Viaggi in moto: sulle strade dell'URSS

Viaggi in moto: sulle strade dell'URSS
Quest’anno per le vacanze avevamo diverse idee per la testa, fare un viaggio in moto, andare al mare o andare a trovare i parenti in Russia, visto che è da molto che non andiamo...
20 settembre 2013


Protagonisti


Lui: Paolo, 34 anni, italiano, motociclista da sempre.
Lei: Zoya, 29 anni, russa, motociclista da quando mi ha incontrato
L’altra: Ducati Multistrada 1000DS, 40.000km prima della partenza, fedele compagna di viaggio dal 2008.

Quest’anno per le vacanze avevamo diverse idee per la testa, fare un viaggio in moto, andare al mare o andare a trovare i parenti in Russia, visto che è da molto che non andiamo. Cosi abbiamo iniziato a pensare ad un piano che riuscisse a tenere conto di tutte e tre le opzioni ed è venuto fuori un itinerario di tre settimane, da fare in moto, che ci portasse fino in Russia senza però tralasciare la possibilità di farsi qualche giorno di relax al mare. La fase dei preparativi scorre abbastanza agevolmente, anche perché non ci sono particolari documenti da fare per entrare in Russia in moto, cosi una volta deciso il periodo prenotiamo i biglietti per il traghetto ed attendiamo ansiosi il giorno della partenza.

29/06: Fabriano – Porto di Ancona: 75 Km


La nostra avventura inizia di mattina presto. Partiamo, direzione porto di Ancona, le previsioni davano pioggia, ma per oggi siamo riusciti a scamparla. Check-in al porto fatto abbastanza in fretta, a fine giugno sono ancora poche le persone che vanno in vacanza. Verso mezzogiorno carichiamo la moto sul traghetto, ci sistemiamo sul ponte della nave e verso le 14 partiamo in direzione Igoumenitsa (Grecia).

30/06: Igoumenitsa – Burgas: 950 Km


Alle 6.00 di mattina arriviamo in territorio greco, subito colazione, benzina e via. Le autostrade greche ci hanno permesso di fare tanti kilometri senza accorgercene. Nel pomeriggio abbiamo preso qualche goccia d’acqua raggiungendo la frontiera con la Bulgaria, abbiamo fatto rapidamente il controllo passaporti, cambiati i soldi nella valuta del posto e ci siamo rimessi in moto. I primi paesini incontrati per strada ci hanno fatto pensare allo stato di abbandono, di come tutto è stato lasciato andare dopo la caduta del regime sovietico. Ci siamo fermati in una città Topolevgrad a fare benzina, circondati da palazzoni grigi, asfalto rovinato, carrozze con cavalli e poche persone in giro. Sembra che l’entroterra bulgaro sia stato abbandonato dagli abitanti del posto, le poche persone incontrate in giro erano tutti immigrati facilmente riconoscibili dai tratti somatici molto poco slavi. Verso le 19 arriviamo nella città di Burgas, dove avevamo programmato la prima tappa. Abbiamo trovato un albergo in pieno centro abbastanza facilmente “ Hotel Luxor”, 40 Euro/notte e con possibilità di parcheggiare la moto nell’atrio davanti la porta.

01/07: Burgas


Mappa della città in mano e via a scoprire un posto nuovo. Il tempo era nuvoloso, non molto indicato per la tintarella ma buono per girare la città. Burgas ci è piaciuta, tranquilla, pulita, grande (quarta città della Bulgaria) ma non troppo. Abbiamo fatto una passeggiata per il centro, lungomare, parco, assaggiato la cucina tipica (zuppe, insalate etc.).

02/07: Burgas – Constanza: 290 Km


Di buon mattino abbiamo caricato la moto e siamo ripartiti direzione Costanza (Romania). Uscendo dalla città ci ha fermato la polizia, già eravamo pronti per il peggio invece ci hanno solamente controllato i documenti, uno dei due poliziotti ha chiesto come si chiama la moto e ci ha augurato buon viaggio...che gentilezza. Siamo passati per la città di Varna, per quel poco che si poteva notare attraversandola con la moto, ha dato l’impressione di essere una bella città e di meritarsi una visita, ma magari un'altra volta. La frontiera fra Bulgaria e Romania è passata in un attimo, abbiamo cambiato i soldi e verso le 15 stavamo a Costanza, qui ci siamo fermati all’ hotel “Ibis” (40 Euro/notte circa e parcheggio custodito). Ci siamo sistemati in camera e dopo siamo andati al mare approfittando del bel tempo. Le spiagge sono grandi e libere per la maggior parte. Dopo un piccolo riposino sulla sabbia ci siamo dedicati al giro turistico del centro città. Secondo la mappa c’erano posti da vedere, ma è stata una delusione scoprire che tutto il centro storico era in fase di ristrutturazione, sembrava di attraversare un campo di battaglia. Magari fra qualche anno diventerà una splendida città.


