MotoGP 2016. Le pagelle del GP di Francia

MotoGP 2016. Le pagelle del GP di Francia
Giovanni Zamagni
Dieci e lode a Lorenzo, inarrivabile; 7 a Rossi, sbaglia venerdì e sabato ma in gara è da 9; per Viñales 8, da record. Male le Ducati e i piloti in Rosso. 4 anche per Màrquez e appena 6 a Pedrosa
9 maggio 2016

JORGE LORENZO VOTO 10 E LODE

Quando martella così è (quasi) impossibile batterlo. Dopo i problemi di Jerez, è tornato velocissimo anche grazie alla nuova “47” posteriore: la sensazione è che la gomma portata dalla Michelin rappresenti per Jorge una svolta tecnica, ma anche psicologica. Ricordate cosa era accaduto l’anno scorso con le Bridgestone di inizio stagione che non gli piacevano? Ecco, sembra un po’ la stessa cosa con questa “47”. E se Lorenzo si convince di essere imbattibile, allora diventa dura per tutti. Da applausi.


VALENTINO ROSSI 7

Lui e la squadra hanno lavorato male venerdì e sabato in qualifica, rischiando di compromettere seriamente il GP, anche se Lorenzo sarebbe stato difficilmente battibile anche partendo dalla prima fila. In gara Valentino è stato bravissimo (da nove in pagella) e velocissimo, come peraltro lo è stato nei GP precedenti. Insomma, il campione di Tavullia è in forma, in grande forma ed è ancora più motivato dell’anno scorso. Questo Rossi è in piena lotta per il mondiale. Complimenti.
 


MAVERICK VIÑALES 8

E’ stato favorito dalle cadute di Iannone, Dovizioso e Màrquez, ma merita un voto altissimo per la prestazione complessiva da quando è in MotoGP, non solo per questa gara. La Suzuki non saliva sul podio da Brno 2008, e se è tornata nei primi tre parte (molto?) del merito è di questo giovane davvero talentuoso e dal futuro assicurato. Da libro dei primati.


ANDREA IANNONE 5

Dice una bugia quando afferma che non stava tirando (i dati dicono il contrario), ed è vero che la troppa fretta l’ha tradito. Ma è altrettanto vero che fino a lì era stato bravissimo: ci può anche stare di cadere per inseguire la vittoria. Sognatore.


ANDREA DOVIZIOSO 4

Il suo errore è più grave di quello del compagno di squadra: con Iannone a terra, il Dovi aveva la grande opportunità di chiudere forse definitivamente la sfida su chi rimarrà l’anno prossimo in Ducati. Purtroppo, anche lui ha sbagliato e così raccoglie il quarto “zero” consecutivo, anche se è solo il primo per colpa sua. Occasione persa.


MÀRC MÀRQUEZ 4

Meriterebbe dieci per la capacità di portare la Honda dove nessuno è in grado di farlo, ma “mister consistenza”, come era stato denominato alla vigilia, questa volta ha esagerato. Un bene per il campionato, un male per il pilota, che adesso non ha più nessun margine da gestire, ma deve teoricamente attaccare per recuperare. Errore strategico.
 


DANI PEDROSA 6

Forse ha ragione lui: per andare come Marquez bisogna essere… Màrquez e prendere troppi rischi. La moto è un disastro e lui, indiavolato con tutto il mondo Honda, si limita a portare la moto al traguardo, senza esagerare. A Le Mans, però, è stata la tattica migliore. Taxista.


POL ESPARGARÓ 6

Il suo è stato un fine settimana da applausi fino alla gara. Poi, quando conta davvero fare la differenza, lo spagnolo del team Tech3 sparisce un po’, ma in Francia ha fatto vedere di avere la velocità, perlomeno in prova. I primi, però, sono un’altra cosa.


ALEIX ESPARGARÓ 5

Sembrava in ripresa e, effettivamente, in prova non ha fatto male. In gara, però, si è un po’ perso e 18” dal compagno di squadra sono davvero tanti. Confronto improponibile.


DANILO PETRUCCI 8

Non saliva in moto da due mesi, la sua mano destra è tutt’altro che a posto, eppure Danilone ha dato costantemente paga al compagno di squadra e nell’ultimo giro si è permesso il lusso di rispondere agli attacchi di Hèctor Barberà : per questo GP va bene così. Coriaceo.


HÈCTOR BARBERÀ​ 5

Viste le condizioni di Petrucci, doveva assolutamente arrivargli davanti.


ÁLVARO BAUTISTA 6

Quando batti il compagno di squadra, l’unico con la tua stessa moto, puoi dire di aver fatto il tuo dovere.


STEFAN BRADL 5

Discorso opposto, ovviamente. E conferma tutti i suoi limiti in gara.
 


YAMAHA M1 VOTO 9,5

La moto perfetta non esiste, ma qui siamo molto vicini, come conferma la seconda doppietta consecutiva. E’ certamente la più equilibrata, quella che fa lavorare meglio le gomme: i suoi due piloti sono bravissimi, ma la M1 dà loro una bella mano.


SUZUKI GSX-RR VOTO 8

Un premio al lavoro svolto in questo anno e mezzo, alla buona base dalla quale sono partiti, alla capacità di migliorarsi passo dopo passo: la Yamaha è un’altra cosa, ma la Suzuki se la gioca con le altre. Bravi davvero.


DUCATI DESMOSEDICIGP VOTO 5

Se entrambi i piloti finiscono a terra, significa che, probabilmente, stanno guidando al di sopra del potenziale della moto per cercare di ottenere risultati prestigiosi. In prova la DesmosediciGP è molto competitiva, ma in gara c’è ancora parecchio da fare. Può essere comunque considerata la seconda forza del campionato.


HONDA RC213V VOTO 4

Un disastro assoluto, al di là del secondo posto in classifica di Marquez. La realtà è che, fino adesso, in qualche modo Màrc aveva messo una pezza alle difficoltà tecniche della RC213V, grazie anche a circostanze favorevoli, come il “flag to flag” obbligatorio in Argentina e la pista amica di Austin. Ma in condizioni “normali”, la Honda sembra in grandissima difficoltà.


APRILIA RS-GP VOTO 4

Non facciamoci ingannare dai risultati: i riscontri cronometrici sono ancora preoccupanti.