Viaggi. L'Europa orientale

Dalle Alpi alle capitali d'Europa
Lasciamo il caldo e l'umidità soffocanti della Pianura Padana alle nostre spalle per seguire un itinerario che ci condurrà su alcuni tra i passi più alti delle Alpi, sino a toccare i paesi dell'Europa orientale.
Carichiamo le borse della nostra BMW F800ST (una sport-tourer che si rivelerà comoda, veloce ed estremamente parsimoniosa) e puntiamo diritti verso il ramo orientale del Lago di Como, prima tappa: il Passo dello Stelvio.

Le strade più alte: Stelvio e Grossglockner
La strada statale 38, che da Colico porta ai 2.757 metri del Passo dello Stelvio, è a ragione una delle più amate e battute dai motociclisti che giungono qui da tutta Europa.
I tornanti del versante lombardo, ampi e ben asfaltati, regalano piacere di guida allo stato puro, mentre il toboga di curve che conduce in alto Adige mette a dura prova i freni della auto e delle moto.
Sul passo, e a valle di questo, la recettività alberghiera è ottima e guarda con occhio di favore ai bikers (bastano 30 Euro per un bed & breakfast, con circa 15 Euro si gode di una cena luculliana).
Il viaggio continua in mezzo ai frutteti che costeggiano la statale 38; a Bolzano imbocchiamo l'autostrada A22, che abbandoneremo dopo Bressanone per prendere la E66.
Lasciamo alle nostre spalle Dobbiaco e San Candido ed entriamo in Austria per raggiungere una delle attrazioni più suggestive delle Alpi Orientali, il Grossglockner, la più alta montagna austriaca (3.798 metri).
La strada che porta alla terrazza panoramica posta a 2.369 metri non può considerarsi il classico passo alpino. È infatti cieca, non consentendo di scavallare sul versante opposto del crinale. Poco male, il parcheggio regala ai visitatori una vista senza pari del più lungo ghiacciaio austriaco, il Pasterze.
Bocciamo il costo spropositato del pedaggio che dà accesso alle curve del Grossglockner, ben 18 Euro.

Salisburgo, la città di Mozart
Stretta tra le cime delle Alpi (Massiccio dell'Untersberg) e la fama donatale dai natali di Wolfang Amadeus Mozart è la città di Salisburgo, attraversata dal fiume Salzach.
La meravigliosa architettura barocca del centro storico unita all'ottima cucina bavarese valgono una sosta a Salisburgo.
La visuale è dominata dalla bianca fortezza fatta erigere nel 1077 dai vescovi principi, che qui si rifugiavano per sfuggire alle rivolte dei contadini.
Opera di architetti italiani sono il Duomo (Santino Solari) e la Cattedrale (Vincenzo Scamozzi), oltre a molti edifici costruiti sotto la guida di Wolf Dietrich Von Raitenau, figlio guarda caso di una Medici.
Alle motocicliste amanti dello shopping raccomandiamo una visita ai tanti mercatini che danno colore alle piazze del centro storico.
Ottima infine la disponibilità di alloggi; si va dagli alberghi di lusso del centro sino alle pensioni della periferia (la nostra, gestita dai cinesi, non è un granché, ma per una notte può bastare).

Budapest, nel regno dei Magiari
Ci attende una tirata autostradale serrata che, dall'Austria, ci porta diritti nella capitale ungherese, Budapest.
La città magiara meriterebbe ben più di un giorno di visita, cerchiamo quindi di vedere più cose possibili stando in sella alla nostra BMW.
Budapest e i suoi imponenti palazzi ci fanno sentire piccoli in sella alle nostre motociclette. Seguendo il corso del Danubio, ci imbattiamo nel monumentale Palazzo del Parlamento e nell'immensa Piazza degli Eroi. La parte bassa della città ospita edifici di pregio, come la Basilica di Santo Stefano, il palazzo Gresham e il Ponte delle Catene che attraversiamo per raggiungere il Palazzo Reale e il caratteristico borgo sito all'interno del castello, che domina la città dall'alto.

Balaton, mai lago fu meno profondo
Tempo scaduto, si deve ripartire. Le opere dell'uomo lasciano il campo alle bellezze naturali, siamo curiosi di raggiungere il "mare ungherese", il famoso Lago Balaton.
Definirlo mare è francamente benevolo, non ce ne vogliano gli Ungheresi, ma il più grande lago dell'Europa centrale ricorda più un acquitrino, complice la profondità media di appena 3 metri (nel punto più profondo si raggiungono i 12 metri).
I bagnanti non mancano, ma ci vuole un certo coraggio per inoltrarsi nell'acqua calda e francamente sporca del lago. È stupefacente notare come a duecento metri dalla riva si possa ancora camminare con l'acqua che lambisce la vita.
Soggiorniamo a Siofok, la principale località turistica del Balaton. Ricorda la nostra Rimini degli anni ‘80 (musica e attrattive da noi sarebbero già vintage) e attira orde di adolescenti in cerca di ebbrezza.
Gli splendidi tramonti che si specchiano sul lago fanno presto dimenticare gli schiamazzi notturni.
Vitto e alloggio sono a buon mercato, un po' meno il prezzo della benzina (simile a quello praticato dai distributori italiani).

Lubiana, perla slovena
La statale numero 7 segue il corso naturale del Balaton e ci porta a sud. Seguiamo le indicazioni per Varazdin ed entriamo in territorio sloveno.
Finalmente troviamo le curve che ci consentono di apprezzare le qualità ciclistiche della F800ST e di godere dell'esuberanza del motore agli alti regimi.
La statale 430 che porta a Lubiana è infatti un vero parco giochi (limiti permettendo) amato anche dai bikers del posto.
La capitale slovena è una vera sorpresa. Adagiata sul fiume Ljubljanica, presenta un centro storico in stile liberty molto curato e assai frequentato dai tanti universitari che vivono nella città.
Irrinunciabili una visita al castello, dal quale si gode della vista sulla città, e una passeggiata serale lungo le sponde del fiume illuminato da mille colori.
Circa cento chilometri di autostrada ci separano da Trieste. Ricordiamo a chi li percorrerà di dotarsi della vignetta autostradale, obbligatoria in Slovenia.

Testo e foto: Andrea Perfetti