03/07: Constanza – Odessa: 540 Km


Come oramai da abitudine abbiamo caricato la moto e ci siamo incamminati verso la tappa successiva, Odessa (Ucraina). La strada fino al confine con la Moldova era buona e siamo arrivati alla dogana abbastanza in fretta, abbiamo fatto tutti controlli, pagato una tassa per ecologia (in Moldova!!!) e ripartiti. Subito si nota la differenza, per quanto anche la Romania non è un paese ricchissimo, in Moldova la situazione è ben peggiore, ci si rende conto dalla condizione delle strade e dei paesi che abbiamo attraversato, anche se abbiamo visto ben poco, infatti dopo neanche 40 km arriva di nuovo il confine, questa volta con l’Ucraina. Dopo pochi kilometri percorsi abbiamo subito capito che le strade “buone” erano finite, l’asfalto ucraino si presenta mal ridotto e pieno di buche che compaiono all’improvviso in ogni parte della strada. Ad un certo punto abbiamo deciso di abbandonare la strada principale in direzione Odessa perché proseguendo su quella strada avremmo dovuto riattraversare la Moldova per qualche kilometro, con 2 ulteriori passaggi in dogana, quindi abbiamo deciso di prendere una strada secondaria e passare lungo la costa. All’inizio tutto bene, qualche buca più del solito ma accettabile, fino a che ad un certo punto la strada è finita… in teoria la strada doveva attraversare un lago, ma le forti piogge hanno fatto si che l’acqua si portasse via l’asfalto e lasciasse una misera striscia di fango al suo posto. Senza perderci d’animo abbiamo sfruttato le doti fuoristradistiche (!) della Multistrada e siamo riusciti ad attraversare anche questo ostacolo arrivando cosi fino a Zatoka, città costiera piena di turisti dove abbiamo perso un oretta aspettando il passaggio di alcune navi sotto il ponte sollevato che conteneva la strada. Appena ci siamo rimessi in marcia qualcuno dall’alto deve essersi accorto che la nostra moto era piena di fango, quindi ci ha mandato una bella oretta di diluvio giusto per ripulirci, operazione conclusa con successo, tutto il fango che aveva accumulato la moto ora non c’è più. Arrivati stanchissimi a destinazione abbiamo trovato un “residence” qualche kilometro a nord di Odessa “Dom Pavlovyh”completo di tutto, camere a tutti i prezzi, parcheggio, ristorante, zoo, negozi, spiaggia a 500mt. Questa sera mangiare e dormire anche perché la pioggia continua a scendere insistentemente.

04/07: Odessa


La mattina la pioggia non aveva ancora finito di farci compagnia, ma poco male il programma di oggi prevede zaino in spalla e visita della città. Abbiamo preso l’autobus che ci ha portati in centro davanti la famosa scalinata Potemkin (chi non ricorda mi mitica frase di Fantozzi a proposito della corazzata Potemkin) e da li abbiamo fatto il giro della città: centro storico, Primorsky bulvar, via Deribasovskaya etc. Una città bellissima, pulita, tenuta in modo maniacale. Veramente merita di essere visitata. Nel pomeriggio il sole è tornato a splendere e ci siamo dedicati al relax e alla tintarella sulla spiaggia davanti il nostro residence.

