti a lui e già con le ruote all’esterno della curva.
Unica consolazione per Andrea: con 53 punti di vantaggio su Alex Rins, opaco nono al traguardo, è matematicamente secondo in campionato per il terzo anno consecutivo. Ma qui, per una volta, il Dovi è stato inferiore al potenziale della sua moto.
Chi invece è stato bravissimo è Andrea Iannone, secondo nel 2018 a Phillip Island con la Suzuki. Andrea si esalta su questa pista, aveva fatto podio anche con la Ducati, e con l’Aprilia ha fatto grandissimi numeri, stando anche al comando. Poi, come era normale che accadesse, ha perso posizioni, ma sempre dando grande battaglia e replicando dove possibile ai sorpassi, anche a quelli di Marquez.
Iannone ha chiuso sesto, la sua è stata una gara da applausi, che merita però anche una tiratina di orecchie: Andrea ha un talento straordinario, bisogna sfruttarlo anche su tracciati a lui meno congeniali. Ma la grande gara di oggi, rimane.
Scattato benissimo dalla quarta posizione conquistata nelle qualifiche del mattino, Valentino Rossi è stato al comando per tre giri, illudendo di poter essere protagonista. Invece, mentre Vinales recuperava da dietro, Rossi perdeva da davanti, incapace di gestire una Yamaha che nelle sue mani non è efficace come quella del compagno di squadra.
Alla fine, l'ottavo posto è un altro risultato difficile da digerire e da spiegare, anche se, perlomeno, questa volta Rossi si è visto, almeno per qualche giro. Magra consolazione.
Johann Zarco, al debutto con la Honda, ha chiuso 13esimo a 26”758, mentre Jorge Lorenzo è arrivato ultimo, staccato di 1’06”045 a 21” dalla penultima posizione di Syahrin. Sinceramente imbarazzante. E ingiustificabile. Così non si può continuare.
Pos. | Punti | Num. | Pilota | Nazione | Team | Moto | Km/h | Data e ora/Distanza |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 25 | 93 | Marc MARQUEZ | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 176.9 | 40'43.729 |
2 | 20 | 35 | Cal CRUTCHLOW | GBR | LCR Honda CASTROL | Honda | 176.0 | +11.413 |
3 | 16 | 43 | Jack MILLER | AUS | Pramac Racing | Ducati | 175.8 | +14.499 |
4 | 13 | 63 | Francesco BAGNAIA | ITA | Pramac Racing | Ducati | 175.8 | +14.554 |
5 | 11 | 36 | Joan MIR | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 175.8 | +14.817 |
6 | 10 | 29 | Andrea IANNONE | ITA | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 175.8 | +15.280 |
7 | 9 | 4 | Andrea DOVIZIOSO | ITA | Ducati Team | Ducati | 175.8 | +15.294 |
8 | 8 | 46 | Valentino ROSSI | ITA | Monster Energy Yamaha MotoGP | Yamaha | 175.7 | +15.841 |
9 | 7 | 42 | Alex RINS | SPA | Team SUZUKI ECSTAR | Suzuki | 175.7 | +16.032 |
10 | 6 | 41 | Aleix ESPARGARO | SPA | Aprilia Racing Team Gresini | Aprilia | 175.7 | +16.590 |
11 | 5 | 21 | Franco MORBIDELLI | ITA | Petronas Yamaha SRT | Yamaha | 175.1 | +24.145 |
12 | 4 | 44 | Pol ESPARGARO | SPA | Red Bull KTM Factory Racing | KTM | 175.0 | +26.654 |
13 | 3 | 5 | Johann ZARCO | FRA | LCR Honda IDEMITSU | Honda | 175.0 | +26.758 |
14 | 2 | 17 | Karel ABRAHAM | CZE | Reale Avintia Racing | Ducati | 173.7 | +44.912 |
15 | 1 | 55 | Hafizh SYAHRIN | MAL | Red Bull KTM Tech 3 | KTM | 173.7 | +44.968 |
16 | 99 | Jorge LORENZO | SPA | Repsol Honda Team | Honda | 172.2 | +1'06.045 | |
Non classificato | ||||||||
12 | Maverick VIÑALES | SPA | Monster Energy Yamaha MotoGP | Yamaha | 177.0 | 1 Giro | ||
82 | Mika KALLIO | FIN | Red Bull KTM Factory Racing | KTM | 173.2 | 3 Giri | ||
53 | Tito RABAT | SPA | Reale Avintia Racing | Ducati | 165.9 | 24 Giri | ||
Primo giro non terminato | ||||||||
20 | Fabio QUARTARARO | FRA | Petronas Yamaha SRT | Yamaha | 0 Giro | |||
9 | Danilo PETRUCCI | ITA | Ducati Team | Ducati | 0 Giro |