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L’ultima edizione del 2018 ha premiato Viñales, partito male ma poi velocissimo. La Yamaha tornava al successo dopo 25 GP, poi Iannone con la Suzuki davanti alle due Ducati ufficiali del Dovi e di Bautista (in sostituzione di Lorenzo infortunato). Clamoroso l’incidente al sesto giro: alla frenata della prima curva Zarco tampona Márquez a 330 orari, forse effetto della scia: grande spavento, ma per fortuna le conseguenze sono leggere. Rossi, a lungo secondo, va in crisi con la gomma posteriore e arretra al sesto posto, mentre Morbidelli è ottavo e Petrucci solo dodicesimo, dopo un’uscita nei primi giri e la rimonta.
Viñales è sempre salito sul podio dal 2016 (e ha vinto in Moto2 nel 2014). Due anni fa la gara fu superspettacolare: Márquez, dopo la 24ª caduta dell’anno in FP3, partì dalla pole e di forza conquistò la sesta vittoria del 2017. Alle sue spalle duelli e sportellate, con Zarco (giro veloce e quarto di un soffio) esagerato, Rossi combattivo, Viñales ritrovato. Malissimo andò per la Ducati, con Dovi tredicesimo alla peggior prova dell’anno, Lorenzo quindicesimo, Petrucci affondato a soli sette giorni dal podio di Motegi.
Marc qui alterna successi perentori ad errori clamorosi: nel 2016 regalò il successo a Crutchlow con la Honda di Cecchinello (che stava recuperando terreno): brutto errore in frenata e relativa caduta. Pioggia nelle prove e freddo la domenica, Rossi precedette Viñales (su Suzuki, il più veloce nel finale) con una gara splendida, e anche Dovizioso, quarto più staccato, fece bene. Lorenzo, in piena crisi, chiuse solo sesto a 20”.
Márquez assoluto protagonista anche nel 2015. Quella fu una gara discussa: di certo Marc ne aveva più di tutti, e lo dimostrò con il giro veloce nella tornata conclusiva, quando recuperò sette decimi a Lorenzo e lo staccò di venti metri. Eppure l’hondista restò a lottare per tutta la gara con Rossi e Iannone. Voleva rallentare il Dottore? Se fosse stato così, nemmeno Rossi se ne accorse lì per lì, tanto che dopo la gran battaglia si complimentò col vincitore. Da notare che la Ducati era velocissima (344 orari per Iannone), eppure Dovi chiuse solo tredicesimo e avvilito.
Infine il 2014. Cinque anni fa altro errore clamoroso di Márquez: scattava dalla pole, aveva quattro secondi di vantaggio su tutti, cadde alla 10 a meno dieci giri. La vittoria andò a Rossi che partiva dalla terza fila, rimontò in fretta, lottò a lungo con Lorenzo e lo staccò. Gomma difettosa per Jorge? Anche Crutchlow superò il maiorchino, ma poi cadde all’ultimo giro. Terzo Smith e quarto Dovi a 14 secondi. Per Valentino, che qui non vinceva dal 2005, fu una gran giornata.
Passiamo alla Moto2, dove da cinque anni gli italiani non vincono (ultimo De Angelis, ma licenziato San Marino, Simoncelli in 250 nel 2009). L’anno scorso Pasini aveva la pole ma cadde, come Baldassarri (che al 23° giro era secondo). Bene Marini, quinto, male Bagnaia solo 12° (ma con 36 punti di vantaggio in campionato). La vittoria andò per 6 centesimi a Binder su Mir, terzo Vierge e buon quinto Marini. KTM aveva vinto anche l’edizione precedente, con Oliveira: prima vittoria di un pilota portoghese. Fu una doppietta, secondo chiuse Binder (che dodici mesi prima aveva vinto la Moto3), mentre Franco Morbidelli, con il terzo posto, staccò in classifica Luthi (-29), piazzato solo decimo.
2016, ed ecco proprio Luthi davanti a Morbidelli al fotofinish, con Cortese terzo a 5 centesimi… Caduti Pasini e Rins, quarto arrivò Baldassarri a tre secondi. Lo stesso Balda che dodici mesi prima, diciottenne, era salito sul podio per la prima volta in carriera dopo una gran gara: nel 2015 Rins vinse davanti a Lowes e poi Balda. Invece nel 2014 Viñales, che era un rookie, colse qui la terza vittoria della stagione, precedendo Luthi e il campione in carica Rabat.
Infine la Moto3. Dodici mesi fa, alla seconda gara della sua vita, Celestino Vietti (che sostituiva Bulega) salì sul terzo gradino del podio. Che gara! Vinse Arenas, secondo "Diggia", cinque piloti in un decimo di secondo; Bastianini, ottavo, classificato a 235 millesimi… Però troppe le cadute e le scorrettezze: ne fece le spese anche Bezzecchi, falciato da Rodrigo.
Le gare della minima cilindrata sono sempre state agitate, a Phillip Island. Nel 2017 gara interrotta per la pioggia al giro 15: cadde "Diggia" che era nel gruppo di testa, vinse Mir che in soli due anni passava dall’esordio mondiale al titolo. Fu interrotta anche l’edizione 2016 con tanti voli: nei dieci giri finali Binder ebbe la meglio su Locatelli e Canet; e fu falcidiata dagli incidenti anche la gara del 2015 vinta da Oliveira, mentre quella dell’anno prima costò il podio a Fenati, buttato giù da Vazquez. Nel 2014 sei piloti in due decimi sotto la bandiera a scacchi, e vittoria a Miller sul giovane Márquez e su Rins. Il podio intero in 32 millesimi di secondo!