05/07: Odessa – Berdyansk: 550 Km


Si riparte desinazione Rostov sul Don (Russia). Attraversiamo le città di Mykolaiv e Kerson, in questa parte di Ucraina le strade sembrano abbastanza in buono stato, addirittura qualche kilometro a 4 corsie, non sembra neanche vero. Passato Kerson fino ad arrivare a Melitopol poco più di 200 km abbiamo attraversato un tratto di strada dritta in mezzo al nulla circondata solo da campi, perlopiù di girasoli. Arrivati vicino la costa ci accorgiamo che all’orizzonte ci aspetta un bel temporale, visto che è pomeriggio inoltrato decidiamo di fermarci e la prima città che incontriamo è Berdyansk. Mentre eravamo in sosta decidendo sul da farsi si avvicina un motociclista ucraino con una Honda CBR Repsol Replica e gentilmente ci offre un aiuto per trovare una sistemazione per la notte. Ci ha accompagnato fino ad in un affittacamere in centro, carino e economico. Grazie Igor! Dopo esserci sistemati, abbiamo fatto un giro per la città: lungomare, ristoranti, giochi, attrazioni e addirittura la ruota panoramica. È una bella scoperta questa Berdyansk. In centro troviamo anche il nostro amico motociclista che insiemi ai suoi amici con altre moto, tutte supersportive tirate a lucido, “lavora” con i turisti ai quali piace farsi fotografare con le moto, visto che da quelle parti non è cosi comune averne una, e addirittura ai più impavidi offre il giro della città come passeggeri a bordo dei loro bolidi. Un'ottima idea per tirare su qualche soldo per mantenere la moto.

06/07: Berdyansk – Rostov na Donu: 270 Km


Obiettivo di oggi, arrivare a Rostov dove i parenti ci attendono. La strada continua ad essere abbastanza buona, così arriviamo rapidamente alla frontiera con la Russia, dove ci attendono i soliti controlli, questa è un po’ più lunga delle altre in quanto oltre al normale controllo passaporti dobbiamo compilare una modulo per l’importazione temporanea della moto, valido per 3 mesi, e abbiamo anche dovuto stipulare un’assicurazione locale in quanto in territorio russo la nostra carta verde non è valida, ma subito fuori dalla dogana ci sono diverse agenzie di assicurazione, il minimo che abbiamo trovato è 14 giorni di copertura al prezzo di 702 rubli (poco meno di 20 euro). La delusione più grande è stata quella di non aver trovato nessuna grande scritta “Russia” o “Benvenuti in Russia” per poter fare una foto con la moto in bella vista ma soltanto un bruttissimo cartello stradale con in quale abbiamo rifiutato di fotografarci. All’ingresso della Russia ci si rende subito conto che l’Ucraina è solo il fratello povero, i paesaggi cambiano in meglio, le case dei paesini appaiono molto meglio curate, cosi come le strade, nessuna buca nei paraggi, anzi avvicinandosi a Rostov la strada diventa una vera e propria autostrada.

07/07-08/07: Rostov na Donu


Ci siamo fermati dai parenti per 3 giorni di puro riposo, le uniche fatiche sono state: passeggiata sul lungofiume Don, giro per il centro della città e soprattutto abbiamo praticato una delle attività preferite dai russi: Shashlik (spiedini) sul lungo fiume appena fuori città.

09/07: Rostov na Donu - Arkhipo-Osipovka: 390 Km


Ripartiamo con l’idea di farci un paio di giorni di mare sulla costa russa del Mar Nero prima di ritornare in Ucraina e abbiamo scelto Gelenzhik (regione di Krasnodar) come obiettivo, ma durante la strada tutte le persone che abbiamo incontrato ci hanno consigliato di fermarci ad Arkhipo-Osipovka, in quanto in quella zona il mare è più bello ed il posto è più tranquillo, cosi abbiamo deciso di cambiare programma. La strada in direzione sud è piena di lavori in corso, infatti questa è la strada principale che collega Mosca con Sochi, dove si terranno le prossime olimpiadi invernali e stanno ultimando i lavori per renderla una autostrada a tutti gli effetti. Un’altra cosa che si nota è la pulizia che c’è appena entrati nella regione di Krasnodar, si vede che è una regione ricca e tutto sembra sistemato per il meglio. Finalmente appena superata Krasnodar iniziano le montagne e la strada dritta lascia il posto alle curve e ai sali-scendi dalle montagne, il paradiso dei motociclisti. Nel primo pomeriggio arriviamo ad Arkhipo-Osipovka, dove troviamo un affittacamere (vanno molto in questa zona) con parcheggio, a 5 minuti dalla spiaggia, buon prezzo, 25 euro/notte circa, e ci fermiamo.

10/07: Arkhipo-Osipovka


Programma del giorno, riposo totale, mare sole mangiare, e riusciamo benissimo a rispettarlo. Comunque con sicurezza si potrebbe dire che i posti turistici sul Mar Nero sono tutti simili, “visto uno, visti tutti” ogni località ha il suo lungomare, spiagge, delfinario, parco acquatico, ristoranti, discobar e gente del posto che offre escursioni alle località vicine, gite in barca ecc. Una cosa bella che si trova in questa zona è che ci sono posti per mangiare per “tutti i tipi di tasche” a partire dallo street-food alle mense self-service, oppure cafè e ristoranti di più alto livello e in nessun posto si mangia male.

