MotoGP 2017. Rossi: "La M1 2017 mi piace sempre di più"

MotoGP 2017. Rossi: "La M1 2017 mi piace sempre di più"
Giovanni Zamagni
Valentino contentissimo di correre in Europa: “E’ tutto più facile, siamo più vicini a casa, si prendono meno aerei… E, soprattutto, da qui in poi ci sono piste bellissime, con una grande atmosfera”. Sul campionato: “Marquez e Vinales velocissimi, ma io sono in crescita”
4 maggio 2017

JEREZ DE LA FRONTERA – Tra tutte le piste del motomondiale, Jerez è quella che Valentino Rossi conosce meglio, ancora di più del Mugello o di Misano. «E’ così, perché in passato i test invernali si facevano sempre a Jerez. Qui sono nato con l’Aprilia, qui, per la prima volta, mi sono confrontato con i piloti del motomondiale: era il 1996, febbraio e mi ricordo che il debutto fu shoccante, perché mi passavano da tutte le parti, a destra a sinistra, ovunque. E giravano tre secondi più veloce di me…» ricorda Rossi, che a 21 anni di distanza arriva a Jerez da capoclassifica iridato.
 

«Sono molto contento che si sia tornati in Europa: intanto è più comodo, più facile, più vicino a casa, si prendono meno aerei, si dorme nel motorhome, guardi la televisione italiana… Sembra di essere vicino a casa. Ma, soprattutto, sono contento perché le piste sono bellissime, a partire da questa: andiamo incontro al periodo più bello del campionato, perlomeno come fascino dei tracciati, ce ne sono tanti tra i miei preferiti. Qui l’atmosfera è incredibile: dalla curva 8 in poi, quando entri nello “stadio” è bellissimo, dà grandi motivazioni, qui ci sono tanti appassionati di moto. Bisognerebbe riuscire a fare il massimo, a fare dei punti, ad arrivare davanti. L’anno scorso era andata bene, un fine settimana praticamente perfetto: ho vinto, partendo dalla pole e ho fatto anche il giro veloce. Ma tutti gli anni sono diversi: sarà difficile».


Come è andato il test di martedì a Le Mans?

«Alla fine è andato bene, anche se era iniziato male: la mattina era così freddo che sembrava un giorno buttato via, tanto è vero che la Honda non ha nemmeno girato (per non sprecare uno dei cinque giorni a disposizione per regolamento, NDA). Noi sì e abbiamo fatto bene, perché abbiamo girato due ore con il bagnato e due con l’asciutto. Non avevamo tanto materiale da provare, ma era importante andarci prima del GP e lo era per la Michelin, preoccupata che l’asfalto nuovo di Le Mans rovinasse troppo le gomme».


A caldo, ad Austin, hai detto di essere sorpreso di essere in testa al campionato; adesso qual è la tua valutazione?

«Intanto è importante perché ho fatto tre belle gare, su piste difficili, specie quella di Austin, dove ho guidato bene. La moto mi piace sempre di più, mi sto adattando: anche se non ho mai vinto, sono sempre stato vicino e protagonista, ho attaccato alla fine. So che è difficile, perché Marquez e Vinales vanno forte, ma siamo sempre più competitivi».


La rivalità tra Marquez e Vinales può essere una delle chiavi del campionato?

«Questo è quello che si diceva durante l’inverno e questo è successo. Ma sono passate solo tre gare, vediamo cosa succede. Per quanto riguarda me, vorrei andare forte, essere veloce. La domenica sono sempre stato piuttosto forte, mentre posso migliorare in prova, anche se nell’unica qualifica asciutta ho conquistato la prima fila. Cerco di guidare meglio, di utilizzare tutti i turni per mettere a posto la moto per la domenica. Divertirmi, fare delle belle gare. Tra Argentina e Austin abbiamo cambiato poco e così anche a Le Mans: speriamo di riuscire a lavorare con più tranquillità».


Rispetto a inizio carriera, in cosa ti senti molto migliorato?

«Ho tanta esperienza, riesco a capire meglio cosa mi serve dalla moto e dalle gomme. Poi, a una certa età, cominci a vedere le cose con un po’ più di distacco e filosofia».


E dove ti senti peggiorato?

«Rispetto a dieci anni fa, boh, non so se chiamarlo coraggio: sicuramente hai meno voglia di rischiare. Ma non so se è un difetto, anzi… Diciamo che cerco di arrivarci con più calma, invece di andarci alla “garibaldina”».


Ezpeleta ha detto che in futuro, il numero delle moto in MotoGP verrà aumentato solo se ci sarà una tua squadra.

«Sì, l’ha detto anche a me. Lo ringrazio molto, però al momento non ci interessa la MotoGP: magari fra dieci anni, chi lo sa… Adesso preferiamo concentrarci di più sui giovani: CEV, Moto3, Moto2».

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