Moto Guzzi. A Capo Nord con le Aquile

Francesco Paolillo
Per celebrare i 90 anni della Moto Guzzi a Mandello hanno pensato di ripercorrere le strade che nel 1928 portarono Giuseppe “Naco”Guzzi, in sella ad una GT 500 “Norge” a raggiungere Capo Nord
14 settembre 2011
Una veduta dei fiordi norvegesi
Una veduta dei fiordi norvegesi

 attestava all’incirca sui 14° inizia a salire rapidamente, ed il termometro della Stelvio arriva ad indicare 21°. Una bella botta di fortuna ci dicono quelli del posto, un clima così mite non è facile trovarlo in questa zona della Norvegia, anche in questo periodo. L’abbigliamento tecnico multistrato aiuta a migliorare il comfort di viaggio, e il mio bel completino REV’IT! Everest GTX multistrato e con membrana GORE-TEX® è semplicemente perfetto. Parto con l’imbottitura interna, avendo addosso solo una maglietta è meglio andare sul sicuro, ma tengo aperte le prese d’aria sul busto e sulle gambe. Anche perché di aria qui ne arriva poca grazie al maxi schermo che è il plexiglass della Stelvio. Il clima è mite, ma il bel sole ed il cielo terso che mi hanno accolto ieri all’aeroporto di Narvik sono spariti, ed un cielo nuvoloso ci accompagna per quasi tutto il viaggio. Meno male che il casco non ha la visiera scura ma una pratica visierina nera a scomparsa (è uno Shark Vision-R) comodissima anche percorrendo le numerose gallerie che troviamo sulla strada.

Lo spettacolo della natura, qui in Norvegia sovrasta tutto, e spesso mi ritrovo a pensare a quanto siamo indifesi nei suoi confronti, ma soprattutto a come facciano i suoi abitanti a trascorrerci interi inverni caratterizzati da intere (o quasi) giornate di buio! I paesi che incontriamo continuano ad essere semi deserti (o sono un popolo di vacanzieri o godono a stare chiusi in casa...) ma i pochi sopravvissuti, durante le soste, molto educatamente, chiedono lumi su chi siamo e perchè siamo lì con tutte quelle moto...oltretutto quasi tutte uguali. Quasi, perchè oltre alle Norge e Stelvio, c'é una V7 soprannominata "Alce", per via di un adesivo raffigurante il tipico animale scandinavo sul serbatoio, guidata eroicamente, lasciatemelo dire, da Irene... motociclista da pochi mesi ma che non teme nulla. Niente parabrezza, sospensioni marmoree, non propriamente una moto adatta a macinare centinaia di chilometri al giorno. ...ma a Irene, seppur minuta e carina, bisogna riconoscerlo, ha degli attributi da vichingo!


In sella alla Norge


Per oggi abbandono la Stelvio e scendo, vista la differenza di altezza della sella, sulla Norge. Cambiano i parametri di guida, ma si rimane sempre nella zona alta della classifica dei voti. Se la Stelvio appare più dinamica e precisa nella guida, la Norge strappa qualche voto in più alla voce confort. Il merito è quasi del tutto attribuibile alla sella, meglio conformata e decisamente più imbottita rispetto a quella della Stelvio, ma anche le sospensioni hanno i loro meriti. La posizione di guida è vecchio stile rispetto alla enduro-stradale di Casa, con le ginocchia che per i miei gusti risultano troppo in alto e rendono la postura un pelo incassata. Il motore è lo stesso, ma la differente rapportatura, più distesa sulla Norge, rende meno brillanti le riprese e le accelerazioni (ma aiuta anche alla voce consumi con un – 15% alla pompa della benzina), mentre sono presenti dei leggeri giochi della trasmissione nel tiro-rilascio, particolare sconosciuto alla endurona.
Lasciamo la E6 per imboccare la statale 86 per raggiungere l'imbarcadero dove saliremo sul traghetto per Hillesoy.

