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addio sconosciuta Opzioni · Visualizza
anonym_4124176
Inviato: giovedì 5 febbraio 2015 16:23:21



Iscritto: 10/02/2011
Locazione: affari miei
Il post che avevo in iniziato con clazeus mi ha portato a pensare all’anno in cui è morta mia madre nel 1997. Ma sono successe altre cose in quell’estate,cerchiamo di fare luce e vediamo come va a finire.
Allora mia madre ha tirato gli ultimi un caldissimo giovedì alla fine di luglio,con lei c’era mia nonna,oramai presente solo come corpo e non come testa (che sapeva però usare molto bene per fumare) ,c’era la zia jolanda (settantina passata da un pezzo e un cuore grande come il mondo anche se sapeva si e no leggere e scrivere),c’era la zia Luciana (sorella di mia nonna ma più rudere). Mio fratello dove era? Era andato a prendere zio Mario (di fatto il fratello di mia madre) con la macchina. Ma non ha fatto in tempo ad arrivare.
Mia madre è morta alle 15 e qualcosa in un letto piscioso dell’ospedale martini di Torino,mezz’ora dopo è arrivato mio fratello con i rinforzi,zio Mario e consorte,zia Maria e siamo riusciti a preparare e chiudere tutte le tappe di quello che avremmo organizzato da lì a breve. Penso siano stati i 3 giorni più intensi della nostra vita. A guardarsi intorno e vedere il vuoto,a andare ogni tanto a casa della nonna a vederla sgallinare con la testa che rispondeva precisa un servosterzo rotto.
La nonna venne fatta stare a casa della zia Clelia. Giusto perche se durante la notte chiamasse qualcuno nel vuoto ci fosse qualcuno per farla ragionare. C’era però un problemino,ossia zia Clelia aveva un bimbetto di 14 anni (non suo peraltro,chechè dicesse) che non andava d’accordo con la nonna perché era pieno di ferretti (ora diremmo piercing) .
Veniamo ora a quello che è successo DOPO quei giorni,mio fratello aveva appena preso la KLR (a giugno) ma si stava instradando in lui il germe di 4 x 4 nella fattispecie di quei piccoli “cosini” che faceva una volta la Suzuki,si chiamavano l’sj 410 e sj413. Avanzava parecchi soldi da un amico e allora un giorno se ne arriva con un coso rugginoso,mezzo bocciato e con tanta voglia di fare.
E se c’e voglia di fare si lasci fare diceva qualche storico,a me toccò tenere Danilo,il figlio di Clelia (forse era solo lei a crederci che fosse il suo) ,un ragazzino terrificantemente sveglio anche se assurdo, se avesse avuto le orecchie a punta era perfetto per un episodio di star trek,parlava malissimo l’italiano ma con spagnolo e portoghese ci andava a nozze! Ed era un capo nei videogiochi da bar,inoltre sembrava conoscere tutti a Torino,anche nei quartieri peggiori . Aveva un soprannome strano,lo chiamavano “tink”….che in inglese vuol dire pensa…se pensava lui….eravamo freschi!
E iniziarono le ferie seppellimo mia madre dopo 2 giorni dalla morte. A me non fa tantissima differenza COSA si fa nelle ferie ma è importante che si faccia qualcosa. Torino in quelle tre settimane di agosto ha aperto a me tutte le sue porte oltre a quella dell’alloggio di mia nonna dove sono stato. O almeno quelle che erano ancora aperte e non chiuse per ferie. Il piccolino mi ha portato in una birreria imboscata nelle traverse di corso Vercelli,in una altra in una via totalmente pedonale che c’è in centro,in un sacco di negozietti che vendevano le cose più assurde,nelle sale giochi più imboscate. Un po’ di benzina per la moto,qualche spicciolo e via. Non c’era luna park della zona ,baretto,birreria che non ci avesse come clienti. Del resto si aveva bisogno di cambiare aria. Tanto io quanto lui.
Mio fratello nel frattempo andava avanti a consumare elettrodi,creare ,ricostruire e da lì a poco sarebbero arrivati i risultati a 4 ruote.
Si scoprì anche quella bella sala giochi che era sotto Torino esposizioni,e che il piccolo conosceva insieme ad almeno la metà dei frequentatori. Si chiamava il game show.
E ci andammo più di una volta. Dopo una settimana una sera avevo bisogno di pensare perché i ricordi per tanto che li butti giù fanno come il caffe …. ritornano su e andai a piedi nel parco che c’è dietro a Torino esposizione un parco sulla riva del fiume con una bruttura medioevale e che finisce sul ponte isabella. Lasciato il ragazzino in sala giochi e lo sarei andato a prendere dopo mi sono fatto un giro a piedi.
Ero lì seduto nell’erba (dopo aver controllato che non ci fossero siringhe,non si sa mai in città) quando mi vedo passare davanti una coppia non proprio tranquilla,lei veniva trascinata da un braccio da lui che barcollava e parlava biascicato.
Mi alzo,ovvio e sarà per il fatto che non se lo aspettava o perché sono grossino la molla e lei si allontana un goccio. Il tipo mi guarda e grida“ E’ una tossica,è più bucata di uno scolapasta lasciala perdere (e altre cose poco belle) “ e lo dice mentre si allontana.
Lei si gira un attimo,mi guarda,trema. Io sto fermo dove sono. Gli chiedo se qualcosa sta andando storto. Lei si siede a 2 metri da me,si accende una sigaretta. Mi siedo pure io ma ne ho fumata una un po’ di tempo fa non ho voglia di sprecare. Lei non parla,guarda nel vuoto.
Mi siedo di nuovo dove ero seduto prima guardo nel vuoto lei dopo un po’ mi rivolge la parola,mi chiede solo “come mai?”
