In viaggio con Camilla: Le Cinque Terre

In viaggio con Camilla: Le Cinque Terre
Camilla Colombo
Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1997, le Cinque Terre rappresentano quanto di meglio si possa respirare nel Nord Italia restando affacciati e sospesi su un mare densamente color blu
15 settembre 2016

Si chiamano Cinque Terre ma in realtà sono un unico grande sogno. Per chi conosce solo la Liguria di Ponente, questa stretta lingua naturale che da Monterosso, primo incantevole borgo della Riviera Spezzina, si snoda tra Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore è un susseguirsi di sorprese inaspettate. Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1997, le Cinque Terre, con la bellissima Portovenere e le isole di Palmaria, Tino e Tinetto, rappresentano quanto di meglio si possa respirare nel Nord Italia restando affacciati e sospesi su un mare densamente color blu. Eugenio Montale in proposito parlava di "delirio del mare", di "lame d'acqua" e di "febbre del mondo".

Da Milano la conquista delle Cinque Terre si snoda su due fronti: o via Genova, facendo l'autostrada A7 Milano-Serravalle, o via Parma, arrivando direttamente a La Spezia. Noi scegliamo la prima opzione (le curve sull'Appennino ligure sanno essere molto divertenti per una Bmw 1000XR) e percorriamo l'A7 fino all'uscita di Brugnato - Borghetto Vara. Per la nostra due ruote il bello inizia ora: la Strada Statale 1 Via Aurelia è una tortuosa quanto meravigliosa pista d'asfalto che dal rigoglioso entroterra conduce fino al Golfo dei Poeti. Vorresti percorrerla per ore perché la temperatura non è troppo alta, il traffico è scarso e le curve sono entusiasmanti. Noi scegliamo di soggiornare a Corvara, un paesino completamente immerso nella natura a pochi chilometri dall'Aurelia, perché per vivere e scoprire bene questa zona della Liguria ci vogliono come minimo 4 giorni. Il B&B La Campana d'Oro è un vero gioiello di ospitalità, gentilezza e pulizia. È il luogo perfetto per isolarsi dal mondo e godere della bellezza del posto come accade a cena la nostra prima sera a Il Ristorantino di Bayon nella vicina La Spezia. Il porto del capoluogo merita una visita soprattutto la sera quando le poche luci illuminano delicatamente yacht e barche da sogno.

Le strade che da Corvara portano a Portovenere e ai borghi delle Cinque Terre, come la SP38, la SP51, la SP370 e la SP350, sembrano fatte apposta per le due ruote, soprattutto per chi sta dietro e non guida. I panorami sono da cartolina, i profumi del mare e della terra si mescolano all'aria pulita e le architetture del gotico ligure invogliano a una sosta. Su tutte spicca a mio avviso Portovenere con la sua posizione all'imbocco del Golfo dei Poeti, con le sue scogliere a picco sul mare, con le spiagge di Palmaria a cinque minuti di barca (4euro andata e ritorno) e con Portivene, uno dei ristorantini di pesce più buoni e genuini che abbia mai assaggiato. Ma anche Monterosso è da non perdere, nonostante sia presa d’assalto dai turisti americani che l’affollano per tutto il periodo estivo. Per godere della sua bellezza forse è meglio passeggiarci la sera quando è meno affollata rispetto alle ore diurne e più tranquilla nel suo porticciolo illuminato dalla luna.

Purtroppo a causa dell'alluvione del 2011, che devastò profondamente le Cinque Terre, una delle mete principali di questo patrimonio naturale non è ancora agibile. Sto parlando della Via dell’Amore, quel percorso pedonale a picco sul mare di poco più di un chilometro che collega Riomaggiore e Manarola e che ogni anno attira migliaia di turisti da tutto il mondo. Come rifarsi quindi? Con la visita a tutti i borghi della Riviera Spezzina in cui ognuno di essi offre qualcosa di identificativo dell’immaginario ligure – le casette colorate e il bianco/grigio del gotico delle chiese – e di unico della propria realtà. Con la cucina di mare sempre fresca e invitante. Con le spiagge delle Cinque Terre, di Palmaria e della deliziosa Bonassola, a soli pochi chilometri a nord del Parco Patrimonio dell’Unesco. E soprattutto con la Strada Statale Aurelia che dalla punta del Golfo dei Poeti riporta a Genova snodandosi tra l’entroterra e il lungomare. Il traffico può renderla stancante, ma se amate andare in moto a cavallo tra mare e montagna non c’è manto stradale più divertente. A volte sconnessa, a tratti poco curata, questa lingua d’asfalto merita comunque tutta la vostra sete di velocità sulle due ruote. Provare per credere.

 

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