Abbandonate le strade principali, la qualità dell'asfalto peggiora decisamente, ma rimane su livelli più che

Il "gruppo" verso Capo Nord
Il "gruppo" verso Capo Nord

 accettabili almeno per la mia schiena, soprattutto da quando sono in sella alla Norge, in compenso il traffico da scarso passa rapidamente a “nullo”. Per questo motivo, ogni tanto spostiamo maggiormente l'attenzione dai bellissimi paesaggi direttamente sulla strada, e ci lasciamo prendere la mano, e la Norge non si tira indietro. Sarà anche meno divertente e precisa della Stelvio, ma è sufficiente dare una regolatina alla manopola del precarico molla del mono per cambiarne le attitudini stradali e renderla più reattiva.
Come scrivevo le soste dal benzinaio premiano la Norge, che rapportatura del cambio a parte, è caratterizzata da una aerodinamica decisamente più efficiente. Ai circa 18,5 km/l di media della Stelvio, corrispondono i circa 20 km/l dellaNorge , particolare non trascurabile in un paese dove la benzina viaggia a quasi 2 € al litro, cara come tutto il resto in Norvegia (la media del viaggio sarà di 15,8 per la Stelvio e 18,7 per la Norge).


L'arrivo a Tromsø


Finalmente arriviamo a Tromsø, è quasi sera, ma il sole brilla alto, e sarà così per parecchie ore ancora e solo a notte fonda la luce calerà ma solo in parte (non per niente questo è il periodo del “sole di mezzanotte”).
Una cena al ristorante dell'albergo, più o meno appetitosa, dipende dai gusti e dalla capacità di adattamento alla sempre presente cipolla e al fatto che pare non ci sia altro pesce che il merluzzo o il salmone, mentre la carne seppur di ottima qualità viene cucinata in maniera discutibile. Però l'impegno c'è...
Un giro veloce per saggiare la vita notturna (o meglio diurna vista la luce) della città norvegese, ma presto dobbiamo tornare sui nostri passi. Un pub gremito di gente è l'unica cosa che troviamo, ma lo sport nazionale, e cioè tracannamento birre in sequenza, non fa per noi, per cui tutti a nanna.

Da Tromsø a Skaidi

Finalmente piove!
A continuare a dire che il clima era stranamente secco e favorevolmente soleggiato, la mattina della partenza piove! Il mio completino in GORE-TEX® promette grandi cose e quindi evito la tuta antipioggia, mentre la temperatura è stranamente elevata per il luogo e la stagione, e varia dai 15 ai 17°. Una ventina di chilometri e ci aspetta il primo traghetto, poi altri 50 prima di salire sul secondo. Piove, poi smette, poi ricomincia, ma in compenso la temperatura sale oltre i 20 gradi. Cielo plumbeo, montagne minacciose e acqua di un blu che più scuro non si può, ci si sente sopraffati dalla natura. Una cascata dopo l'altra, è un continuo balletto tra videocamere e fotocamera per immortalare i paesaggi che iniziano a cambiare decisamente. Spariscono le foreste e iniziano a comparire altipiani brulli e battuti dal vento, mentre i paesi e le case si fanno sempre più rari . E proprio quando siamo in mezzo al nulla, ecco comparire Tom. Chi è? É l'immancabile guzzista locale, che saputo del Raid, ha fatto in modo di incrociarci per strada. Davvero un grande! Proprietario da ben due giorni(!) di una rarissima 850 Colorado ex Polizia USA, Tom ci accompagna e pranza con noi. Davvero una persona piacevole ed entusiasta (...anche della sua Moto Guzzi). Lo invitiamo alle GMG, la festa della Moto Guzzi che si terrà a breve a Mandello del Lario, ma dubitiamo di poterlo rivedere. Ma mai dire mai.
Foto di rito, stretta di mano, e riprendiamo il cammino.

Nelle brulle praterie iniziano a vedersi le prime, ma numerosissime renne, animale mite e simpatico, ma non proprio sveglio. Quando se ne trova uno in mezzo alla strada, bisogna spingerlo quasi di forza, anche con l'aiuto della moto per portarlo a lato della carreggiata, mentre lui (o lei) vi guarda con sguardo inebetito che non intuisce la pericolosità della strada.
Su e giù.

Gli ultimi chilometri prima di arrivare a Skaidi, sono semplicemente un piacere per gli occhi, fiumi e pascoli di particolare bellezza, ma anche di particolare divertimento per la guida. La strada è un continuo saliscendi, divertente in sella ad una moto, con una visibilità che in alcuni tratti arriva a toccare il chilometro, traffico zero (occhio solo alle renne “attraversatrici”) e quindi perfetta per sgranchire le nostre moto. Non che ce ne fosse bisogno, ma ogni tanto non guasta.

Arriviamo a Skaidi, con la temperatura che si attesta intorno ai 20/22 gradi, e lasciamo le nostre cavalcature nel parcheggio dell'albergo. Sono provate, ma solo nell'aspetto, anche perchè vanno tutte come degli orologi, solo una Norge ha avuto il coraggio, ma solo temporaneamente di trafilare dell'olio dal cardano, per il resto manutenzione zero. Sporche e vissute danno un senso di soddisfazione a guardarle, mentre ormai ci troviamo vicini al traguardo finale.

