Viaggi in moto: da Roma alle Gole del Sagittario

Viaggi in moto: da Roma alle Gole del Sagittario
Era da un po' di tempo che ci pensavo, anzi erano anni ed anni che avrei voluto andarci, da quando da ragazzo frequentavo laghi e torrenti intorno a Roma alla ricerca di qualche trota o comunque di qualche angolo di natura...
9 aprile 2015

Era da un po' di tempo che ci pensavo, anzi erano anni ed anni che avrei voluto andarci, da quando da ragazzo frequentavo laghi e torrenti intorno a Roma alla ricerca di qualche bella trota o comunque di qualche angolo di natura che mi affascinava tantissimo, e soprattutto da quando questo meraviglioso posto era apparso come d’incanto su una rivista di pesca…. ma sotto il nome di Lago San Domenico, e io non riuscivo a ricordare dove si trovasse!
Solo questa estate, scorrendo il dito su Google maps alla ricerca di qualche posto da visitare con mia moglie e il mio fido destriero (Burgman 200), come per incanto mi rendevo conto che la mia agognata meta si trovava presso le Gole del Sagittario, vicino Anversa degli Abruzzi e quindi praticamente dietro casa!
Detto fatto, avviso Luisa che come sempre è ben predisposta a qualunque itinerario le suggerisca e soprattutto a qualunque itinerario gastronomico le abbini al viaggetto e il sabato mattina, liberi dagli impegni lavorativi, siamo già pronti a caricare il somarello che ci accompagnerà in questi due meravigliosi giorni.
L’itinerario prevede un giretto da effettuarsi in due giorni e toccare le località di:
• Lago di San Domenico
• Villalago
• Scanno
• Villetta Barrea
• Pescasseroli.

I pasti sono affidati come sempre all’olfatto e a quello che ci stuzzica di più, mentre per dormire non avendo deciso dove, ci portiamo per precauzione la nostra fidata tenda da camping, anche se in extremis decidiamo di lasciarla a casa e optiamo per qualcosa di più comodo per questa volta.
La mattina si presenta proprio come piace a me, fresca pungente ma con uno splendido sole. Voliamo (si fa per dire, usare questo termine con il nostro ciccino è quantomeno esagerato) al casello della A24, poi la monotonia intervallata solo da qualche bel panorama, si sale di quota e ci lasciamo alle spalle le uscite per Tivoli, Vicovaro, Carsoli, poi la diramazione A25 e qui scatta il primo allarme di mia moglie…. fame!! Ci fermiamo per una sgranchita alle gambe e la pausa… caffè e non solo, ma in pochi minuti siamo di nuovo in sella e di lì a poco conquistiamo Cucullo (circa 120 km da Roma) dove abbandoniamo l’autostrada per proseguire verso Anversa sulla SS479.
Un paio di paesini abbarbicati tra le montagne, una serie di tornanti in salita, poi una galleria dove si passa uno alla volta, ancora non ci siamo resi conto che stiamo costeggiando il lago ma all’uscita della galleria una piazzola e sulla nostra destra un panorama mozzafiato!
Posti meravigliosi che affascinano per la loro immensità, per i loro silenzi, per la pace che trasmettono a chi abitando in città non è abituato. Il contrasto dei colori, lo scricchiolio del pietrisco sotto le ruote, il cinguettio degli uccelli fieri di appartenere a quell’angolo ancora intatto di natura che noi umani abbiamo dimenticato nel nome del progresso.
Un andirivieni di auto si soffermano, a volte con i ragazzini ancora dentro, uno sguardo al panorama che a noi toglie il fiato, il motore acceso, l’aria condizionata inserita i finestrini sigillati, quasi che tutto quello che li circonda possa disturbare i sofisticati sistemi di trattamento dell’aria del polline della temperatura eccetera e senza nemmeno scendere dall’auto ripartono verso mete più tranquillizzanti, tipo il ristorante o l’hotel che li attende.
Ripenso a quante volte ho nutrito mio figlio di queste bellezze, di questi panorami, coinvolgendolo nelle passeggiate, nelle gite, facendogli conoscere i segreti dei boschi e degli animali e delle piante dal vivo, con rispetto ed ammirazione. Ora però ha 14 anni e per il momento ha altro per la testa, mi segue molto di meno, ma so che poi tornerà in questi luoghi e anche se ora un po’ mi manca non sarà mai come quei ragazzini chiusi in macchina.
Guardo mia moglie e scuoto la testa, so che lei sa quello che penso!


