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Ho visto l'inferno Opzioni · Visualizza
anonym_4124176
Inviato: giovedì 11 aprile 2013 06:09:59



Iscritto: 10/02/2011
Locazione: affari miei

Vi è mai capitato di mangiare pesante? Ma veramente pesante? A me si,un sabato sera ero a cena con amici a una festa di compleanno a Pianlavarino e,complice la compagnia,complice il calore della stufa abbiamo divorato tutto,pasta al pesto,peperonata,piatti di cipolle farcite,pizza e tutto cosa c’era nel frigo.Annaffiamo poi il tutto con un buon vino rosso contadino,minimo un litro a testa. Poi grappa,dolci e gelati,mi girava la testa ma comunque arrivo alla macchina e nonostante la strada sterrata che mi sembrava interminabile vado a casa.
Nel letto mi giravo ma non riuscivo a prendere sonno,sentivo una betoniera che mi girava nello stomaco.Nel sonno,vedevo il lampadario girare nella stanza,mi giravo e giravano anche i mobili.
Dopo diverse zampillate fuori programma riesco prendere sonno,ma suona il campanello,mi alzo ,apro la porta e vedo un tipo stranissimo con un cappotto che non si usa più da almeno cinquant’anni che sembrava quello di al Capone.
Mi disse che era uno dei direttori dell’inferno e mi chiese”sei in grado di riparare un regolatore di luce a taglio di fase? Se si sono 200 euri netti”
Gli risposi che per 200 euro sarei anche andato all’inferno se mi portava lui con la macchina perché non ero in grado di guidare.
Andammo con una vecchia auto d’epoca in quello che lui chiamava inferno ma a me sembrava un vecchio albergo americano,neanche tanto bello.
C’erano ascensori ancora con la porta in griglia,lampade a boccia e le porte in legno pitturato,già mezze scrostate.
Scendemmo due rampe di scale e arrivammo nella stanza di sotto.
Nella sala grande si vedevano bagliori strani in lontananza,quasi un incendio,arrivammo al quadro elettrico,lo aprii e vidi un paio di cavi arrostiti e uno stampato da riparare.
Sistemai i cavi,saldai le piste dello stampato,e dissi”ora va”
Accesi l’interruttore e tutti i fari si illuminarono e,caso strano la stanza era enorme,quasi tre o quattro volte l’intero albergo.
Il tipo mi disse”ora sarebbe meglio andare,a meno che non hai uno stomaco robusto”
Gli risposi”dopo quello che ho mangiato stasera,ti digerisco anche i mattoni”.
“Va bè ma non ti intromettere”,rispose.
Ci sedemmo entrambi su una panchina,arrivarono altre persone,vestite in vari modi. C’erano un po’ di tossici,qualche allegra donnina,gente anonima e un po’ di alieni che sembravano usciti pure loro da un film di star treK. Sembrava che venissero per vedere un film,nessuno era preoccupato. Discutevano tra di loro come se si conoscessero e non avevano né paura né timore,ma dove era l’inferno che tutti i preti decalamavano,sembrava di stare in un normale bar di infima categoria,nei bassifondi di qualunque città.
Dalla fossa che era in mezzo alla stanza uscì un entità che sembrava umana,un po’ più grande e fiamme e fuoco,ma non sentivo calore né odore di bruciato.
Due alieni con le orecchie a punta portavano un ometto in giacca e cravatta che parlava al cellulare mentre lo trascinavano.Poi lo lasciarono al bordo della buca legato a un palo che usciva dal pavimento.
L’entità parlò” cosa mi avete portato stasera da mangiare”
“un uomo d’affari,un politico e uno skater” dissero gli alieni.mentre si allontanavano lasciandolo incatenato a un palo. E continuava a parlare al cellulare,si sentivano frasi che parlavano di costi,interessi azioni e non se ne curava di nessuno.
L’entità cominciò a soffiare fuoco e all’ometto incravattato il volto sbiancò dalla paura,lasciò cadere il cellulare che sparì tra le fiamme.
“che bello una mercedes 300E” l’auto arrivò volando e venne divorata dall’entità che soffiò dalle narici una nuvola di fumo nero che puzzava di bruciato.
Il tipo tremava,ho visto le gambe non farcela a tenerlo su e poco per volta si accasciava,solo le corde lo tenevano legato al palo e in piedi.