Skaidi – Nordkapp- Alta

Siamo vicini alla meta, e l'entusiasmo tra i membri del gruppo è alle stelle. Il paesaggio per l'ennesima volta cambia, mentre il traffico come logico aspettarsi, aumenta, anche perchè Nordkapp è una meta turistica di primo piano.

Motociclisti, camperisti, ciclisti...e anche una nave da crociera. Manca qualcuno?
La strada costeggia il mare, che è diventato più chiaro e invita ad una nuotatina veloce, anche se una pucciatina con il solo dito medio ti fa passare la voglia molto alla svelta.
Le soste per le foto si moltiplicano (e anche quelle per evitare le renne “passeggiatrici”, e ogniqualvolta si gira dietro a una curva...ecco l'inquadratura che ci mancava... con il paesino dalle case colorate con i colori della bandiera norvegese che sembra disegnato.

Si avvicina il tunnel di 6 km che ha sostituito il romantico traghetto che per anni ha permesso ai viaggiatori di arrivare a Nordkapp. Adesso ci si mette meno, e la foto di rito sotto al mappamondo è più vicina, in compenso sotto al tunnel in poche centinaia di metri la temperatura scende di oltre 10 gradi!
Finalmente la luce, e subito dopo iniziamo a salire su per una montagna e sotto di noi il panorama è di quelli che mozzano il fiato, natura selvaggia e niente più. Siamo vicini e l'emozione cresce, come cresce il dispiacere. Già, perchè il viaggio sta volgendo al termine... ma chissenefrega, godiamoci questi momenti.


Capo Nord!


Siamo arrivati, ed è tutto uno scattare foto e fare video per immortalare l'attimo fuggente. In gruppo, con le moto, da soli, con la vecchina... manca solo la renna “attraversatrice”!
Il meteo è di quelli da non crederci, 20° soleggiato, mentre è incredibile anche la quantità di gente (la nave da crociera era particolarmente grossa...). Una degustazione di spezzatino di renna al self service (non tutte le renne riescono ad attraversare la strada!) con annessa marmellata di mirtilli, che italianamente tengo per dessert, una visita allo shopping center creato per voi turisti (io guardo e acquisto disinteressatamente) e via che siamo di nuovo in sella. Direzione Alta, ultima tappa del viaggio, infatti è qui che abbandoneremo le nostre Guzzi, che faranno rientro in Italia su una bisarca, mentre noi prenderemo il primo di tre aerei per far ritorno a casa. La voglia di tornare in moto è tanta, ma il tempo è quel che è, e ci vorrebbero almeno altri 7 giorni per tornare. Troppi, sia per le redazioni, che ...per le famiglie.

Neanche a dirlo, la strada per Alta è fantastica. Il solito asfalto perfetto e dal grip impressionante (amministratori/assessori italiani sono ben accetti per visionare tipo e posa dell'asfalto...grazie) mentre i paesaggi rientrano nella norma, quindi fiordi-boschi-cascatelle. Uno “strazio” per gli occhi.
Sole, pioggia, poi ancora sole... ed infine pioggia, arriviamo in albergo, mentre in un angolo vediamo la bisarca pronta per caricare le moto. Groppo in gola. E dire che a guardarle sarebbero tornate volentieri con le loro gamb... ruote, che tra le altre cose si sono consumate con parsimonia e che con un po' di attenzione sarebbero tornate a Mandello senza bisogno di essere sostituite. Le Norge montavano delle Pirelli Angel, mentre le Stelvio delle Scorpion Trail sempre dello stesso costruttore. Entrambe si sono dimostrate perfette per questo genere di viaggio , ed estremamente duttili, mantenedo prestazioni elevate in tutte le condizioni d'uso, ma a quanto pare a dargli il colpo di grazia finale ci penseranno altri.

The End

Non sono mai stato particolarmente attratto dal “viaggio a Nordkapp”, ma come spesso accade nella vita, mi sono dovuto ricredere, tanto da dover ammettere che mi piacerebbe ritornarci. Paesaggi splendidi e completamente diversi da quanto siamo soliti vedere, strade tanto belle che sembrano fatte apposta per percorrerle in moto. Ok, ci si deve bere la Germania e la Danimarca e relative autostrade in un sorso, ma il resto è poesia...e poi tornare giù attraversando la Finlandia. Ci devo proprio tornare! Chi viene?