SBK, Melandri. Una vittoria italiana in Superbike dopo quasi tre anni

SBK, Melandri. Una vittoria italiana in Superbike dopo quasi tre anni
Carlo Baldi
Era stato l’ultimo pilota italiano a vincere in Superbike ed è stato ancora lui a far risuonare l’inno di Mameli dopo quasi tre anni. E’ la vittoria italiana numero cento
18 giugno 2017

Era dal 5 Ottobre 2014 che un pilota italiano non vinceva una gara del mondiale Superbike. Quel giorno a Magny Cours a tagliare per primo il traguardo fu Marco Melandri con l’Aprilia RSV4 del team ufficiale. Contravvenendo agli ordini di scuderia il pilota di Ravenna non diede strada al compagno di squadra Sylvain Guintoli ed andò a vincere la sua diciannovesima gara in Superbike, la sesta in quella stagione.

Sono stati quasi tre anni di digiuno non solo per Melandri, ma per tutti gli appassionati italiani della Superbike, che hanno atteso invano di sentire suonare l’inno di Mameli.

Finalmente oggi a Misano l’incantesimo negativo si è rotto, e a romperlo è stato ancora lui Marco Melandri e sempre su di una moto italiana, non più l’Aprilia ma la Ducati. Una successo che ha infranto il muro delle cento vittorie italiane in Superbike.

E’ stata una vittoria maturata grazie ad una gara accorta, senza errori, che ci ha mostrato un pilota conscio della propria forza, e di quella che gli deriva dalla fiducia della quale si sente circondato nel box della casa di Borgo Panigale.

“E’ da questo inverno che so di essere competitivo – ha dichiarato Marco subito dopo il podio – ma sino a che non vinci non ne puoi avere la conferma. Ho avuto dei momenti difficili alcune settimane fa, ma non ho mai perso la fiducia in me stesso e soprattutto non l’ha persa la mia squadra, che non mi ha mai abbandonato, ma ha sempre lavorato sodo per mettere nelle migliori condizioni. Vedere Dall’Igna nel mio box, lavorare sino a tardi con me ed i meccanici è stata una bellissima iniezione di fiducia”.

“Oggi avevo una moto fantastica – ha continuato il ravennate - che mi ha permesso di guidare come piace a me. Senza forzare”. In questa affermazione c’è molto dello stile di guida di Melandri al quale (forse anche perché viene dalla 250) piace far scorrere la moto, senza forzarla, senza staccare al limite come piace invece al suo compagno di squadra. Due stili di guida diversi per un'unica moto.

“Non è comunque stata una gara facile – è stato il commento di Melandri alla sua vittoria odierna – e non pensavo di poter vincere in solitaria. All’inizio sono partito bene ed ho lottato con Rea per vedere di non farlo scappare. Quando ho visto che non si allontanava e che eravamo un po tutti sulle uova, ho deciso di rompere gli indugi e di andare davanti per imporre il mio ritmo. Le condizioni erano difficili, perché l’asfalto era caldo e c’era molto vento. Torres ha fatto una grande gara e non è stato facile passarlo”.

E adesso Marco che campionato ti aspetti?

“Ora so che il nostro livello è molto alto. Non dico che potremo vincere sempre, ma lottare per vincere quello si”.

Nel suo ultimo anno in Superbike, il fatidico 2014, Melandri sali per la prima volta sul gradino più alto del podio a Sepang, dopo dieci gare nelle quali aveva ottenuto 97 punti. Nelle successive 14 gare collezionò 236 punti, con 6 vittorie e 9 podi (tra i quali il secondo posto di Magny Cours in gara1, dove fece platealmente passare Guintoli). La sua prima vittoria con l’Aprilia sancì una svolta determinante per il suo campionato. Sarà così anche questa volta?

 

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