E io prendo tempo,gli dico che come mai ha tanti significati (ma all’epoca la pagina degli indirizzi di wikipedia non c’era ancora) e lei quasi sembra arrossire,e mi chiede “perché sei intervenuto” . E gli rispondo che “anche gli scolapasta hanno una dignità”. Lei si fa una risata,mi offre da fumare,gli dico di no,non en ho voglia ora. E andiamo avanti a parlare per quasi un ora.
E’ della zona di Santena,non mi dice il suo nome e non mi chiede il suo ,non mi interessa non ho una divisa addosso. Dice che la sua dignità oramai è sotto le suole delle scarpe,si piange addosso,il parco è diventato la sua casa. Gli racconto di mia madre e lei si rattrista,quasi con rabbia dice che se poteva avrebbe mandato nei verdi pascoli la sua e salvato la mia. Ma sono frasi fatte,dettate più dalla rabbia che da altro. Dopo questi lunghi discorsi fumosi ci salutiamo,le mi chiede se ritorno a trovarla tanto lei per adesso “ è lì” . E io gli rispondo di si,del resto che avrei di altro da fare,sono in ferie…
La incontrai il giorno dopo,stranamente anche “tink” venne nel parco ma legata la Kawasaki si mise a parlare con quelli della sua età che giravano ai giardinetti alla sera di fronte all’obitorio,sotto la scritta “la stampa” illuminata sul palazzo. Conosceva pure quelli!
Ero rimasto a palare con la tizia tutta la sera,su una panchina. E a differenza di certe ragazze che “squacchano” con un assorbente al posto del cervello ci siamo seduti ben distanti e nessuno dei due ha cercato di avvicinarsi all’altro/a. E la cosa fondamentale è che nessuno dei due ha cercato di convincere l’altro che la sua fosse l’unica vita possibile e il resto fosse popò.
Una sera andammo a mangiare la pizza al taglio,lei quasi si vergognava della sua condizione,per lo stesso motivo io ero venuto con la stessa roba addosso da 15 giorni. Qualche soldino dietro lo aveva,forse faceva colletta di giorno o forse era solo finzione. Chi potrà mai dirlo. Non credo alle narf e manco alle milf ma quella poveraccia forse in quel parco ci viveva davvero. Non mi ha mai chiesto un centesimo,non so come facesse per la droga se ancora si bucava o se si facesse solo i cannoni. Quello che so e che passando di giorno,vicino a un grosso albero avevo visto un “mucchio di stracci” che dormiva e non mi sono osato disturbare per vedere se fosse lei o no.
E al giorno d’oggi? In questo mondo pieno di telefoni ,dove si è tutti connessi forse sarei riuscito subito a capire chi era la tossica che condivideva con me qualche pezzo di pizza,qualche sigaretta (e non ho offerto solo io,solo che sapendo come era messa lei mi costava poco portarmi qualcosa dietro). Che faceva discorsi seri ,forse più di quelli che facevo io. Voleva un futuro e ha trovato solo porte chiuse e alla fine forse ha scelto di fermarsi per sempre. Non l’ho più vista,dicono che si sia buttata nel po,dicono che una mattina la abbiano trovata fredda. Qualcuno dice che invece ha trovato qualcuno con cui ripartire. Dicono ma io non sapendo manco come si chiamava non posso sapere che fine avesse fatto. Forse era riuscita veramente a cambiare vita. Sui necrologi del cimitero di Torino ce n’erano 4 o 5 che gli assomigliavano ma lei non era manco di Torino.
Passò anche la settimana di ferragosto,andammo al mare subito dopo. Mio fratello col suzukino perfettamente rinato e funzionante con una colorazione verde opaco e un motore quasi ricostruito. Io mi portai Tink con la moto,stranamente era molto tranquillo. Stettimo giù 4 giorni,io poi tornai da solo,bello cotto dal sole. Danilo restò giù con mio fratello e la sua donna,sarebbero tornati giù dopo due giorni… gli avevo insegnato a usare maschera e pinne ed era sempre in acqua!
La prima sera che fui di nuovo a Torino andai al parco ma la sconosciuta non c’era e nemmeno il fagotto affianco a quel grosso albero.
Ero tornato un paio di volte alla sera in quel parco,mi aveva fermato uno dei ragazzi del giardino,chiedendomi se ci fosse stato “tink” con me, ma era al mare con mio fratello. Avevo scambiato 2 chiacchere anche con lui e la sua compagnia,che tipi frivoli questi ragazzi di città,se io a 15 anni perdessi mezz’ora al telefono a descrivere una felpa di frav (oltretutto bruttissima ) o un piercing al capezzolo mi avrebbero già fucilato. Oltretutto mi sembravano pure affemminati…beh questione di gusti. Anche Danilo non è dei più maschili ma non ci ho mai fatto un dramma. Sarà che noi campagnini siamo più duri? Chi vivrà vedrà. Per ora ricordiamo quello che è stato.
E’ difficile che parlo dei miei affari ma io credo che le cose più belle da raccontare siano quelle per cui valga oramai la prescrizione.


per una fuga di legno o pellet non si è mai preoccupato nessuno ,le fughe di metano sventrano le case e fanno stragi.

Sulle mie moto NON SI USANO abbigliamento dainese,caschi agv,catene regina,olio castrol, gomme pirelli e freni brembo.

Usate voi questa roba se volete spendere il triplo

AisCafais
Inviato: giovedì 5 febbraio 2015 16:48:52



Iscritto: 22/07/2013
Come tutte le storie del Dock si leggono tutte di un fiato, questa ti lascia quell'amaro in bocca perché è vita vera maledettamente vera.

" Quanno se scherza bisogna esse seri ".[i] A.Sordi

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