Pochi mesi fa la prima moto, poi la patente, le curve sempre più veloci, le pieghe sempre più piegate, le frenate sempre più al limite, agili sorpassi in curva, le velocità di punta sempre più elevate e i saluti ai motociclisti incrociati sempre più copiosi... In buona sostanza: siamo a un passo dalla prima caduta...
Ma facciamo un riassunto a chi si fosse perso le puntate precedenti.
Ho superato i 40. Fino a 19 anni ho avuto il motorino in fotografia. Con quello non ho mai imparato nemmeno a impennare e, all'epoca, devo anche avere provato una Vespa 50 con il cambio sul manubrio, ma nient'altro, prima di passare per vent'anni alle 4 ruote per lavoro e posizione astrale (geografica

).
L'esuberanza del ragazzino è durata per qualche anno, il tempo di fare:
- Due tamponamentini con una 126 e una Uno (con qualche effetto su carrozzeria e umore).
- Un salto fuori strada con una Panda nuova fiammante (rottura del semiasse).
- Testa coda sul bagnato con una vecchia Renault 5 finita poi penzoloni sul ciglio (nessun danno).
- Testa coda sul bagnato con una Rover 200 Coupé (nessun danno).
- Perdita di controllo sulla neve (senza catene) di un Alfa Romeo 33 schizzata poi in un covone di neve (carro attrezzi con gru, nessun danno... se non il costo delle catene a quel punto montate

).
Con le macchine, però, mi sono tolto, e subito, anche parecchie soddisfazioni:
- Record in Autostrada: 228 km/h (limite 110 km/h) con la Rover 200 Coupé.
- Record su Statale: 177 km/h (limite 50 km/h) con l'Alfa Romeo 33 Boxer 1.3 doppio corpo 4 carburatori.
- Il miglior tempo sul giro in una gara sui go-kart tra amici.
Poi sono arrivate le prime foto della pula e ho montato un limitatore

(nel piede) ed in effetti multe ed incidenti (mi sto toccando gli zebedei) da un bel po' le prendono e li fanno altri.
Poi a 40 anni ho cambiato posizione astrale (geografica

) e le due ruote sono diventate, qui in Riviera, necessarie come l'ossigeno. Sono passato dunque, a distanza di vent'anni, direttamente da quel coso in fotografia a un maxi scooter di 2 quintali, per finire a una naked della Suzuki con la quale arrivo al punto della questione.
Valentino Rossi, il leggendario Rossi, che ha passato più tempo su una MotoGp che a letto con la fidanzata, nonostante questo anche lui cade... E cade (come cadono gli altri), scoprendo, solo dopo che ha raccolto la moto dalla ghiaia, il motivo per il quale è finito gambe all'aria. Come se anche i piloti, solo dopo siano in grado di stabilire il limite che hanno superato, un limite evidentemente prima non percepibile fino in fondo. Fosse quel limite chiaramente "visibile", infatti, un campione della MotoGP saprebbe benissimo come arrivarci a un mm, senza superarlo. Il fatto che cadono dimostra invece che quel limite resta imperscrutabile.
Quindi mi chiedo:
- Se prima o poi arriverò a quel limite oltre il quale c'è, se va bene, una scivolata, non mi conviene imparare a cadere?
- Se correre è figo (e qui i centauri mi capiscono) non è il caso di sfogarsi in pista e stare tranquilli in strada?
- Se è molto probabile prima o poi cadere, non è molto meglio farlo attrezzati su di una bella pista?
- E' mai possibile non avere una dico una pista disponibile nel raggio di 200 km?
- Che ne dite se facciamo una società, compriamo dei terreni e costruiamo

(a debito) per me e per altri una bella pista per imparare a correre (fare business), e per divertirsi, sfogarsi e per eventualmente

cadere senza sfasciarsi?
Qui in Riviera una pista attirerebbe gente da tutta la Liguria, dal basso Piemonte e da una parte di Lombardia ed Emilia... PENSIAMOCI ! ! !