11/07: Arkhipo-Osipovka – Sudak : 380 Km


Oggi decidiamo di abbandonare la Russia e tornare verso l’Ucraina, La strada costiera che ci porterà fino allo stretto di Kerch è molto bella e si viaggia quasi sempre con il mare di fianco. Abbiamo attraversato le città di, Gelendzhik, Novorossiisk, Anapa fino ad arrivare al punto dove ci si imbarca su un piccolo traghetto per attraversare il mare ed arrivare così in Crimea. Il ritorno in Ucraina coincide con il ritorno delle buche sulle strade, comunque questa volta almeno il paesaggio non è male, tutta la strada che fa il giro della Crimea è molto panoramica, con le montagne da una parte e il mare dall’altra. Nel pomeriggio abbiamo deciso di fermarci a Sudak, una delle tante cittadine turistiche sul mare, come di consuetudine per questi posti abbiamo cercato un’affittacamere e ci siamo trovato da un signore georgiano molto ospitale che conosceva addirittura qualche parola di italiano.

12/07: Sudak


Altra giornata dedicata al mare e al relax, anche le cittadine della Crimea sono organizzate come città della costa russa, tutto è orientato al turista cercando di spillargli più soldi possibili, ricorrendo a qualsiasi idea, come quella di farsi fotografare vestiti da yeti all’ingresso della spiaggia (!).


13/07: Sudak – Yevpatoriya: 300 Km


Oggi abbiamo fatto tutto il giro della costa della Crimea, abbiamo attraversato Alushta, Yalta, Sevastopol e su verso nord fino a raggiungere Yevpatoriya. I paesaggi della Crimea sono molto belli, mare e montagna che si incontrano continuamente ed anche le strade non sono male per la moto, infatti abbiamo incrociato diversi motociclisti sia ucraini che russi che scelgono questi posti come meta per le vacanze. Qui abbiamo messo più tempo del previsto per trovare un posto per dormire, in quanto la città è più grande delle altre dove siamo stati ed è più dispersiva. Alla fine abbiamo trovato una stanza a 10 minuti dal lungomare e parcheggio per la moto nel recinto del vicino del nostro affittacamere in quanto appassionato di moto ci ha lasciato parcheggiare da lui.

14/07: Yevpatoriya


Ultima giornata di mare e relax prima di iniziare il viaggio di rientro verso l’Italia, oggi giriamo un paio di spiagge, al mattino prendiamo l’autobus per andare fuori città su una lunga spiaggia ricavata sulla striscia di terra tra il mar nero ed un lago formato al suo interno. Il pomeriggio invece, dopo aver visto la gara del Sachsenring di motogp tramite wi-fi su un sito russo (!) visitiamo la spiaggia della città, purtroppo è abbastanza stretta e come tutte le spiagge del mar nero è affollatissima e si sta tutti vicini-vicini.

15/07: Yevpatoriya – Heletyntsi: 910 Km


Da oggi inizia il rientro verso l’Italia, da qui a casa sono circa 2800 km, lasciamo presto Yevpatoriya con l’obiettivo di fare più strada possibile oggi ed arrivare a Budapest domani pomeriggio, l’unica incognita sono le strade ucraine, invece con grande stupore oggi non ci si può lamentare, troviamo un po’ di strada rovinata solo all’uscita di Yevpatoriya, poi tutto sommato buona fino ad arrivare Uman’ dove prendiamo la M12, da qui inizia anche la pioggia, quindi bisogna rallentare, ma fino a quel momento la strada era scorsa abbastanza rapidamente. Poco dopo Khmelnytskyi iniziamo a guardarci intorno alla ricerca di un posto dove passare la notte, visto che lungo la strada sono frequenti motel molto carini. Ci siamo così fermati al “Dikiy Med” (Miele Selvaggio), un edificio di legno nel bosco a pochi passi dalla strada principale, molto carino, economico, ottima cucina e sauna, cosa chiedere di più dopo 12 ore di moto?

