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PHILLIP ISLAND – L’immensa gioia dei primi secondi si trasforma, minuto dopo minuto, in stanchezza: Jorge Lorenzo fatica a mantenere la concentrazione, a rispondere a tutte le domande, a trovare le parole esatte per definire la sua ultima impresa. E’ la migliore certificazione di quanto sia stato duro conquistare questo titolo, il secondo in MotoGP, il quarto dopo i due ottenuti in 250.
“E’ stato un anno molto duro: sia la Honda sia Pedrosa hanno spinto molto. Io sono sempre stato costante e concentrato: alla fine ha dato i suoi frutti. E’ stato davvero difficilissimo combattere contro Pedrosa, Stoner, la Honda : per batterli devi essere consistente, non fare errori, pensare sempre all’obiettivo da raggiungere. Adesso mi sono completamente liberato di un peso, sento una grande felicità, devo cercare di assaporare ogni secondo di questa impresa così difficile da raggiungere. Pedrosa è stato sfortunato a Misano, ma io lo ero stato ad Assen: dal quel punto di vista siamo più o meno uguali. Nella seconda metà della stagione la Honda è cresciuta moltissimo, non è stato facile trattenersi, non esagerare, mantenere la calma e continuare a essere costante. Adesso vado a Valencia più tranquillo e rilassato: magari sarà sufficiente per tornare a vincere…”.
Più bello questo o il mondiale del 2010?
“Più bello questo, più difficile, con più avversari da battere, anche se quello del 2010 rimane più emozionante, perché il primo in MotoGP. Ma in questo ho dovuto lottare di più, avere più pazienza, stare attento a non sbagliare mai, accontentarsi di un secondo posto quando non c’era nessuna possibilità di vincere. Sono cresciuto tanto in questi anni, ho imparato a non superare il limite. Fin da venerdì, ho capito che qui avrei potuto conquistare il titolo; sono partito bene, poi mi ha superato Pedrosa, quindi anche Stoner: ho visto Dani frenare troppo profondo, fare un errore e finire a terra. A quel punto mi sono un po’ rilassato, ma ho provato a vedere se c’era la possibilità di tenere per un po’ il passo di Casey, provare a mettergli pressione per fargli
Soltanto a metà dell’ultimo giro ho cominciato a pensare che stavo per conquistare il titolo
commettere un errore. Ma lui era troppo veloce qui. Ho mantenuto la concentrazione, perché su questa pista è facile commettere un errore, perdere il controllo della moto, non ti puoi mai distrarre e soltanto a metà dell’ultimo giro ho cominciato a pensare che stavo per conquistare il titolo. Qui in Australia, nel 2011, ho vissuto uno dei momenti più brutti e difficili della mia carriera (Jorge cadde nel warm up, perdendo una falangie e fu costretto a saltare il GP, NDA), adesso sono qui a celebrare un risultato grandioso E le vittorie sono più belle quando i rivali sono più forti”.
Hai detto che sei migliorato tanto in questi anni: dove, in che modo?
“All’inizio della mia carriera ero un pilota veloce, ma non consistente: non conoscevo il limite. Così, però, non si vincono i mondiali, ho dovuto cambiare approccio e mentalità. Cinque o sei mesi fa ho visto un documentario su Alain Prost e mi ha colpito quello che diceva, che lui era il primo pilota capace di andare fortissimo, senza superare mai il limite: mi è servito molto”.
Puoi confrontare i tuoi quattro titoli iridati?
“E’ sempre difficile scegliere il più bello. Sicuramente ricordi il primo come il più emozionante, poi però lo è stato anche il primo in MotoGP e lo è anche questo, perché mi sono scontrato contro avversari di altissimo livello: per batterli, sono dovuto diventare più forte. Correre in moto è difficilissimo, cambiano le condizioni in ogni curva, non è facile capire fin dove puoi arrivare, quanto puoi spingere sull’anteriore, interpretare i movimenti della moto, controllare la potenza, non fare errori. Qui ogni sbaglio lo paghi duramente: i giorni passati in ospedale a soffrire mi hanno fatto capire che non bisogna commettere errori”.
Quale è stato il peggior momento della stagione?
“Sicuramente il GP d’Olanda: ad Assen ho capito che se anche fai tutto perfettamente, non hai mai la situazione completamente sotto controllo”.
Cosa pensi della stagione di Pedrosa?
“Ha fatto una grande stagione, commettendo un solo errore”.
Qual è, secondo te, il suo stato d’animo?
“Deve essere un momento duro per lui: ancora una volta vede svanire il sogno di conquistare il titolo della MotoGP. Ma sono convinto che prima o poi centrerà il suo obiettivo”
Pedrosa sarà molto pericoloso, ma credo anche Rossi: non dimentichiamoci che ha vinto 105 GP e nove mondiali, con tante moto differenti
Chi temi di più per il 2013: Pedrosa e la velocissima Honda, o il tuo nuovo compagno di squadra?
“Non so chi sarà l’avversario da battere: sicuramente io proverò nuovamente a essere il migliore. Sicuramente Pedrosa sarà molto pericoloso, ma credo anche Rossi: non dimentichiamoci che ha vinto 105 GP e nove mondiali, con tante moto differenti”.
Quest’anno come nel 2010 hai conquistato il titolo nella prima parte della stagione?
“No, non è così. Io ho sempre spinto al massimo in tutti i GP, sono andato uguale in tutta la stagione”.
Chi tra te e Pedrosa avrà il peggior compagno di squadra nel 2013?
“Marquez è un grande talento, sarà davanti fin dal primo GP. Ma anche Rossi sarà subito competitivo, perché la Yamaha si adatta al suo stile di guida e gli è sempre piaciuta. Non sarà facile né per me né per Pedrosa, ma la Yamaha dovrà lavorare per tenere il passo della Honda”.
Cosa pensi del ritiro di Stoner?
“Stoner è uno dei più grandi talenti che abbia mai visto: naturalmente rispetto la sua decisione, ma mancherà al motociclismo”.
Tu ti ritirerai così presto o andrai avanti fino a 41 anni come il tuo amico Max Biaggi?
“Non credo che continuerò così tanto: Max ama le corse in moto molto più di me, ma spero di ritirarmi più tardi di Stoner. Lui ha solo 27 anni, ma è da tantissimo tempo nel mondiale: credo si sia ritirato per una serie di motivi”.
Chi è più forte tra te e Casey?
“Difficile da dire. Entrambi abbiamo conquistato due titoli in MotoGP, ma io ho vinto anche due mondiali in 250. Lui, però, ha un talento incredibile e quello che ha fatto con la Ducati è addirittura stupefacente: solo lui è riuscito a essere veloce con quella moto”.
Come festeggerai il titolo?
“Bevendo! Non lo faccio mai, stavolta sì. Mi raccomando, però: si può bere solo in circostanze particolari e mai prima di guidare!”.