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Phillip Island - Da -91 a +14: ti aspetti un Francesco Bagnaia raggiante, dalla gioia incontenibile. Invece, sembra quasi mogio, comunque non euforico come avrebbe ragione di essere. Colpisce questo aspetto.
“Ci sono due motivi. Il primo è che non ho vinto: è qualcosa che ti dà sempre fastidio. È un po’ come ad Aragon: ero contento di aver guadagnato 20 punti, ma comunque avevo fatto secondo… Qui è uguale: potevo avere 23 punti di vantaggio, invece di averne 14… Sono contentissimo per il campionato, ma vincere dà sempre quel gusto in più, sopratutto qui, davanti a tutta questa gente. Sarebbe stato importante riuscire a salire sul gradino più alto del podio. In ogni caso, bisogna essere obiettivi, contenti di quello che abbiamo fatto. È stata una gara dove sono sempre stato in testa, dove ho spinto forte: ci ho provato, ma alla fine, purtroppo, la gomma davanti mi è calata tanto, non riuscivo a spingere come avrei voluto”
E il secondo motivo?
“Il jet lag! Ho dormito otto ore in due giorni: sono abbastanza cotto…”
Il mancato successo, come lo definisci tu, è dovuto a cosa: al degrado della gomma anteriore; alla superiorità degli avversari; oppure a un condizionamento psicologico dovuto all’uscita di Quartararo?
“Immaginavo che qui avremmo fatto più fatica rispetto ad altre piste: è vero che la nostra moto è molto veloce sul dritto, ma perdiamo un po’ nel farla girare e ci manca un po’ di trazione sull’angolo. Sapevamo che gli altri potevano avere un vantaggio. Abbiamo provato a fare il bilanciamento perfetto per la gara e siamo riusciti a trovarlo: eravamo molto veloci, abbiamo provato a lottare per la vittoria. È vero, però, che nel momento in cui ho letto sulla tabella che Quartararo era fuori, la mia gara è cambiata abbastanza: non ho più spinto e basta, non mi sono focalizzato solo sulla vittoria, ma mi sono convinto del fatto che se qualcuno mi avesse passato e avessi capito di non averne più di tanto, non avrei preso rischi. Ed è stato così: alla fine Rins e Marquez erano più competitivi di me e non sono riuscito a stargli più vicino per provare un sorpasso sicuro”
Da -91 a +14: come si fa?
“Tanto lavoro. E quando nessuno ti regala niente, dà ancora più soddisfazione. Gara dopo gara arrivava una extra motivazione positiva”
Ma tu quando eri a -91, ci credevi?
“Avevo detto che il titolo sarebbe stato quasi impossibile, ma che comunque era ancora aritmeticamente fattibile. Non abbiamo mai mollato”
Due gare al termine: cominciamo dalla Malesia, dove si corre già settimana prossima.
“Sepang si adatta molto meglio alla nostra moto: ci sono ripartenza da fermi, tante frenate: possiamo dire la nostra, perché in staccata siamo sempre molto, molto forti. Anche oggi ho fatto un sorpasso bellissimo, sono riuscito a superare due piloti alla curva quattro (da ieri denominata “Miller”), mi ha dato un gran gusto anche mentre lo facevo. Bisognerà comunque essere molto intelligenti, perché quella è una pista dove possiamo sfruttare il nostro potenziale, ma è anche critica per le gomme. Vedremo di fare un bel lavoro venerdì e sabato per preparare al meglio il GP. Come abbiamo sempre fatto da dopo la pausa estiva fino a oggi”
Oggi, quando sei arrivato in circuito, c’erano un sacco di tifosi che ti aspettavano, che ti hanno chiesto un autografo: quanto ti dà soddisfazione questo aspetto?
“È stato molto bello, come è stato fantastico vedere tutta la gente sotto il podio. Quello che si dovrebbe fare è riuscire a essere più vicini agli appassionati: credo che questo fine settimana dovrebbe essere preso ad esempio da tutti i GP. Bisogna fare in modo di stare più a contatto con la gente, che, tra l’altro, qui aveva tantissime cose da fare al di là della gara; anche questo ha contribuito a fer venire tanti appassionati a un GP che mancava da anni. Mi piacerebbe molto rivedere un Mugello e un Misano così”
Stoner ti farà i complimenti?
“Mi dirà sicuramente dove ha visto che ho sbagliato…”