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VALENCIA – Alex Marquez prova a sorridere, ma è molto tirato. Jack Miller è focoso, gioca a fare lo spavaldo. E ci riesce benissimo. L’approccio all’ultima gara, decisiva per il titolo della Moto3, è completamente differente. «In gara si vedrà chi ha la mentalità da campione: credo che a fare la differenza sarà soprattutto l’approccio psicologico» sintetizza perfettamente Andrea Dovizioso. In una Moto3 così tirata, con arrivi in volata a ripetizione, 11 punti di vantaggio (a favore di Marquez) non permettono calcoli, perché, come dicono all’unisono Marquez e Miller: «la differenza tra vincere il GP e arrivare quinto o sesto è minima, quasi impercettibile». Ecco perché l’ultima sfida è eccitante, del tutto imprevedibile: entrambi devono provare a salire sul gradino più alto del podio, anche se ad Alex può bastare un terzo posto per essere matematicamente campione.
A Sepang si è visto quando Miller sia aggressivo e, certamente, lo sarà anche qui («non ho nulla da perdere» dice serafico): Marquez dovrà essere bravo a non cadere nella trappola, come invece aveva fatto in Malesia. «E’ bello essere qui, provare a realizzare il mio sogno a Valencia: mi sento bene fisicamente e mentalmente» dice Alex, senza però essere troppo convincente. La sua sicurezza, però, sembra un filo ostentata.
«Questo è il posto migliore per giocarsi il mondiale, perché conosco molto bene la pista, le scie non sono così determinanti come in altri circuiti e ci saranno tanti tifosi a sostenermi», è la tesi del giovane Marquez che, naturalmente, ha preparato questo appuntamento allenandosi con il fratello Marc. «Come sempre, ci siamo sfidati a dirt track, con anche un contatto: l’importante è affrontare il GP con la stessa mentalità di sempre». Inutile, adesso, parlare di “tattica”: Marquez ha ragione quando dice: «oggi è inutile fare certi discorsi: solo sabato, dopo le qualifiche, si potrà ragionare sulla posizione e sul passo».
Al suo fianco, Jack Miller è una tigre in gabbia: a stento trattiene la sua voglia di “spaccare” il mondo. «A Sepang non ho fatto nessuna scorrettezza, semplici contatti di gara». E ancora: «La Direzione Gara mi ha dato qualche avvertimento per questo GP? Sì, che la prima curva è a sinistra…». Poi: «Non mi importa se Marquez è spagnolo, considero la Spagna come la mia seconda casa (Jack durante la stagione vive in Catalunya, NDA), non ho nessun problema con il pubblico». Infine: «Non credo ci saranno giochi di squadra, ma sono in tanti che possono infilarsi tra me e Marquez: non ho niente da perdere, è tutta da giocare». L’australiano svela anche che dorme nel motorhome con Maverick Vinales, il futuro pilota della Suzuki che proprio qui, l’anno scorso, conquistò il titolo in volata battendo Alex Rins e Luis Salon («gli chiedo dei consigli»).
La sfida è iniziata: il primo round, tutto psicologico, è a favore di Miller. Ma non conta molto. O forse sì.