Superbike. Le pagelle del GP di Magny-Cours

Superbike. Le pagelle del GP di Magny-Cours
Carlo Baldi
Voto 10 a Melandri in pista, nel box voto 4; 10 a Guintoli che accetta le decisioni del team; 7 a Sykes che stringe i denti e limita i danni; 4,5 a Giugliano, ora si può parlare di crisi | C. Baldi, Magny Cours
6 ottobre 2014

Sono in difficoltà nel commentare le due gare del mondiale Superbike che si sono disputate ieri a Magny Cours. Lo sono perché sono abituato a parlare di moto, di sport, di passione, di sacrificio e di coraggio, mentre invece la giornata che abbiamo vissuto ieri in Francia non verrà ricordata per nessuno di questi motivi. Senza voler drammatizzare (e considerando che purtroppo anche in molti altri sport succedono cose come queste e anche altre peggiori) possiamo affermare che ieri è stata scritta una brutta pagina della storia Superbike.

Potremmo parlare per giorni e giorni se sia giusto o meno impartire ordini di scuderia senza arrivare a nessuna conclusione, se non quella che c’è chi è d’accordo e chi non lo è. Personalmente penso che sia normale che un team che investe non solo tanti soldi, ma anche tanto lavoro ed impegno per vincere, possa attuare delle strategie per ottenere il risultato tanto ambito. E’ già successo in passato, è successo a Magny Cours e succederà ancora. A condizione però che si stia parlando di una squadra, di un gruppo unito di persone, che lavora e si impegna per raggiungere lo stesso obiettivo.

L’Aprilia Racing Team ieri ha dimostrato di non essere una squadra. Nelle due gare di ieri abbiamo assistito ad una serie di gravi errori, che però a mio parere fanno tutti capo alla stessa persona. Il team Aprilia aveva infatti, per la prima volta in questa stagione, deciso di applicare degli ordini di scuderia per far si che i propri piloti non si sottraessero punti preziosissimi per la conquista del titolo a favore dei propri avversari (Sykes). Melandri non è più in lotta per il titolo mondiale. In pratica quest’anno non lo è mai stato. Ha perso metà stagione per adattarsi alla RSV4, o se preferite per adattarla al suo stile di guida. Nel frattempo Guintoli è invece sempre stato in lotta per la vittoria del campionato. Da Sepang in poi però Melandri ha iniziato ad inanellare una fantastica serie di vittorie e di piazzamenti. In sei round il ravennate ha collezionato nove podi e sei vittorie (compresa quella di ieri). Ciò nonostante non è rientrato in lotta per il titolo e più volte ha di fatto sottratto punti al suo compagno di squadra.

Erano stati impartiti degli ordini di scuderia quindi, ma in gara uno Melandri prima ha fatto finta di essersene dimenticato e quando dal suo box glielo anno ricordato, ha scelto un modo plateale per farsi superare da Guintoli. In gara due invece ha ignorato sia le decisioni del team, che le tabelle che gli ricordavano quanto era stato in precedenza stabilito. Evidentemente lui non fa parte della “squadra”, ma corre solo per se stesso. Con questo non voglio buttargli la croce addosso, ma mi limito a constatare i fatti. Se avesse rispettato sin dall’inizio quanto era stato deciso nel suo team (e qui possiamo discutere all’infinito se quanto era stato deciso fosse giusto o meno) non avremmo assistito al triste spettacolo che ci è stato invece offerto ieri pomeriggio.

A Magny Cours Melandri ha voluto sancire il fatto di essere più forte, migliore del suo compagno di squadra, ma ha dimenticato che nell’arco del campionato non lo è stato. Se lo fosse stato non ci sarebbero stati ordini di scuderia ed il pilota Aprilia in lotta per il campionato sarebbe lui e non Guintoli. Quando i risultati non arrivavano la “squadra” Aprilia gli ha fatto quadrato attorno, dandogli fiducia nell’attesa che Marco trovasse il feeling con la RSV4, che non dimentichiamolo è forse la migliore delle Superbike.

Per quanto riguarda la Kawasaki invece non erano stati impartiti ordini prima della gara, ma una volta visto quanto succedeva tra Melandri e Guintoli, nel team verde nero si sono sentiti autorizzati a fare altrettanto ed hanno avvisato Baz di cedere la posizione a Sykes. Non essendo stato avvisato in precedenza il francese non ha certamente gradito l’ordine e anche lui come Melandri, ha scelto di favorire il suo compagno di colori con una manovra  troppo evidente.