“quanta carta hai fatto nella tua vita? Eccola tutta qua.”Una nuvola di fogli di carta arrivò volando e venne divorata.
Ennesima fumata dalle narici,stavolta bianca.Poi divorò ancora ori,vestiti eleganti orologi e computer portatili.
Le fiamme si fecero giallastre e l’entità disse”allora vuoi vivere come un operaio di ultimo grado in un paese a pezzi o vuoi morire?Attento devi rispondermi tu,non puoi chiedere a qualcuno con il telefono”
“Noo,hai distrutto tutto per cosa ho vissuto,una vita normale mai,cosa potrei fare” .
“E sia allora”,le fiamme avvolsero l’ometto che sparì con un grido acidulo,poi più nulla,la fossa ribolliva come di lava,nell’aria si sparse odore di [beep].
“avanti con il politico” disse una voce il lontananza.
Questa volta toccò a un omettino piccolo,storto e con due occhiali che sembravano fondi di bottiglia tanto che erano spessi.
Anche lui incravattato ed elegante.
Questa volta volarono panfili,mazzette di banconote con cui ci potevi costruire una casa al posto dei mattoni e qualche cadavere.
Ennesima bruciata e ennesima puzza di [beep],stavolta però era [beep] di suino,puzzava il doppio!
“e ora l’ultimo”disse l’entità uscendo dalla buca per la terza volta,ma guardò bene il tipo che invece sembrava ridere.
“cosa me ne faccio di questo qui? Ha solo pensato a divertirsi e non ha messo da parte nulla,ha bevuto,fumato e si è drogato con l’impossibile”
Con un alito di fuoco sciolse le corde che lo legavano al palo e mentre si allontanava con un passo incerto e continuava a ridere l’entità gli tirò dietro lo skateboard facendoglielo cadere sulla testa e urlando “prenditi questo schifo,è legno trattato e brucia male”.
Lui si chinò lo prese e quasi ridendo riprese a camminare verso di noi.
Chi mi aveva accompagnato mi guardò e mi disse”ci sarebbe un piccolo extra se fai ancora un lavoretto,una consegna”
Andammo tutti e tre nel garage dell’albergo,c’erano una marea di macchine,di tutte le epoche,quasi una per tipo. Mi chiese se avessi preferenze e io gli risposi che bastava avesse un motore e le ruote.
Ci avvicinammo a una blu scuro,mi dette le chiavi e mi disse”la sai guidare questa ?ha il cambio automatico e 260 cavalli! Portalo molto lontano e lascialo da qualche parte,poi torna a casa e passerò io a prendere la macchina e a pagarti”.
Salimmo sulla vecchia Ford degli anni 70,praticamente tutta motore e cromature,sembrava uscita da un vecchio telefilm americano e misi in moto,partii e andai il più lontano possibile da quel posto,guardavo il ragazzo sul sedile di fianco,avrà avuto 17 anni al massimo,stava raggomitolato sul sedile,sembrava dormire.
Il volto teso,le braccia piene di lividi viola per la droga,la maglietta strappata e sporca.Pantaloni a pezzi,con una mano aggrappato al cruscotto e l’altra a stringere lo skateboard.
Ogni tanto si muoveva,mugugnava qualcosa e poi si rigirava sul sedile.
La macchina viaggiava,ero ben sopra ogni limite di velocità,ma la scala era in miglia e non mi calavo di calcolare,novanta,cento e anche di più,attraversavo paesi,città. Mi fermavo a semafori per poi ripartire a tutto gas,sempre senza incontrare nessuno,dal cruscotto qualcosa cominciò a suonare,sempre più forte,poi mi girai e mi ritrovai nel letto,dove mi ero coricato la sera prima con la sveglia che suonava.
Sapete cosa mi dispiace? Il non aver avuto i 200 bigliettoni per un lavoro così semplice!
Magari mi avesse lasciato il fordone sai che figura con gli amici! E’ arrivato il detective numero uno!



per una fuga di legno o pellet non si è mai preoccupato nessuno ,le fughe di metano sventrano le case e fanno stragi.

Sulle mie moto NON SI USANO abbigliamento dainese,caschi agv,catene regina,olio castrol, gomme pirelli e freni brembo.

Usate voi questa roba se volete spendere il triplo

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