Un giretto intorno al lago, il tentativo di raggiungere l’antico mulino ad acqua, ma l’omino che fa accedere è momentaneamente assente e questo non va perfettamente d’accordo con l’appetito di Luisa, effettivamente sono quasi le tredici… ci può stare!
Mandiamo un sms a degli amici di Luisa che hanno affittato una casa in zona per chiedere se conoscono un posticino dove poter pranzare bene e a prezzo modico ed ecco che in breve ci arriva la risposta “Rifugio Lo Scoiattolo Località Passo Godi”.
Odio la troppa tecnologia o smanettare sempre col telefonino ma devo dire che a volte rimane utile farlo!
Da dove ci troviamo sono circa trenta chilometri sulla SS479, dobbiamo attraversare e di corsa (Luisa comincia a non ragionare più) Villalago, Scanno e poi una serie di tornanti fichissimi in salita (il ciccino ne gode, e sembra divertirsi quanto me a piegare e poi ancora piegare senza mai perdere un colpo, senza esagerare, con la pazienza e la costanza che da sempre lo contraddistingue).
Questo tratto della SS479 è il tipico paesaggio dei campi sciistici, poca vegetazione e distese a perdita d’occhio. Incontriamo anche un posto dove si possono osservare da vicino i daini e dietro pagamento anche dargli da mangiare, ma non abbiamo tempo di soffermarci e temo che mia moglie azzanni un povero Bambi, proseguiamo e finalmente eccoci sul posto.
Velocissima foto di rito vicino ad altre moto, poi di corsa dentro a strafogarci di tutto!
Grazie Tom Tom ci hai salvato anche questa volta, anche se un po’ ti odio!
Dopo il lauto pasto ripercorriamo la strada al contrario, ma senza pieghe e piano piano per non rischiare di “sprecare” tutto. Ci fermiamo a Scanno, giretto tra i vicoli, e poi passeggiata in riva al lago, giusto il tempo di digerire. E’ pomeriggio inoltrato e si sta di un bene. Vorrei che il tempo si fermasse, Luisa mi ricorda che non sappiamo dove dormire e si mette alla ricerca di qualcosa nei dintorni, dopo pochi minuti dice vittoriosa “trovato! La Tana Dell’Orso a Villalago”. Ci mettiamo di nuovo in moto ed in pochi minuti siamo sul posto. L’albergo è quasi deserto e ci danno una stanza con un terrazzo immenso che offre un panorama bellissimo, scattiamo foto ovunque, tutto è bello e non vogliamo dimenticare nulla della nostra gita.
Non abbiamo molta fame e dopo una corroborante doccia ci godiamo il meritato riposo. Domani vogliamo arrivare a Pescasseroli ed a Villetta Barrea, pertanto la giornata si chiude così. Buonanotte.


Sveglia alle otto, la giornata è limpida e soleggiata, il ciccino parcheggiato sotto il porticato dell’albergo ci aspetta pronto a riprendere il cammino, sembra quasi impaziente di attenderci mentre ci gustiamo la colazione con cornetto e nutella, tanto per darci un po’ di energie e consentire a mia moglie il giusto apporto calorico per affrontare le nostre nuove mete.
Ripartiamo verso le undici circa, breve sosta a Villetta Barrea, passeggiata e caffè e poi di nuovo in sella per raggiungere Pescasseroli poco distante. La piccola Svizzera ci attende in un caos di biciclette e di moto turisti armati di Harley e di BMW, super attrezzate, i gruppetti di biker animano i bar all’aperto per un aperitivo prima di sfrecciare via velocissimi lasciando che il rombo dei loro motori li insegua. Noi passeggiamo per le viuzze ed acquistiamo magneti e prodotti tipici locali, poi giunti all’ora di pranzo ci fermiamo nella piazza centrale dove una pizzeria, fc totum ci delizia con i suoi arrosticini davvero ottimi, due birrette e tanta tanta tranquillità.
Sono le sedici circa, giusto il tempo di un’altra passeggiata e poi di nuovo in sella, destinazione Roma! Di nuovo la statale e poi l’autostrada dove ci lasciamo cullare più dai momenti vissuti che dal vento della velocità che il piccolo scooter ci propone ma che fedelmente in ogni occasione ci riporta a casa.
Si torna alla routine, ma le emozioni provate anche dietro la porta di casa sono sempre tantissime, ci sono posti bellissimi da vedere ovunque e non serve altro che la voglia di volerli scoprire, con qualsiasi mezzo ed in qualunque momento libero si dispone.
Un grazie a mia moglie Luisa che mi accompagna con l’entusiasmo alle stelle e al nostro somarello che non ci tradisce mai.


Antonino Fortino

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