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Probabilmente neanche questo titolo servirà a togliere i dubbi a chi non crede che Pecco Bagnaia è un campionissimo.
Ma lo è, per molti motivi. A 26 anni ha ancora il tempo per inventarsi almeno un paio di sfide super interessanti e che lo collocherebbero su un piedistallo unico. Ma quelle le diciamo alla fine.
Prima celebriamo questo secondo mondiale consecutivo.
Quest’anno Bagnaia ha vinto più gare di tutti (7), ha fatto più pole di tutti. È al secondo mondiale consecutivo in MotoGP, una cosa che era riuscita solo a Valentino Rossi (2002-05 e 2008-09) e Marc Marquez (2013-14 e 2016-19).
Quest’anno il piemontese, fino alla domenica di Barcellona, sembrava lanciato verso una vittoria del mondiale relativamente tranquilla, di quelle che si festeggiano in oriente, 2-3 gare prima della fine dell’anno. Poi il violento high-side, la moto di Binder che gli passa sopra, lo spavento, l’infortunio, il recupero.
I podi ottenuti a Misano con le stampelle e il dolore sono stati fondamentali, alla resa dei conti, per questo titolo.
La crescita esponenziale di Martin ha rimesso tutto in discussione, portando il mondiale fino a Valencia.
E a Valencia il venerdì è sembrato favorevole allo spagnolo, con la tattica di innervosire Bagnaia seguendolo nelle pre qualifiche.
Il sabato è stato a due facce: Bagnaia ha reagito da campione nelle qualifiche e Martin ha reagito da campione nella gara corta. Come due pugili che non si arrendono mai.
Alla fine, per Pecco, il successo di oggi: vittoria del GP e mondiale, con Martin caduto per cercare di recuperare.
Bagnaia è di nuovo campione, due titoli in cinque anni, il secondo consecutivo.
Eppure, nonostante questo secondo successo consecutivo, in molti continuano ad avere dei dubbi su Bagnaia: “Vince perché è su una Ducati”, “Non è un vero campione”.
Frasi che si sentono dire nonostante da due anni e mezzo (sì, la seconda parte del 2021) lui è quello che vince di più, che va più sul podio, che fa più pole. Pecco, dal primo successo ha fatto 18 vittorie in 46 gare.
E allora viene da pensare che, per dimostrare a tutti che è un vero campione, Bagnaia dovrebbe cambiare moto, se lo vorrà. Un po’ come fece il suo maestro Rossi nel 2004.
Sarebbe straordinario, ma è una suggestione enorme e lontanissima dal succedere, se Pecco lasciasse la Ducati per andare a vincere un mondiale con un’altra moto. Sarebbe unico se lo facesse con Aprilia. Un campione italiano che vince con due moto italiane in MotoGP. Diventerebbe unico. Ma è fantascienza, per adesso.
Andiamo ancora oltre con la fantascienza. C’è un’altra sfida che Bagnaia, grande appassionato di gare di moto, sarebbe bello affrontasse (e vincesse). Lui ha già detto di voler partecipare alla 8 ore di Suzuka con una Ducati.
Ma sempre con una Ducati (tra una decina di anni?) sarebbe bello vederlo andare a vincere il mondiale SBK. Nessuno ha mai vinto il mondiale di MotoGP e quello di SBK. Anche qui potrebbe essere il primo.
Bagnaia è un campione, uno che ha vinto due volte consecutivamente la MotoGP. Questo lo mette nella condizione unica di poter scegliere e poter chiedere.
Alla fine del 2024 scadrà il suo contratto con Ducati e a quel punto potrà dettare le sue condizioni sul futuro. Di sicuro nel frattempo proverà a fare il tris.
Martin, Bastianini, Marquez, Quartararo, Bezzecchi e tutti gli altri permettendo!