Tornando ai risultati ed alla classifica, vale a dire alla mera legge dei numeri, dopo le due manche disputate al circuito Nevers Magny-Cours, Sykes comanda ancora la classifica con 12 punti su Guintoli. Con 50 punti ancora da assegnare il vantaggio dell’inglese è importante a esiguo e il vincitore del mondiale Superbike 2015 uscirà dalle ultime due gare di Losail i Qatar ai primi di Novembre.
Il grande rifiuto di Melandri ha fatto passare in secondo piano la brutta domenica della Ducati e di Giugliano in particolare, gli eccezionali risultati di Lanzi e il ritorno sul podio di Leon Haslam. Chiudiamo con una nota positiva. A Magny Cours abbiamo visto tante moto e tanti motociclisti, alla faccia della pioggia e degli assurdi orari pro-TV e anti-spettatori.

PAGELLE

Marco Melandri. In pista voto 10 – Nel box voto 4. Come pilota non si discute. Da quando è scoccata la scintilla tra lui e la RSV4 non ce n’è per nessuno e anche ieri lo ha dimostrato. Nelle prove non si spreme più di tanto, ma poi in gara fa quello che vuole. Parte con cautela, va in testa e saluta la compagnia. Nella prima gara accetta di malavoglia gli ordini di scuderia e nella seconda decide di non rispettarli proprio. Difficilmente resterà in Superbike il prossimo anno. E in Aprilia?

Sylvain Guintoli. Voto 10 – Accetta le decisioni del team e anche quelle del suo compagno di squadra, al quale va a stringere la mano dopo gara due. Un primo ed un secondo posto, sotto la pioggia e davanti al suo pubblico, che tengono vivo fino all’ultimo questo campionato che senza Sylvain sarebbe già stato deciso da un pezzo.

Tom Sykes. Voto 7 (più che altro per la strepitosa Superpole)  - Cosa sarebbe successo se non fosse arrivata la pioggia? Dopo quello che aveva fatto vedere in Superpole, probabilmente Sykes avrebbe messo tutti in fila, Aprilia comprese. Ma con i se ed i ma non si va da nessuna parte e quindi lui stringe i denti e limita i danni. Però non sale sul podio, perde tanti punti e anche il duello con il redivivo Haslam. Polveri….bagnate.

Johnny Rea. Voto 8 - Quando il gioco si fa duro lui non manca mai. Cede solo alle Aprilia in gara uno e nella seconda prova a staccarle, ma commette un piccolo quanto  fatale errore. Non vediamo l’ora di vederlo vestito di verde.

Leon Haslam. Voto 7 – Dopo essersi offerto a tutte le squadre della Superbike per il prossimo anno, Leon vuole dimostrare di sapere ancora andare forte e risale sul podio dopo tempo immemore, facendo uno sgarbo al suo amico Sykes. E’ stato il suo miglior weekend di quest’anno, ma perché aspettare tanto?      

Davide Giugliano – Voto 4,5 – Ora si può parlare di crisi. Sulla scivolosa pista francese sono caduti in tanti e la sua scivolata in gara uno ci poteva anche stare. Però nella seconda gara doveva fare solo una cosa : arrivare al traguardo. Ancora una volta però Davide non si è saputo controllare ed ha deluso le aspettative. Power is nothing without control. Che qualcuno gli dia una mano per non disperdere uno dei talenti più cristallini del nostro motociclismo.

Lorenzo Lanzi – Voto 8 - Dategli una Ducati ed una pista bagnata e lui vi stupirà. L’anno scorso venne chiamato per una wild card in Supersport ad Assen e vinse la gara (sotto la pioggia). Quest’anno il team 3C lo ha richiamato in pista dopo una lunga assenza e lui li ha ripagati prima con una vittoria nella SBK tedesca e a Magny Cours ha disputato due gare da incorniciare, chiuse all’ottavo ed al quinto posto. Certo non piove sempre, ma la sua abilità meriterebbe una nuova possibilità più continua in SBK.

Loris Baz – Voto 5,5 – Nelle prove appare deconcentrato e svogliato. Poi, dopo l’annuncio del suo ingaggio da parte del team Forward in GP, si ricorda di correre con una Kawasaki ufficiale e per di più davanti al suo pubblico. Fa bene in gara uno, ma si deve inchinare (molto malvolentieri) agli ordini di squadra. Nella seconda punta a stare in piedi e a non avvicinarsi troppo a Sykes.

Eugene Laverty. Voto 5 – Quando si dice due gare anonime. Cade e riprende nella prima manche (diciannovesimo), cade e si ferma nella seconda. Si avvia a chiudere mestamente una stagione del tutto deludente. Se ne va in MotoGP. Non lo rimpiangeremo.