16/07: Heletyntsi - Budapest: 760 Km


Dopo una buona dormita ci rimettiamo in marcia direzione Budapest, la strada fino a Ternopil’ scorre via velocemente, poi il tratto da Ternopil’ a Stryi, 150 km circa è impraticabile, voragini in mezzo alla strada, molti tratti fatti in prima facendo zig-zag tra una buca e l’altra, il peggiore incubo di ogni motociclista, poi da Stryi inizia la strada che attraversa i Carpazi e che collega Lviv’ con l’Ungheria, una bella strada di montagna, belle curve, asfalto quasi buono, e così abbiamo accelerato il passo, fino a che non veniamo fermati da una pattuglia della polizia locale che ci contesta che andavamo un po’ veloci, fatto qualche sorpasso di troppo etc. Subito iniziano a parlare di mega multa, ritiro della patente, andare dal giudice e bla bla bla, fino a che sapendo come funziona da queste parti lasciamo loro un regalino e tutto viene magicamente dimenticato, vabbè facciamo finta che sia una tassa locale, ma non mi arrabbio più di tanto visto che non rispettavo propriamente i limiti prescritti. Arriviamo alla frontiera con l’Ungheria e praticamente risulta essere la più dura di tutte, addirittura ci fanno aprire le borse laterali ed il bauletto, neanche alla dogana russa. Comunque nessun problema ed appena passata la frontiera si vede subito lo stacco netto, siamo tornati in Europa, sono finite le buche sulle strade. Arriviamo rapidamente a Budapest e ci accomodiamo all’hotel Ibis, 1 km dal centro e parcheggio per la moto. Doccia e prima presa di possesso della città.

17/07: Budapest: 20km (a piedi)


Programma del giorno, visitare Budapest, tutta, anche se una giornata è un po’ poco dobbiamo vedere il più possibile, quindi camminare, camminare e ancora camminare. Iniziamo dal castello di Buda, passando poi per la Citadella, il mercato coperto, palazzo del Parlamento, centro storico, Bagni Széchenyi etc. Quello che si poteva visitare in una giornata, l’abbiamo fatto. Non contenti la sera siamo tornati sempre a piedi davanti al palazzo del Parlamento per fare le foto di notte.

18/07: Budapest – Ljubljana: 460km

Penultima tappa del nostro viaggio, decidiamo di visitare la capitale della Slovenia, i km che separano le due città fatti percorrendo prima l’autostrada del Balaton poi l’autostrada slovena passano in un batter d’occhio cosi che arriviamo a Ljubljana il primo pomeriggio, con tutto il tempo a disposizione per sistemarci all’ “Hotel Park” a 10 minuti dal centro, e andare alla scoperta della città. Ljubljana è abbastanza piccola e tranquilla, con un pomeriggio si riescono a vedere tutte le principali attrazioni, lungofiume di Lyubljannitsa, Il Castello di Lubiana, La Cattedrale di San Nicola, Ponte dei Draghi etc. Per la cena troviamo anche un ristorantino caratteristico poco fuori dal centro, dove assaggiamo la cucina locale a prezzo decisamente abbordabile.

19/07: Ljubljana - Fabriano: 700km


Ultima tappa del nostro viaggio, oggi si torna a casa. Ci lasciamo alle spalle le belle montagne slovene, non prima di avere riempito per bene il serbatoio della moto appena prima del confine italiano e ci immettiamo lungo l’autostrada italiana, Gorizia, Venezia, Padova, Bologna, poi verso Forlì stanchi dell’autostrada decidiamo di passare per l’interno, facciamo il “Passo della Calla” poi lo “Spino” e prendiamo la E45 a Pieve Santo Stefano, giusto per non farci mancare niente a Città di Castello viene giù il diluvio universale, 15 minuti di pioggia a più non posso, ma considerando tutto il viaggio non possiamo certo lamentarci del meteo. Arriviamo a casa, verso le sei del pomeriggio, stanchi, bagnati, ma contenti e con un sacco di bei ricordi dentro.

Un grazie particolare alla Multistrada, capace di adattarsi ad ogni situazione, dalle noiose autostrade europee alle temibili stradacce ucraine, fuoristrada compreso, ed alle ottime gomme Pirelli Skorpion Trail, sempre precise su ogni fondo stradale, asciutto, viscido, completamente bagnato o strada di breccia che sia, mai un incertezza e con ancora diversi kilometri da fare prima della sostituzione. Ora l’unica cosa che rimane da fare è far passare più in fretta possibile il tempo da qui al prossimo viaggio.

Paolo

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